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martedì 29 marzo 2022

Recensione "Posso abbracciarti?" - Francesco Nugnes

Titolo: Posso abbracciarti?
Autore: Francesco Nugnes
Editore: Officina Milena
Genere: poesie
Pagine: 80
Prezzo: 15,00€ 




Avremmo mai pensato di chiedere a qualcuno: «Posso abbracciarti?» Il solo domandarlo interpone una distanza. Distanza nei luoghi di un Paese malinconico e mai così solitario, in un anno di promontori in cui ostenta sicurezza ma rivela fragilità. Distanza tra natura e uomo, cornice e firma nell’angolo, all’interno di un quadro dove una foglia, alunna della vita, volteggia e si posa per giacere per sempre nell’autunno della nostra esistenza. Questa silloge è dedicata ai gesti che ci emozionano e che più ci sono mancati. La poesia invita il lettore a un abbraccio clandestino, che lo tiene sospeso tra tentazione e speranza.


La prefazione di questo libriccino mi ha molto colpita, perché innesca una riflessione particolare e sincera: chiediamo mai a noi stessi il permesso di fare qualcosa? Di prenderci del tempo per noi, per uscire dalla monotonia quotidiana e riprendere a vivere appieno, senza attendere l'approvazione altrui. Concediamo a noi stessi di amare sempre? Per certi gesti, non serve chiedere il permesso. 

Il titolo della raccolta è l'emblema di ciò che più profondamente ci è mancato durante la pandemia negli ultimi due anni. Abbracciare gli altri e lasciarci abbracciare da loro, tra speranze e incertezze. Il contatto di un abbraccio può essere tenero, caloroso, nostalgico, comprensivo, rassicurante, passionale, e sì purtroppo a volte anche freddo, distaccato, soffocante. Stringersi è una forma di comunicazione, gli abbracci parlano, esprimono emozioni che a parole si fa fatica a tirar fuori.  

Unica materia prima, il cuore.
Unico artigiano, il cuore.
È un gesto di una madre verso il figlio.
È l'umile lavoro del padre per la sua famiglia.
È silenziosa scultura,
figlia di sommi artisti del sentimento.
[...]

La prima sezione del libro è composta dalle poesie, mentre nella seconda le parole vanno a braccetto con immagini e fotografie, ispirate ai versi o comunque accompagnate da essi. Sono piazze, monumenti, paesaggi, scorci di città e di natura. 
Premetto che non sono particolarmente esperta dal punto di vista tecnico-stilistico, posso però dire che mi sono piaciute molto le immagini che alcuni versi hanno evocato nella mia immaginazione mentre leggevo. 
Alcune poesie sono più metaforiche, altre più dirette, alcune lunghe e altre più brevi, ma il linguaggio resta espressivo ed eloquente. In molte poesie l'autore parla rivolgendosi a qualcuno, che sia la persona amata o un conoscente, e instaura un dialogo. In alcune vediamo anche un'esplicita personificazione del nostro Paese, come fosse una dedica all'Italia e un augurio a superare definitivamente il periodo buio del virus e del lockdown. Penso che i titoli di ciascun componimento siano utili come chiavi di lettura, per inquadrare meglio il tema. 
Per quanto mi riguarda, mi piace sia seguire semplicemente il suono dei versi e delle parole scelte dall'autore, sia fermarmi qualche attimo in più a riflettere sul significato, che a volte è immediato e a volte invece va scoperto strada facendo. Inoltre, le foto rendono le poesie più immediate anche per chi è più amante dell'effetto visivo. Per questo penso che la raccolta possa adattarsi un po' a tutti.

Penso che l'autore abbia preso spunto da momenti o esperienze vissute, da sé o da qualcuno che ha conosciuto, o dai luoghi visitati, unendo nella raccolta le sensazioni che queste cose gli hanno suscitato. 
Un breve libro di poesie che chiede di ridurre la distanza, per tornare a braccia e mani che si stringono, per abbandonarsi in un abbraccio amico, come le dolci scimmie in copertina, che vedete anche qui sopra, scolpite da Francesco Marinaro. 

Il ricordo sa anche sorridere
La mancanza sa cosa vuol dire piangere
Il rimpianto non si sa perdonare
Ora sei qui, posso abbracciarti?

_Lisa_

venerdì 25 marzo 2022

Recensione "Stufe e pistole" - Massimo Billia

Titolo
: Stufe e pistole
AutoreMassimo Billia
Genere: Noir
Editore: Porto Seguro 

Pagine: 152
Prezzo: € 14,90




Walter Wallace è un uomo ordinario con una vita ordinaria: ama il calcio, il suo West Ham, le sere al pub con gli amici e la birra rossa doppio malto. Ed è durante un pomeriggio come tanti che, a causa di un improvviso trauma alla testa, la sua esistenza viene completamente stravolta. Costretto a una fuga dal mondo, in una escalation di eventi a ridosso della follia, Walter smarrisce se stesso: più cerca di ritrovarsi, più sente crescere in sé il dramma di una vita che non gli appartiene, naufragando alla costante ricerca di equilibrio e, soprattutto, di pace. 
"Stufe e pistole" è un romanzo che esplora la tragedia della morte, il desiderio morboso e malato attraverso il complesso e infelice individualismo in cui Walter, emblema di un’umanità drammaticamente sola, continua a scivolare. 


"Stufe e pistole" è il romanzo d'esodio dell'autore Massimo Billia, un romanzo che lui stesso definisce "il suo primogenito". Un romanzo che sicuramente sa trasmettere fin da subito al lettore la passione e la bravura di chi lo ha scritto. Una storia cupa, tragica e inquietante, una scia di sangue che continua ad allungarsi, un uomo in fuga e cadaveri ad ogni suo passo. 

"Stufe e pistole" è la storia di Walter Wallace, o Paul Coughan, un uomo apparentemente normale e ordinario, con una vita tranquilla e la sua solita routine. E' disoccupato, in cerca di lavoro anche senza più nutrire speranze nei confronti dei centri di collocamento, tutto ciò lo fa sprofondare sempre di più nella melma densa che è la realtà e, come uomo, sente di aver fallito. Walter è un uomo semplice che ama trascorrere il suo tempo a rilassarsi guardando una partita di calcio del West Ham, magari sorseggiando una pinta di birra in compagnia degli amici. Un protagonista apparentemente innocuo che darà filo da torcere al lettore. 
Massimo Billia ce lo presenta fin da subito senza troppi preamboli, vuole che il lettore lo analizzi e lo conosca il più possibile, che entri nella sua testa per comprenderne la follia e il sadismo. Un uomo che, a causa di un violento trauma alla testa, non potrà più vivere la stessa quotidianità. Trauma che annullerà l'esistenza di Walter e che darà inizio, così, a quella di Paul. Trauma che gli farà dimenticare ciò che è e che lo renderà pericoloso, instabile, un assassino fuggitivo e ricercato. La sua prima vittima è la moglie che, stanca di vederlo impegnato solo a vedere partite e a bere birra, gli comunica di essere stufa del suo comportamento, del suo poco interesse verso le difficoltà e del suo poco rispetto verso le fatiche della vita. Sarà proprio la parola "stufa" a stravolgere la vita del protagonista, a condurlo nel baratro della follia e della morte. Una parola capace di accendere dentro Walter una grandissima rabbia pronta a sfociare in pura violenza, fatale per chi la pronunci.

Dopo questa prima tragedia, Walter sarà costretto a scappare dal suo paese, a fuggire da se stesso e da ciò che non ricorda e, nonostante il trauma e la sua insania, sarà in grado di aprire il suo cuore a una nuova donna e, infine, di innamorarsi nuovamente. Un amore turbolento, anche se apparentemente tranquillo, che procede pari passo alla fuga del protagonista, un storia d'amore vissuta da fuggitivi. Una coppia che non riesce a trovare pace e stabilità durature ma che continua a scappare di luogo in luogo, impossibilitata a trovare un lavoro continuativo. Una coppia ignara dell'oscuro e sanguinolento passato di Walter, in quel momento Paul. 
I loro vari spostamenti si scontrano con il loro desiderio di equilibrio e, in ogni meta da loro scelta, dovranno affrontare sfide e situazioni nuove, in cui la follia di Paul diventa quasi palpabile. Situazioni in cui il lettore si troverà faccia a faccia con la morte e la cattiveria umana più cruda e malsana. Una lettura che travolge il lettore con tantissimi colpi di scena e avvenimenti, a dir poco da togliere il fiato. 

"Stufe e pistole" è un noir in cui un uomo vive alienato da se stesso e dal suo passato, nascondendo ogni giorno i suoi delitti. Un romanzo che parla in modo diretto di violenza, di quel sentimento di fallimento che spesso attanaglia l'uomo insoddisfatto, la difficoltà di poter vivere anziché limitarsi a sopravvivere. Un romanzo scritto con cura, con un protagonista che sicuramente non vi dimenticherete facilmente e con delle atmosfere noir in cui gli amanti del genere troveranno molto pane per i loro denti. La scrittura è scorrevole e diretta, a tratti cruda, dura, perfetta per narrare queste vicende e per rendere il tutto ancora più accattivante.  Una lettura breve e ben scritta che non posso che consigliare. 

Massimo Billia ci delizia anche con un breve racconto che troviamo alla fine del libro, "Eclissi". Un racconto in cui, anche qui, troviamo sangue e follia. Una breve storia che vede come protagonisti dei ragazzi giovani che vivono la loro vita tra una canna e una birra, fino a quando il male non si insinuerà sotto la loro pelle.

Conoscerla era stata una benedizione. A volte pensavo però di essere stato ingiusto ed egoista a trascinarla nella mia fuga, ma lei aveva fatto questa scelta, come se fosse la cosa più naturale da fare, anche se si trattava di seguire un ricercato. 

Continuava quindi a trascorrere le nostre giornate come al solito o almeno ci provavamo, nonostante il rumore di fonde delle nostre anime che uccideva ogni anelito di serenità. 

[...] doveva essere senz'altro così; è vero, non ricordavo nulla, ma ero certo di non essere un assassino, ero una che viveva e lasciava vivere, come avrei potuto aver fatto le cose di cui mi accusavano? 

Massimo Billia 
Classe 1967, nasce in Canada e attualmente vive a Milano. Diplomato fumettista e laureato in comunicazione, Stufe e Pistole e il racconto breve Eclissi rappresentano il suo esordio nel mondo della letteratura. 
 

mercoledì 23 marzo 2022

Segnalazione "L'impronta del diavolo" - Franco Casadidio

Buongiorno a tutti! 
Con molto piacere vi segnaliamo il nuovo romanzo dell'autore Franco Casadidio, con il quale abbiamo già avuto l'onore di collaborare per una sua pubblicazione precedente, "Il volo del canarino" , di cui trovate la recensione qui. Avremo modo di leggere anche quest'altro libro quindi rimanete sintonizzati sul nostro blog. 


Titolo
: L'impronta del diavolo 
Autore: Franco Casadidio 
Pagine: 151
Prezzo: 10,00 € 





Trama:
Germania, metà degli anni 'Ottanta. Joseph e Mirka, due ragazzi poco più che ventenni, si avvicinano gradualmente al mondo del terrorismo e dell'eversione finendo col diventare membri della Rote Armee Fraktion (R.A.F.) l'omologo tedesco delle Brigate Rosse italiane. “L'impronta del diavolo” racconta la loro storia, una storia fatta di ideali, speranze, paure, piccoli e grandi drammi personali, in un susseguirsi di intrecci e colpi di scena che segneranno indelebilmente le loro esistenze e quelle di un Paese ancora diviso tra Est e Ovest ma destinato - di lì a poco - a riunificarsi e diventare leader della nuova Europa. 



Franco Casadidio
Nato a Terni nel 1969, impiegato, è al suo terzo libro dopo "Quando arriverà la primavera" (GoWare Edizioni, 2015) una raccolta di cinque racconti ambientati in Baviera e "L1impronta del diavolo" (Morphema Edizioni, 2016), la storia di due giovani affiliati alla cellula di Monaco di Baviera della R.A.F. (Rote Armee Fraktion) negli anni bui del terrorismo internazionale. Appassionato di storia tedesca contemporanea, nel 2015, con il racconto breve "I ricordi del cuore", si è classificato al primo posto del concorso letterario internazionale "Roma chiama Berlino". 

lunedì 21 marzo 2022

Recensione "Il caso vuole" - Riccardo Zambon

Titolo: Il caso vuole
Autore: Riccardo Zambon
Editore: Delos digital
Genere: narrativa
Pagine: 110
Prezzo: 3,00€ (Kindle)




Quando una giornata di svago diventa un incubo, quando i ricordi ti perseguitano o le passioni ti travolgono, quando le paure ritornano c'è una sola cosa che puoi fare: vivere. Non c'è niente di meglio di una giornata di mare, goduta tra amici surfando onde altissime e veloci. L'occasione giusta per sfoggiare l'auto nuova, per far ingelosire qualcuno o per festeggiare una promozione col proprio compagno, godersi una passeggiata sul lungomare. Ma non sempre tutto è come sembra. Se lo è, potrebbe cambiare in un attimo. Per Fabio, fiero del nuovo bolide ma da sempre frustrato in un ruolo di comprimario, e per Lorenzo, surfista scanzonato. Per Pietro, preso a schiaffi dal destino nonostante una continua e rabbiosa lotta o per Elena, bellissima e sicura di sé. Ma qui il vero protagonista è il Fato, e il suo ruolo è quello di orchestrare tempi, eventi, incrociare traiettorie in coincidenze. Talvolta per colpire, aggredire. In altre occasioni per salvare, ricongiungere.


Pietro è un ultracinquantenne pieno di rabbia e delusione, il licenziamento è stato solo l'inizio di una pessima giornata per lui. Lorenzo, invece, giovane surfista appassionato, ama due cose: la sua ragazza e la tavola da windsurf. Un aspetto che ho apprezzato moltissimo è come il mare faccia da sfondo alle vite e alle emozioni di questi due personaggi. È il loro punto fermo, un luogo sicuro e rassicurante, nonostante l'irruenza e la pericolosità che le sue acque nascondono. 

Fabio è in viaggio sulla sua bmw nuova di zecca con la cugina Elena, per raggiungere i rispettivi compagni e passare insieme un weekend al mare. Fin da subito è evidente la sua venerazione per Elena, donna bellissima, fiera e consapevole dell'effetto che ha sugli altri. Fabio ed Elena dimostrano come le apparenze ingannino. Entrambi hanno problemi di coppia, ma non sono disposti ad ammetterlo tanto facilmente e, complice l'invidia, preferiscono fingere una storia d'amore perfetta e nascondere le verità più scomode. La monotonia, l'assenza di confronto, l'ossessione di paragonarsi agli altri e vederci sempre qualcosa di meglio rispetto a sé. Tra questi due protagonisti c'è poi un ricordo sepolto, una brutta esperienza rimossa che, ora che si trovano soli in auto in una strana situazione, rischia di riemergere e giungere a un punto di rottura.

Basta un attimo di distrazione alla guida, un'occhiata al cellulare o una manovra azzardata, per finire improvvisamente in una situazione pericolosa e rischiare un incidente. Basta poco anche perché una situazione assolutamente innocente e normale si trasformi in un incubo. O perché un'ossessione celata si scateni in tutta la sua follia, senza apparente motivo, per via di un gesto mal interpretato. Basta poco per riportare a galla ansie e paure che si credevano dimenticate. 

Una storia breve e veloce, ma ben scritta e ricca di sensazioni diverse, sia positive che molto negative. Complice delle vicende narrate è sicuramente il fato, che alla fine riarrotola la matassa e fa unire tra loro i fili a cui sono collegati i protagonisti. Il caso e la coincidenza sono sicuramente il perno attorno a cui ruotano gli eventi, un elemento strategico che l'autore ha saputo giocarsi molto bene. Il finale è stato anche inatteso, non avevo previsto il collegamento tra due dei personaggi e questo colpo di scena mi ha stupito. 
Un altro punto di forza è che i vari personaggi si alternano a turno in ogni capitolo, così abbiamo modo di scoprire il punto di vista di ciascuno durante tutto il percorso. Questo, insieme allo stile di scrittura dell'autore, rende la lettura molto scorrevole e coinvolgente. 

«Era il mare che, dopo aver giocato a mangiarselo, lo vomitava indietro. E allora lui sputò, tossì, inspirò. Si aggrappò alla schiuma come all'ultimo ramo sopra a un baratro e a forza di bracciate raggiunse un punto dove finalmente avrebbe potuto far leva con i piedi sul fondale.»

«L'assenza di tutto, un nulla così forte dentro da dare la sensazione che le costole potessero prima o poi cedere e lo sterno dolorante implodere verso il vuoto spinto di uno stomaco stritolato, straziato. Dell'impeto con cui Pietro aveva affrontato quelle vie qualche decina di minuti prima non restava niente: la Tipo questa volta si muoveva piano, una sorta di funerale con il corteo che si concentrava in un solo automezzo dove morto e becchino albergavano insieme in quell'individuo con lo sguardo vacuo, aggrappato al volante.»

_Lisa_

sabato 19 marzo 2022

Recensione "Un magnifico spreco di tempo" - Alessandro Minetti

Titolo: Un magnifico spreco di tempo
Autore: Alessandro Minetti 
Genere: Narrativa
Editore: Marco Sabatelli Editor

Pagine: 260
Prezzo: € 18,00






Un uomo nella più ampia accezione del termine, non del tutto colpevole, non del tutto innocente. Superata la mezza età ha deciso, (non richiesto), di raccontare la sua versione dei fatti e di mettere nero su bianco la sua vita, a volte divertente, a volte tormentata, a tratti anche scorretta, ma sicuramente mai banale. Le frequenti disgressioni sul mondo del calcio, sulle donne e sui viaggi, possono essere giudicati discutibili, così come le molte citazioni, i continui salti temporali tra presente e passato, ma certi episodi raccontati in modo brillante, con tono ironico, indolente, nostalgico a volte perfino poetico, rendono il libro assolutamente godibile. Ne esce tra le righe, una persona istintivamente più trasparente di quanto si creda, uno che avendo scampato la morte per un pelo, si è sentito in dovere, in nome di quel fatto tragico, di rendere unica la sua vita, rischiando molto, ma sempre con un certo stile. 



"Un magnifico spreco di tempo" è stata una lettura sfida per me, essendo che, con molto rammarico, non mi era mai capitato di leggere un'autobiografia. Un'autobiografia nata durante il duro periodo del lockdown, in cui Alessandro Minetti ha sentito il bisogno impellente di mettere nero su bianco la sua esistenza, di scavare dentro di sé, di mettersi a nudo per noi lettori per darci un esempio di coraggio e speranza. 

Una lettura che si è rivelata particolare, costruttiva e riflessiva e che racchiude dentro di sé grandi poteri, come quello della vita, della libertà, dell'amore, dell'amicizia, della passione, ma anche le luci e le ombre di una vita che scorre troppo velocemente come la sabbia tra le dita. Quella vita fatta di vittorie e di sconfitte, di scelte sbagliate, di sogni e desideri, di amicizie, di amori, di delusioni e crepe nel cuore, di progetti imprenditoriali e dell'amore incondizionato verso il mondo del calcio. Ma sicuramente una vita che l'autore è riuscito a rendere carica di emozioni, a vivere secondo il suo modo di vedere il mondo e a rendere piena e colma di avventure ed esperienze, una vita arricchita ogni giorno sempre di più. 

Alessandro Minetti è un uomo intraprendente, sempre pronto a mettersi in gioco, un uomo dalle mille risorse, l'eroe dei romanzi d'avventura, dotato di una grande passione verso la vita, verso il futuro, verso tutto quello che lo porta ad una grande crescita personale. Una crescita caratterizzata soprattutto dall'accettazione del cambiamento e del fatto che esso faccia parte della vita, perché tutto, prima o poi, muta e si evolve. Minetti è il protagonista di una vita frenetica e movimentata, in cui il tempo non sembra mai essere abbastanza e in cui monotonia e noia non sono contemplate. Una vita che gli ha riservato parecchie sfide, che ha posto difronte a lui molti ostacoli, una vita che ha saputo godersi e vivere, sostenere ed impreziosire. Un uomo che con franchezza ci parla anche delle sue insicurezze e della sua paura di dover vivere una vita normale scandita da orari fissi. Un uomo che ha rischiato di perdere tutto. 
E' stato davvero molto interessante leggere questa profonda analisi che l'autore ha fatto sul suo passato, un'analisi che, per certi aspetti, è un inno alla vita, alla realizzazione dei propri sogni, al saper coglie l'attimo e tutte quelle opportunità che la vita ci offre. Un'analisi che, al tempo stesso, ci esorta a riflettere, a farci una sorta di esame di coscienza, a trovare il forza di accettare ciò che succede e il coraggio di rialzarci e ricominciare. Un'autobiografia sincera e vera, in cui l'autore non si nasconde ma ci parla a cuore aperto, ci racconta con onestà anche il suo lato negativo, si prende la responsabilità dei propri errori senza giustificarsi. 

Una lettura che si alterna tra passato e presente, il duro e contradditorio presente della pandemia che l'autore ha vissuto durante la stesura del libro, quel presente che ha trovato sfogo solo attraverso la scrittura. Lo stesso presente in cui tutta l'Italia è stata costretta a restare chiusa in casa, privata di qualsiasi libertà, la stessa libertà che per Minetti ha sempre costituito l'ingrediente essenziale della sua esistenza. 

Durante la lettura non ho potuto fare a meno di invidiare tantissimo l'autore per i suoi viaggi, per la sua curiosità, la sua voglia di conoscere, di scoprire e di ampliare la mente. Viaggi che lo hanno portato ad esplorare luoghi selvaggi e maestosi come il Brasile, la Patagonia, la Malesia, la Bolivia, l'Amazzonia il Kenia, la Cina, l'india e Bali, meta che per l'autore ha sempre avuto un grande valore e dalla quale ha tratto ispirazione per il suo più grande progetto, il Soleluna. Esperienze incredibili che hanno permesso ad Alessandro Minetti di tirare fuori la parte migliore di sé e diventare una persona migliore. 
Ho apprezzato tantissimo i riferimenti culturali agli anni 70'/80' sia per quanto riguarda la musica sia i film, mi hanno dato modo di conoscere meglio anche il periodo storico in cui Alessandro è cresciuto. Così come ho apprezzato il tempo che l'autore si prende per parlarci dei suoi successi, delle sue soddisfazioni, della sua passione per il calcio e della sua squadra preferita, la Sampdoria. Ma, soprattutto, ho ammirato la sua critica contro il mondo del lavoro, quel mondo che purtroppo guarda solo alle proprie convenienze senza avere riguardo nei confronti di ogni singolo lavoratore, dei suoi meriti e dei suoi miglioramenti. 

"Un magnifico spreco di tempo" è una lettura che sicuramente saprà trasmettervi positività verso la vita e i vostri sogni fin dall'inizio, che saprà darvi quel coraggio necessario per osare, per non arrendersi e vivere. Una lettura capace di coinvolgere, intrigare e incuriosire il lettore che non può fare a meno di lasciarsi piacevolmente trasportare dagli eventi e dalla frenetica vita dell'autore. Ringraziamo tantissimo l'autore per questa preziosa lettura che consigliamo vivamente a tutti. 
"Un magnifico spreco di tempo" è una lezione di vita da custodire gelosamente. 

Arrivò il primo inverno della mia nuova vita e non potei fare a meno di pensare che era la prima volta in cui avevo effettivamente tanto tempo per me. Se scegli un'esistenza normale, probabilmente non ti capiterà mai di godere di tutto il tempo libero, se non quando andrai in pensione. Mi sentivo orgoglioso di essermi ritagliato una parentesi di libertà ben prima di avere settant'anni. Potevo iniziare finalmente la mia carriera di viaggiatore, del tutto legittimo. 

Avevo bisogno di silenzio, di prendere le distanze dal mio mondo conosciuto. 

Alessandro Minetti 
Nato a Genova e ha sempre vissuto in Liguria (a parte alcune parentesi in Indonesia sull’isola di Bali). Imprenditore fin da giovanissimo, è stato a fine anni‘80 creatore e titolare di una scuola privata di lingue. Ha lavorato successivamente per 8 anni nel settore petrolifero prima di cambiare definitivamente vita e creare, nel 2000 ad Albissola Marina, il Soleluna Village, famoso beach club che ha avuto da subito numerosi riconoscimenti su scala nazionale ed è stato premiato a Riccione con l’Oscar del turismo per “Il miglior locale d’Italia”. Appassionato di arredamenti è anche designer d’interni e grande cultore di viaggi on the road: ha al suo attivo 59 paesi visitati e ha pubblicato un libro di fotografie "I volti del mondo". “Un magnifico spreco di tempo” è il suo primo romanzo.

venerdì 18 marzo 2022

Segnalazione "Un posto anche per noi" - Anna Zamboni

Buongiorno readers,
Nuova segnalazione per voi! Vi proponiamo il romanzo di Anna Zamboni, la sua prima pubblicazione uscita nel settembre 2021 con Porto Seguro editore. Buona lettura!


Titolo: Un posto anche per noi
Autore: Anna Zamboni
Editore: Porto Seguro
Pagine: 262 
Prezzo: 16,90 €










Trama:
Fuggire, a volte, è la soluzione. Lo capirà Hailey, ragazzina di quattordici anni che vive a Manchester con la madre, donna turbata e alcolista e che da un momento all’altro vede rientrare nella sua vita il padre. La convivenza con i genitori diventerà insopportabile, portando Hailey a cercare una via di fuga. A offrirgliela sarà Sarah, una zia mai conosciuta prima.
Complici le magiche scogliere e il mare di Brighton, dove vive la zia Sarah, Hailey trascorrerà una magnifica estate, abbandonandosi a nuove emozioni e ritrovando quello che ogni persona dovrebbe continuamente cercare: la gioia di vivere.
Un posto anche per noi è un luogo, fisico o immaginario, che tanti di noi, in diversi momenti della vita, ambiscono a trovare. E per farlo bisogna intraprendere un lungo cammino, senza voltarsi indietro, ma solo guardando avanti.

L'autrice:
Anna Zamboni è nata e vive a Brescia. Cresciuta in un contesto ricco di valori e di compagnia, si ritiene comunque una persona che apprezza i momenti di solitudine, trascorsi in parte scrivendo, viaggiando e sperimentando. Un posto anche per noi è il suo primo romanzo. 

mercoledì 16 marzo 2022

Recensione "Sii impeccabile con la parola" - Matteo Capelli

Titolo: Sii impeccabile con la parola
Autore: Matteo Capelli
Editore: WriteUp Books
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 240
Prezzo: 17,00€




Davide Artieri è un trentenne laureato in cerca di occupazione. Vive con i genitori ed è single, esponente di una generazione che fatica a trovare posto nel mondo, vittima di una società in crisi che premia furbizia e ignoranza a discapito del talento. In preda all'apatia, trascorre il tempo su internet, perso fra i social network e gli annunci di lavoro. Ma i colloqui sono barzellette surreali e la realtà un'eterna delusione. A terra, frustrato, saprà indovinare il modo per emergere?


Una lettura che mi ha piacevolmente sorpresa! 
Davide, trentenne, ha finalmente ottenuto la tanto agognata laurea nell'ambito di economia e management e, dopo i meritati festeggiamenti, si trova ad affrontare un ulteriore grande passo: la ricerca di un impiego. Ed è proprio qui che iniziano i problemi. Numerosi colloqui di lavoro si rivelano fallimentari, quasi una presa in giro, o non in linea con il suo curriculum. Che senso hanno avuto tutti quegli anni di studio se poi il lavoro non è appagante? C'è poi quella fastidiosa fase in cui parenti e amici chiedono continuamente quali siano i tuoi progetti per il futuro, e la mancanza di risposte certe non fa che aumentare la frustrazione. 
A questo va aggiunta la recente rottura con l'ex-fidanzata e qualche litigio inaspettato in famiglia. Così Davide rischia di farsi risucchiare dal vortice dell'autocommiserazione. Le sue ancore di salvezza sembrano essere la passione per la recitazione, ma anche lì non tutto va per il verso giusto, e l'amicizia, soprattutto quella sincera con Sabrina. Un'incognita nella lettura, che aggiunge un po' di curiosità e aiuta il protagonista a distrarsi è data da un numero sconosciuto con cui inizia a chattare. Scoprirà con chi sta messaggiando? 
Altra tematica importante sono le dipendenze, di ogni genere. Dipendenza dal fumo, dall'amore per qualcuno, ma anche dai social. Davide infatti non fa che scorrere la bacheca di Facebook, a intervalli regolari, fissandosi sulla lettura di post pieni di lamentele, citazioni fuori luogo e motti scontati, nonostante sappia quanto quest'ossessione sia dannosa e gli faccia perdere tempo prezioso.  

Insicurezza, senso di inadeguatezza, fragilità e delusione, ma anche speranza e fiducia nel futuro. Sono tutte cose che abbiamo provato anche noi, nella nostra vita, proprio come il protagonista. Questo libro è una sorta di denuncia alla superficialità, agli ostacoli che la società pone alle ambizioni dei meritevoli e alla difficoltà dei giovani nel trovare il loro posto nel mondo, in mancanza di punti fermi.  
A salvare Davide ci pensa un colpo di fortuna, o meglio una spinta di coraggio che lo incita a reagire, a esprimersi in modo sincero e senza vergogna. Se la società alienante o il mondo del lavoro non gli concedono una possibilità, allora sarà lui a tentare di cambiare le cose. 
Libro davvero ben scritto. A Matteo Capelli non serve una trama avventurosa per coinvolgere il lettore, ci è riuscito fin dalle prime pagine con uno stile di scrittura un po' sarcastico, riflessivo, ma sempre limpido e scorrevole. Mi sono anche ritrovata facilmente coinvolta nelle vicende personali del protagonista perché non siamo molto distanti d'età, in una fase a metà tra gli studi e il pensiero dell'occupazione. 
Una lettura che tratta temi contemporanei, con un protagonista con cui è facile immedesimarsi. Decisamente consigliata.


«Ma se non spendi, come fai in questo mondo ad avere una vita sociale? Avevo fatto i miei calcoli convinto che il poco che avevo messo da parte in banca mi sarebbe bastato finché non avessi avuto un impiego, anche perché contavo di trovare un lavoro a breve, appena finiti gli studi, e invece la ricerca si sta rivelando molto più complicata di quanto pensassi. [...] Guardami: sono solo come un cane, ho trent'anni e vivo con mamma e papà.»

«Ci specchiamo nel riflesso di quello che vorremmo gli altri vedessero in noi, ma non vedono, poiché la verità è che non lo possediamo. Quando smetteremo di annaspare per rincorrere la materialità del nulla, fingendo che vada tutto bene se restiamo in superficie? Siamo diventati privi di profondità. Abbiamo davvero qualcosa da dire in questa vita o ci piace solo raccontarcelo?»


_Lisa_

lunedì 14 marzo 2022

Recensione "Maledetto" - M. Piramide, G.A. Iannicelli

Titolo: Maledetto. Un salto nel buio - Di killer e di mondi
Autori: Michele Piramide, G.A. Iannicelli
Genere: giallo/thriller
Pagine: 183
Prezzo: 9,99 €





Parigi 1896, Paul Verlaine è in fin di vita, manca poco per riunirsi al suo caro Arthur, quando decide di convocare un uomo di fede e confessarsi per redimere i suoi peccati. Quello che svelerà al parroco, andrà al di là dell'umana comprensione, qualcosa che a suo parere dovrebbe farlo entrare di diritto tra gli eletti del Signore.
Morlaix, 4 maggio 2019, inizia da qui una serie di efferati omicidi che sconvolgeranno la Francia. Ad indagare il commissario René Gaillard e l'ispettore Thèa Simon, due dotati detective non troppo avvezzi ai giochi di potere all'interno delle forze dell'ordine francesi. Quello che scopriranno li porterà a viaggiare da Morlaix a Valvins, da Marsiglia a Parigi, per trovare e fermare colui che neanche troppo velatamente li sta sfidando a bloccare il suo incedere. Dovranno però stare molto attenti, perché non sempre tutto quello che è visibile ai loro occhi è la pura e semplice verità.


La lettura inizia subito con un episodio intrigante: il racconto di una vita maledetta ormai agli sgoccioli, fiaccata da alcolismo e sifilide. A confessare è Paul Verlaine, nella Parigi di fine Ottocento. La storia di Verlaine a un certo punto si incrocia con quella del giovane Rimbaud, per cui è disposto a lasciare la famiglia e l'agiatezza garantitagli, e con il ritrovamento di una pergamena. Quest'ultima contiene un messaggio per Verlaine da parte nientepopodimeno che del grande Charles Baudelaire, e attorno a questo messaggio nascosto ruota tutto il mistero delle vicende. 
Nel presente, più precisamente nel 2019, seguiamo invece una serie di omicidi tra Parigi, Morlaix e Vulaines-sur-Seine. Ho apprezzato il fatto che per ogni personaggio, seppur brevemente, sia stata raccontata una storia, la loro vita, e che non siano rimaste quindi vittime anonime per il lettore. La storia di ognuno aiuta a capire la ragione per la quale sono stati scelti come vittime e che cosa li legasse, quale fosse lo schema dell'assassino. Accanto e contemporaneamente a questo, seguiamo le indagini della polizia francese. In particolare, del commissario René Gaillard e dell'ispettore Théa Simon, determinati a far cessare le uccisioni e pronti ad ogni eventuale scoperta, anche a costo di evadere dalle gerarchie poliziesche.  

Trovo molto bella e suggestiva l'idea di utilizzare come personaggi i nomi di grandi poeti decadentisti e le loro biografie, è un dettaglio che incuriosisce e coinvolge sicuramente, soprattutto chi è appassionato di poesia o letteratura francese. Questa pubblicazione a quattro mani è una collaborazione riuscita tra uno scrittore e un poeta, tra narrazione e versi. I versi diventano gli indizi lasciati dall'assassino, eleganti tracce da riunire per arrivare all'epilogo. Ogni vittima ha la sua personale poesia e i detective faranno il possibile per capirne il significato e vincere la loro corsa contro il tempo per delineare un identikit. 

Beffardo il destino
compose melodie
a districar l'amaro e vuoto
testamento di un poeta.

Un punto di forza è anche avere punti di vista differenti, compreso quello del misterioso colpevole, che creano un puzzle da ricomporre. Perché proprio quelle città? Perché proprio quelle persone? E perché lasciare le poesie come indizio? Niente di tutto ciò è casuale, l'omicida ha un piano ben preciso. 
I capitoli sono brevi e il libro si legge molto velocemente, è scorrevole e particolare. Il finale, poi, è stato inatteso. Mi piace la narrazione divisa tra Ottocento e contemporaneità e la scelta di coinvolgere, anche in versione rivisitata e più moderna, i cosiddetti poeti maledetti. Per chi non lo sapesse, si tratta di alcuni artisti che vissero in condizioni spesso precarie ed estreme, nel rifiuto dei valori borghesi della società del tempo, che secondo questi non riconosceva il loro genio, emarginandoli. 
Fin dove saremmo disposti a spingerci, se ci venisse data la possibilità di riunirci a qualcuno che amavamo e che abbiamo perduto? Quando un atto di fede diventa pazzia?

«Io sono Verlaine, Paul Verlaine. Sono maledetto... non avevo scelta.»
«Tutti abbiamo una scelta. C'è chi ha la forza di rifuggire il male e c'è chi invece lo abbraccia, ma c'è sempre tempo per la redenzione. Pensi di essere pronto?»


_Lisa_

martedì 8 marzo 2022

Segnalazione "Rosa stacca la spina" - Igor Nogarotto

Buongiorno readers, 
oggi vi segnaliamo un romanzo rosanero uscito nel mese di febbraio. È il secondo libro dell'autore dopo il successo dell'esordio "Volevo uccidere Gianni Morandi", che divenne un caso mediatico. 
Da gennaio è in radio il brano "Una cosa sola", la canzone che nel romanzo il protagonista dedica alla protagonista, Rosa.

Titolo: Rosa stacca la spina. Una storia di amore, erotismo, morte, rinascita
Autore: Igor Nogarotto
Genere: Romanzo rosanero - Narrativa Italiana
Pagine: 182
Editore: Edizioni Effedì 
Data di uscita: 2 febbraio 2022




Sinossi:
“Rosa stacca la spina” è un romanzo rosanero graffiato di humor ed elegante erotismo.
È la realizzazione della storia d’amore che tutti sogniamo. È una magia che si avvera, ma che corre costantemente in bilico tra la vita e la morte, sul filo sottile di un esito imprevedibile.
I due protagonisti, a distanza di molti anni dalla fine della loro relazione, si ritrovano in una clinica: Rosa è gravemente malata. In una tessitura che gioca con il flashback, tra ironia e pianti, tra commozione e goliardia, riemergono i ricordi della coppia: vengono esplorate tutte le fasi dello stare insieme, dal disincanto del corteggiamento alle problematiche della convivenza, dai viaggi memorabili all’affrontare le ristrettezze della difficoltà economica, dall’intensità viscerale del sesso alla gelosia logorante, dal progettare di costruire una famiglia allo struggente dolore della separazione. L’immergersi e l’immedesimarsi nella storia del romanzo sono processi naturali, perché il percorso sentimentale narrato ripercorre le tappe che ognuno di noi vive o ha vissuto (o vivrà).
La "spina" di Rosa potrebbe staccarsi, ma nell'ambivalenza della sua omonimia scioglie il confine tra eutanasia e metafora esistenziale, divenendo il simbolo della catarsi dei personaggi, rinascita che sublima il senso stesso dell’esistenza umana ridisegnando il perimetro di demarcazione tra i concetti mortale e immortale. L’intreccio continuo tra presente e passato che mette a confronto i sentimenti di oggi e di ieri conduce alla maturazione di una nuova consapevolezza che si sviluppa e si forgia via via in un Romanzo di formazione sentimentale che sfocia in un epilogo sorprendente.



Igor Nogarotto nasce a Mombercelli (AT), un paese di campagna di 2.000 anime. Alla ricerca di se stesso, dopo i 20 anni vive tra Milano, Aosta e Bologna, poi si trasferisce a Roma che per lui rappresenta “la bellezza del cervello e l’intelligenza del corpo”. È un creativo a 720°: scrittore, musicista, autore. Nel 1995 fonda SAMIGO PRESS agenzia di spettacolo e ufficio stampa. Il suo pluripremiato e discusso romanzo d’esordio "Volevo uccidere Gianni Morandi" diviene un caso mediatico: Igor riceve minacce di morte. In veste di cantautore firma "Ninna Nonna" la Canzone Ufficiale Italiana dei Nonni e “Eleonora sei normale” canzone simbolo contro i disturbi alimentari, anche trasmessa da Striscia la Notizia.
Igor Nogarotto su Instagram: igornogarottosamigo.