Visualizzazioni totali

mercoledì 16 marzo 2022

Recensione "Sii impeccabile con la parola" - Matteo Capelli

Titolo: Sii impeccabile con la parola
Autore: Matteo Capelli
Editore: WriteUp Books
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 240
Prezzo: 17,00€




Davide Artieri è un trentenne laureato in cerca di occupazione. Vive con i genitori ed è single, esponente di una generazione che fatica a trovare posto nel mondo, vittima di una società in crisi che premia furbizia e ignoranza a discapito del talento. In preda all'apatia, trascorre il tempo su internet, perso fra i social network e gli annunci di lavoro. Ma i colloqui sono barzellette surreali e la realtà un'eterna delusione. A terra, frustrato, saprà indovinare il modo per emergere?


Una lettura che mi ha piacevolmente sorpresa! 
Davide, trentenne, ha finalmente ottenuto la tanto agognata laurea nell'ambito di economia e management e, dopo i meritati festeggiamenti, si trova ad affrontare un ulteriore grande passo: la ricerca di un impiego. Ed è proprio qui che iniziano i problemi. Numerosi colloqui di lavoro si rivelano fallimentari, quasi una presa in giro, o non in linea con il suo curriculum. Che senso hanno avuto tutti quegli anni di studio se poi il lavoro non è appagante? C'è poi quella fastidiosa fase in cui parenti e amici chiedono continuamente quali siano i tuoi progetti per il futuro, e la mancanza di risposte certe non fa che aumentare la frustrazione. 
A questo va aggiunta la recente rottura con l'ex-fidanzata e qualche litigio inaspettato in famiglia. Così Davide rischia di farsi risucchiare dal vortice dell'autocommiserazione. Le sue ancore di salvezza sembrano essere la passione per la recitazione, ma anche lì non tutto va per il verso giusto, e l'amicizia, soprattutto quella sincera con Sabrina. Un'incognita nella lettura, che aggiunge un po' di curiosità e aiuta il protagonista a distrarsi è data da un numero sconosciuto con cui inizia a chattare. Scoprirà con chi sta messaggiando? 
Altra tematica importante sono le dipendenze, di ogni genere. Dipendenza dal fumo, dall'amore per qualcuno, ma anche dai social. Davide infatti non fa che scorrere la bacheca di Facebook, a intervalli regolari, fissandosi sulla lettura di post pieni di lamentele, citazioni fuori luogo e motti scontati, nonostante sappia quanto quest'ossessione sia dannosa e gli faccia perdere tempo prezioso.  

Insicurezza, senso di inadeguatezza, fragilità e delusione, ma anche speranza e fiducia nel futuro. Sono tutte cose che abbiamo provato anche noi, nella nostra vita, proprio come il protagonista. Questo libro è una sorta di denuncia alla superficialità, agli ostacoli che la società pone alle ambizioni dei meritevoli e alla difficoltà dei giovani nel trovare il loro posto nel mondo, in mancanza di punti fermi.  
A salvare Davide ci pensa un colpo di fortuna, o meglio una spinta di coraggio che lo incita a reagire, a esprimersi in modo sincero e senza vergogna. Se la società alienante o il mondo del lavoro non gli concedono una possibilità, allora sarà lui a tentare di cambiare le cose. 
Libro davvero ben scritto. A Matteo Capelli non serve una trama avventurosa per coinvolgere il lettore, ci è riuscito fin dalle prime pagine con uno stile di scrittura un po' sarcastico, riflessivo, ma sempre limpido e scorrevole. Mi sono anche ritrovata facilmente coinvolta nelle vicende personali del protagonista perché non siamo molto distanti d'età, in una fase a metà tra gli studi e il pensiero dell'occupazione. 
Una lettura che tratta temi contemporanei, con un protagonista con cui è facile immedesimarsi. Decisamente consigliata.


«Ma se non spendi, come fai in questo mondo ad avere una vita sociale? Avevo fatto i miei calcoli convinto che il poco che avevo messo da parte in banca mi sarebbe bastato finché non avessi avuto un impiego, anche perché contavo di trovare un lavoro a breve, appena finiti gli studi, e invece la ricerca si sta rivelando molto più complicata di quanto pensassi. [...] Guardami: sono solo come un cane, ho trent'anni e vivo con mamma e papà.»

«Ci specchiamo nel riflesso di quello che vorremmo gli altri vedessero in noi, ma non vedono, poiché la verità è che non lo possediamo. Quando smetteremo di annaspare per rincorrere la materialità del nulla, fingendo che vada tutto bene se restiamo in superficie? Siamo diventati privi di profondità. Abbiamo davvero qualcosa da dire in questa vita o ci piace solo raccontarcelo?»


_Lisa_

Nessun commento:

Posta un commento