Autori: Michele Piramide, G.A. Iannicelli
Genere: giallo/thriller
Pagine: 183
Prezzo: 9,99 €
Parigi 1896, Paul Verlaine è in fin di vita, manca poco per riunirsi al suo caro Arthur, quando decide di convocare un uomo di fede e confessarsi per redimere i suoi peccati. Quello che svelerà al parroco, andrà al di là dell'umana comprensione, qualcosa che a suo parere dovrebbe farlo entrare di diritto tra gli eletti del Signore.
Morlaix, 4 maggio 2019, inizia da qui una serie di efferati omicidi che sconvolgeranno la Francia. Ad indagare il commissario René Gaillard e l'ispettore Thèa Simon, due dotati detective non troppo avvezzi ai giochi di potere all'interno delle forze dell'ordine francesi. Quello che scopriranno li porterà a viaggiare da Morlaix a Valvins, da Marsiglia a Parigi, per trovare e fermare colui che neanche troppo velatamente li sta sfidando a bloccare il suo incedere. Dovranno però stare molto attenti, perché non sempre tutto quello che è visibile ai loro occhi è la pura e semplice verità.
Nel presente, più precisamente nel 2019, seguiamo invece una serie di omicidi tra Parigi, Morlaix e Vulaines-sur-Seine. Ho apprezzato il fatto che per ogni personaggio, seppur brevemente, sia stata raccontata una storia, la loro vita, e che non siano rimaste quindi vittime anonime per il lettore. La storia di ognuno aiuta a capire la ragione per la quale sono stati scelti come vittime e che cosa li legasse, quale fosse lo schema dell'assassino. Accanto e contemporaneamente a questo, seguiamo le indagini della polizia francese. In particolare, del commissario René Gaillard e dell'ispettore Théa Simon, determinati a far cessare le uccisioni e pronti ad ogni eventuale scoperta, anche a costo di evadere dalle gerarchie poliziesche.
Trovo molto bella e suggestiva l'idea di utilizzare come personaggi i nomi di grandi poeti decadentisti e le loro biografie, è un dettaglio che incuriosisce e coinvolge sicuramente, soprattutto chi è appassionato di poesia o letteratura francese. Questa pubblicazione a quattro mani è una collaborazione riuscita tra uno scrittore e un poeta, tra narrazione e versi. I versi diventano gli indizi lasciati dall'assassino, eleganti tracce da riunire per arrivare all'epilogo. Ogni vittima ha la sua personale poesia e i detective faranno il possibile per capirne il significato e vincere la loro corsa contro il tempo per delineare un identikit.
Beffardo il destino
compose melodie
a districar l'amaro e vuoto
testamento di un poeta.
Un punto di forza è anche avere punti di vista differenti, compreso quello del misterioso colpevole, che creano un puzzle da ricomporre. Perché proprio quelle città? Perché proprio quelle persone? E perché lasciare le poesie come indizio? Niente di tutto ciò è casuale, l'omicida ha un piano ben preciso.
I capitoli sono brevi e il libro si legge molto velocemente, è scorrevole e particolare. Il finale, poi, è stato inatteso. Mi piace la narrazione divisa tra Ottocento e contemporaneità e la scelta di coinvolgere, anche in versione rivisitata e più moderna, i cosiddetti poeti maledetti. Per chi non lo sapesse, si tratta di alcuni artisti che vissero in condizioni spesso precarie ed estreme, nel rifiuto dei valori borghesi della società del tempo, che secondo questi non riconosceva il loro genio, emarginandoli.
Fin dove saremmo disposti a spingerci, se ci venisse data la possibilità di riunirci a qualcuno che amavamo e che abbiamo perduto? Quando un atto di fede diventa pazzia?
«Io sono Verlaine, Paul Verlaine. Sono maledetto... non avevo scelta.»
«Tutti abbiamo una scelta. C'è chi ha la forza di rifuggire il male e c'è chi invece lo abbraccia, ma c'è sempre tempo per la redenzione. Pensi di essere pronto?»
_Lisa_
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