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lunedì 21 marzo 2022

Recensione "Il caso vuole" - Riccardo Zambon

Titolo: Il caso vuole
Autore: Riccardo Zambon
Editore: Delos digital
Genere: narrativa
Pagine: 110
Prezzo: 3,00€ (Kindle)




Quando una giornata di svago diventa un incubo, quando i ricordi ti perseguitano o le passioni ti travolgono, quando le paure ritornano c'è una sola cosa che puoi fare: vivere. Non c'è niente di meglio di una giornata di mare, goduta tra amici surfando onde altissime e veloci. L'occasione giusta per sfoggiare l'auto nuova, per far ingelosire qualcuno o per festeggiare una promozione col proprio compagno, godersi una passeggiata sul lungomare. Ma non sempre tutto è come sembra. Se lo è, potrebbe cambiare in un attimo. Per Fabio, fiero del nuovo bolide ma da sempre frustrato in un ruolo di comprimario, e per Lorenzo, surfista scanzonato. Per Pietro, preso a schiaffi dal destino nonostante una continua e rabbiosa lotta o per Elena, bellissima e sicura di sé. Ma qui il vero protagonista è il Fato, e il suo ruolo è quello di orchestrare tempi, eventi, incrociare traiettorie in coincidenze. Talvolta per colpire, aggredire. In altre occasioni per salvare, ricongiungere.


Pietro è un ultracinquantenne pieno di rabbia e delusione, il licenziamento è stato solo l'inizio di una pessima giornata per lui. Lorenzo, invece, giovane surfista appassionato, ama due cose: la sua ragazza e la tavola da windsurf. Un aspetto che ho apprezzato moltissimo è come il mare faccia da sfondo alle vite e alle emozioni di questi due personaggi. È il loro punto fermo, un luogo sicuro e rassicurante, nonostante l'irruenza e la pericolosità che le sue acque nascondono. 

Fabio è in viaggio sulla sua bmw nuova di zecca con la cugina Elena, per raggiungere i rispettivi compagni e passare insieme un weekend al mare. Fin da subito è evidente la sua venerazione per Elena, donna bellissima, fiera e consapevole dell'effetto che ha sugli altri. Fabio ed Elena dimostrano come le apparenze ingannino. Entrambi hanno problemi di coppia, ma non sono disposti ad ammetterlo tanto facilmente e, complice l'invidia, preferiscono fingere una storia d'amore perfetta e nascondere le verità più scomode. La monotonia, l'assenza di confronto, l'ossessione di paragonarsi agli altri e vederci sempre qualcosa di meglio rispetto a sé. Tra questi due protagonisti c'è poi un ricordo sepolto, una brutta esperienza rimossa che, ora che si trovano soli in auto in una strana situazione, rischia di riemergere e giungere a un punto di rottura.

Basta un attimo di distrazione alla guida, un'occhiata al cellulare o una manovra azzardata, per finire improvvisamente in una situazione pericolosa e rischiare un incidente. Basta poco anche perché una situazione assolutamente innocente e normale si trasformi in un incubo. O perché un'ossessione celata si scateni in tutta la sua follia, senza apparente motivo, per via di un gesto mal interpretato. Basta poco per riportare a galla ansie e paure che si credevano dimenticate. 

Una storia breve e veloce, ma ben scritta e ricca di sensazioni diverse, sia positive che molto negative. Complice delle vicende narrate è sicuramente il fato, che alla fine riarrotola la matassa e fa unire tra loro i fili a cui sono collegati i protagonisti. Il caso e la coincidenza sono sicuramente il perno attorno a cui ruotano gli eventi, un elemento strategico che l'autore ha saputo giocarsi molto bene. Il finale è stato anche inatteso, non avevo previsto il collegamento tra due dei personaggi e questo colpo di scena mi ha stupito. 
Un altro punto di forza è che i vari personaggi si alternano a turno in ogni capitolo, così abbiamo modo di scoprire il punto di vista di ciascuno durante tutto il percorso. Questo, insieme allo stile di scrittura dell'autore, rende la lettura molto scorrevole e coinvolgente. 

«Era il mare che, dopo aver giocato a mangiarselo, lo vomitava indietro. E allora lui sputò, tossì, inspirò. Si aggrappò alla schiuma come all'ultimo ramo sopra a un baratro e a forza di bracciate raggiunse un punto dove finalmente avrebbe potuto far leva con i piedi sul fondale.»

«L'assenza di tutto, un nulla così forte dentro da dare la sensazione che le costole potessero prima o poi cedere e lo sterno dolorante implodere verso il vuoto spinto di uno stomaco stritolato, straziato. Dell'impeto con cui Pietro aveva affrontato quelle vie qualche decina di minuti prima non restava niente: la Tipo questa volta si muoveva piano, una sorta di funerale con il corteo che si concentrava in un solo automezzo dove morto e becchino albergavano insieme in quell'individuo con lo sguardo vacuo, aggrappato al volante.»

_Lisa_

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