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venerdì 25 marzo 2022

Recensione "Stufe e pistole" - Massimo Billia

Titolo
: Stufe e pistole
AutoreMassimo Billia
Genere: Noir
Editore: Porto Seguro 

Pagine: 152
Prezzo: € 14,90




Walter Wallace è un uomo ordinario con una vita ordinaria: ama il calcio, il suo West Ham, le sere al pub con gli amici e la birra rossa doppio malto. Ed è durante un pomeriggio come tanti che, a causa di un improvviso trauma alla testa, la sua esistenza viene completamente stravolta. Costretto a una fuga dal mondo, in una escalation di eventi a ridosso della follia, Walter smarrisce se stesso: più cerca di ritrovarsi, più sente crescere in sé il dramma di una vita che non gli appartiene, naufragando alla costante ricerca di equilibrio e, soprattutto, di pace. 
"Stufe e pistole" è un romanzo che esplora la tragedia della morte, il desiderio morboso e malato attraverso il complesso e infelice individualismo in cui Walter, emblema di un’umanità drammaticamente sola, continua a scivolare. 


"Stufe e pistole" è il romanzo d'esodio dell'autore Massimo Billia, un romanzo che lui stesso definisce "il suo primogenito". Un romanzo che sicuramente sa trasmettere fin da subito al lettore la passione e la bravura di chi lo ha scritto. Una storia cupa, tragica e inquietante, una scia di sangue che continua ad allungarsi, un uomo in fuga e cadaveri ad ogni suo passo. 

"Stufe e pistole" è la storia di Walter Wallace, o Paul Coughan, un uomo apparentemente normale e ordinario, con una vita tranquilla e la sua solita routine. E' disoccupato, in cerca di lavoro anche senza più nutrire speranze nei confronti dei centri di collocamento, tutto ciò lo fa sprofondare sempre di più nella melma densa che è la realtà e, come uomo, sente di aver fallito. Walter è un uomo semplice che ama trascorrere il suo tempo a rilassarsi guardando una partita di calcio del West Ham, magari sorseggiando una pinta di birra in compagnia degli amici. Un protagonista apparentemente innocuo che darà filo da torcere al lettore. 
Massimo Billia ce lo presenta fin da subito senza troppi preamboli, vuole che il lettore lo analizzi e lo conosca il più possibile, che entri nella sua testa per comprenderne la follia e il sadismo. Un uomo che, a causa di un violento trauma alla testa, non potrà più vivere la stessa quotidianità. Trauma che annullerà l'esistenza di Walter e che darà inizio, così, a quella di Paul. Trauma che gli farà dimenticare ciò che è e che lo renderà pericoloso, instabile, un assassino fuggitivo e ricercato. La sua prima vittima è la moglie che, stanca di vederlo impegnato solo a vedere partite e a bere birra, gli comunica di essere stufa del suo comportamento, del suo poco interesse verso le difficoltà e del suo poco rispetto verso le fatiche della vita. Sarà proprio la parola "stufa" a stravolgere la vita del protagonista, a condurlo nel baratro della follia e della morte. Una parola capace di accendere dentro Walter una grandissima rabbia pronta a sfociare in pura violenza, fatale per chi la pronunci.

Dopo questa prima tragedia, Walter sarà costretto a scappare dal suo paese, a fuggire da se stesso e da ciò che non ricorda e, nonostante il trauma e la sua insania, sarà in grado di aprire il suo cuore a una nuova donna e, infine, di innamorarsi nuovamente. Un amore turbolento, anche se apparentemente tranquillo, che procede pari passo alla fuga del protagonista, un storia d'amore vissuta da fuggitivi. Una coppia che non riesce a trovare pace e stabilità durature ma che continua a scappare di luogo in luogo, impossibilitata a trovare un lavoro continuativo. Una coppia ignara dell'oscuro e sanguinolento passato di Walter, in quel momento Paul. 
I loro vari spostamenti si scontrano con il loro desiderio di equilibrio e, in ogni meta da loro scelta, dovranno affrontare sfide e situazioni nuove, in cui la follia di Paul diventa quasi palpabile. Situazioni in cui il lettore si troverà faccia a faccia con la morte e la cattiveria umana più cruda e malsana. Una lettura che travolge il lettore con tantissimi colpi di scena e avvenimenti, a dir poco da togliere il fiato. 

"Stufe e pistole" è un noir in cui un uomo vive alienato da se stesso e dal suo passato, nascondendo ogni giorno i suoi delitti. Un romanzo che parla in modo diretto di violenza, di quel sentimento di fallimento che spesso attanaglia l'uomo insoddisfatto, la difficoltà di poter vivere anziché limitarsi a sopravvivere. Un romanzo scritto con cura, con un protagonista che sicuramente non vi dimenticherete facilmente e con delle atmosfere noir in cui gli amanti del genere troveranno molto pane per i loro denti. La scrittura è scorrevole e diretta, a tratti cruda, dura, perfetta per narrare queste vicende e per rendere il tutto ancora più accattivante.  Una lettura breve e ben scritta che non posso che consigliare. 

Massimo Billia ci delizia anche con un breve racconto che troviamo alla fine del libro, "Eclissi". Un racconto in cui, anche qui, troviamo sangue e follia. Una breve storia che vede come protagonisti dei ragazzi giovani che vivono la loro vita tra una canna e una birra, fino a quando il male non si insinuerà sotto la loro pelle.

Conoscerla era stata una benedizione. A volte pensavo però di essere stato ingiusto ed egoista a trascinarla nella mia fuga, ma lei aveva fatto questa scelta, come se fosse la cosa più naturale da fare, anche se si trattava di seguire un ricercato. 

Continuava quindi a trascorrere le nostre giornate come al solito o almeno ci provavamo, nonostante il rumore di fonde delle nostre anime che uccideva ogni anelito di serenità. 

[...] doveva essere senz'altro così; è vero, non ricordavo nulla, ma ero certo di non essere un assassino, ero una che viveva e lasciava vivere, come avrei potuto aver fatto le cose di cui mi accusavano? 

Massimo Billia 
Classe 1967, nasce in Canada e attualmente vive a Milano. Diplomato fumettista e laureato in comunicazione, Stufe e Pistole e il racconto breve Eclissi rappresentano il suo esordio nel mondo della letteratura. 
 

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