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martedì 28 febbraio 2023

Review Party "Project Hail Mary" - Andy Weir

Buongiorno readers, sono veramente emozionata nel parlarvi della sorprendente uscita di oggi. Firmato Mondadori, diamo il benvenuto nel mondo dei lettori al nuovo e attesissimo romanzo di Andy Weir, "Project Hail Mary". Un romanzo di vera fantascienza già scelto per diventare un film, del resto come un altro dei suoi scritti, "L'uomo di marte", messo su pellicola con il titolo di " Sopravvissuto – The Martian". Andy Weir, autore anche del bestseller "Artemis", un romanzo curato, con una bellissima copertina e, soprattutto, molto scorrevole grazie alla traduzione di Vanessa Valentinuzzi. Un'uscita che farà fremere tutti gli amanti del genere e che vi consiglio ancora prima di parlarvene.  


Titolo: Project Hail Mary 
Autore: Andy Weir 
Traduttore: Vanessa Valentinuzzi 
Editore: Mondadori 
Genere: Fantascienza
Pagine: 480
Prezzo: 24,00€ 
Data uscita: 28 febbraio 2023 


Quando Ryland Grace si risveglia, non ha assolutamente idea di dove si trovi né di chi sia. Vede solo che il suo corpo è collegato a decine di tubi, che gli oggetti intorno a lui cadono troppo velocemente e che i suoi due compagni di viaggio giacciono inermi nello spazio angusto che condividono. Poi, lentamente, la memoria riaffiora: Grace si trova a migliaia di chilometri dalla Terra, su una minuscola navicella spaziale lanciata a tutta velocità nelle profondità insondate dello spazio, unico sopravvissuto di una missione disperata per salvare il pianeta. Se fallisce, l'umanità è destinata a sparire a causa di misteriosi organismi che si nutrono dell'energia solare e che stanno rapidamente portando la Terra verso una nuova era glaciale. A bordo di Hail Mary, Grace è consapevole che ha pochissimo tempo a disposizione per neutralizzare il pericoloso nemico e che il destino della specie dipende unicamente da lui. O forse non è solo? 


Prima di iniziare la recensione voglio ringraziare di cuore sia l’organizzatrice dell’evento  Marianna Locci con il suo blog Emozioni in carta, sia la casa editrice Mondadori per questa bellissima opportunità. 

“Project Hail Mary” è un romanzo molto difficile da recensire, il suo contenuto è talmente vasto e ricco, come l’universo in cui è ambientato, che non so proprio da dove iniziare. Ho paura di lasciarmi sfuggire qualche spoiler presa dall’entusiasmo nel raccontarvi questa bellissima avventura che ho terminato da pochi giorni. Un’avventura che, sicuramente, fin dalle prima pagine mette alla prova il lettore che si trova catapultato in una situazione davvero angosciante e confusa. Un romanzo che rappresenta il tentativo disperato di sfruttare l’ultima ed estrema possibilità. Un romanzo di sopravvivenza in cui un uomo di scienza, intelligente ed istruito deve far fronte a situazioni ardue e apparentemente impossibili utilizzando ogni singola nozione.
 
Il libro si apre inaspettatamente con un uomo, che sarà poi il personaggio principale, che si sveglia in una cuccetta ovale, intorpidito e confuso, la mente e i sensi sono annebbiati, non riesce nemmeno a scandire le parole né a muoversi né ad aprire gli occhi, il suo corpo non risponde. Lentamente sembra acquistare sempre più lucidità anche se la sua memoria sembra avere ancora qualche problema, non si ricorda nulla di quello che è successo e, ora, la sua mente è davvero piena di domande. Non si ricorda il suo nome, il suo passato, perché si trova in quella situazione... vuoto cosmico. Piccoli e importanti flashbacks si fanno strada nella sua mente, come piccole rivelazioni che saranno essenziali sia per immergersi nell’intrigante universo creato da Andy Weir sia per il protagonista, Ryland Grace, che realizza di essere appena uscito da un lungo coma indotto e di trovarsi nello spazio a bordo della Hail Mary, in un nuovo sistema solare. Flashbacks, tantissimi flashbacks che si mescolano e si fondono con il presente, dando un senso e rivelando tutte le più piccole verità. Verità che pesano come un macinio sulle spalle di Grace. E’ da solo nello spazio e la Terra sta morendo, non le rimane molto tempo, l’apocalisse è alle porte e lui è l’ultima speranza per la sopravvivenza della razza umana. Il sole sta finendo la sua energia, dei piccoli organismi, gli Astrofagi, lo stanno mangiando e la Terra si sta avvicinando all’Era Glaciale. 
Ricorda un mondo cambiato dalla notizia dell'Apocalisse, un mondo che, sconvolto dalla notizia stava cercando comunque di vivere nella normalità. Un mondo in cui tutte le potenze mondiali e le menti più brillanti si sono messe in gioco e sacrificate per poter trovare una soluzione all’estinzione e a tutto ciò che sarebbe successo prima. 
Si ricorda del passato, di quando era un insegnante, di quando con passione insegnava ai suoi alunni e di come essi gli abbiano dato la forza di combattere e continuare a studiare la nuova calamità che rappresentano gli Astrofagi. Si rende conto di avere quasi paura nell'immaginare l'apocalisse e l'estinzione che dovranno affrontare nel futuro tutti i suoi studenti, i suoi ragazzi. 

Grace è appunto il protagonista principale che, come ho già anticipato, dovrà farsi carico di un
compito unico e davvero difficile. E’ brillante, intelligente, molto divertente e ingegnoso. Costretto a vivere in isolamento e in solitudine per gran parte del romanzo, solitudine che darà modo il lettore di lasciarsi totalmente coinvolgere dai suoi ragionamenti, pensieri e calcoli numerici, Ryland li condivide direttamente con il lettore. Personaggio che conosciamo ancora meglio grazie agli sbalzi temporali che ci permettono di confrontarlo tra il prima e il dopo la partenza sulla Hail Mary. Tutti gli imprevisti, tutte le sfide e tutti i ricordi che si intrufolano tra le vicende lo aiuteranno a scoprire tantissime cose su sé stesso e ad aumentare giorno per giorno la sua determinazione nel terminare la sua missione. Un personaggio troppo umano per essere presentato con le parole, capace di condividere tutte le sue emozioni con il lettore, tutti i suoi progressi e le vittorie, le sue sconfitte più pesanti e drammatiche e tutte le sue lacrime di tristezza ma anche di gioia. 

Ci sarebbe un altro personaggio di cui vorrei parlarvi, un personaggio secondario che ho amato alla follia. Un personaggio di cui purtroppo vi dirò molto poco ma che rappresenta un mezzo importante per l’autore per affrontare tematiche rilevanti. Sto parlando di Rocky, che risulta essere socievole, intelligente, ironico, sensile, emotivo, modesto e altruista. Posso solo dirvi che è una forma vivente che l’autore sa descrivere alla perfezione, ben caratterizzato nonostante la sua diversità e originalità. Un personaggio che entrerà in contatto con il protagonista per uno scopo comune, diventerà una sorta di alleato/amico e incanterà il lettore. Rocky viene da Erid, la terra degli Eridiani, ed è veramente intrigante ed emozionante leggere di questo nuovo mondo e iniziare a comprendere il loro distinto stile di vita, soprattutto grazie alle dettagliate descrizioni di Andy Weir e alle analisi e alle scoperte personali eseguite e osservate da Grace. E’ stavo davvero molto bello leggere di come questi due personaggi hanno iniziato ad approcciarsi, a comunicare e a capirsi, di come fin dall’inizio sia così normale per loro condividere le varie conoscenze fino ad intraprendere delle vere e proprie conversazioni, grazie alle quali scoprono a vicenda tantissime curiosità e concetti nuovi e sorprendenti. Per esempio scoprono di essere entrambi soli nella vastità dello spazio. Soli e con tante domande e dubbi. 

Rocky è un personaggio, come scritto prima, sensibile, anzi altamente sensibile. Ad un certo punto della narrazione in uno dei tanti dialoghi tra i due Rocky dice una frase che mi ha letteralmente lasciato di stucco: «La vita è anche motivo di diversità in popolazione! Vita è motivo!». Una frase che dice tutto senza troppe spiegazione e attraverso la quale l’autore esalta la diversità di ognuno di noi e di ogni cultura. Diversità che si annullano quando c’è bisogno di collaborare e che conducono a grandi traguardi. Grace e Rocky ne sono la prova e leggendo questo gioiellino capirete perché. 

Attraverso questi due impeccabili personaggi l’autore vuole sottolineare anche l’importanza dell’amicizia, come quella tra Rocky e Grace. Un rapporto che va oltre l'utilità e l'egoismo. Un rapporto di simbiosi, rispetto e curiosità. Un'amicizia nel vero senso della parola, quella più vera, profonda e sincera. Un'amicizia così forte da spingere Grace ad una scelta complicata, tra la vita e la morte, tra il suo amico Rocky e il suo ritorno a casa. Oltre all’amicizia aggiungo anche la tematica dell’accettazione, soprattutto a livello culturale. Accettare le usanze e le tradizioni dell'altro, accettare come l'altro è cresciuto e farne tesoro. Ho apprezzato tantissimo anche come la curiosità scientifica di Grace sia prevalsa su qualsiasi paura e ostilità nei confronti di Rocky permettendogli di apprendere tantissime informazioni ed evitando qualsiasi conflitto. 

Un altro personaggio fondamentale è Eva Stratt, una donna con gli attributi messa al comando di questa missione disperata di salvataggio mondiale. Una donna che nella sue mani possiede tantissimo potere decisionale ma capace di compiere scelte solo per il bene della Terra e del suo futuro. Un leader pazzesco che purtroppo, spesso, deve mettere da parte la sua umanità e le sue emozioni e concentrarsi solo sull'ottenere risultati positivi. 

Un’altra tematica importante è la sofferenza che il mondo dovrebbe affrontare prima dell’estinzione. La guerra, la carestia, la pestilenza ed infine la morte. La civiltà ritornerebbe come prima della rivoluzione industriale, ritornerebbe a concentrare le proprie energie per cacciare, coltivare, allevare e a basarsi solo su un’unica cosa, il cibo. Viene citata anche la rivolta dei Taiping, evento storico realmente accaduto, in cui milioni di persone sono morte a causa delle carestie successive alla guerra civile. La guerra distrugge l’agricoltura. 

Le descrizioni sono davvero incredibili, sono accurate, minuziose, non lasciano nulla al caso. Le descrizioni dell’ambientazione si fondono con quelle scientifiche e emotive. Descrizioni che riesco a far immaginare perfettamente al lettore questa nuova realtà in cui si trova totalmente immerso. Ineccepibili descrizioni anche riguardo ai possibili cambiamenti climatici, che travolgono il lettore come un vento gelido, e che lo fanno riflette sulla possibilità che tutto ciò che è scritto possa, in qualche modo, verificarsi anche nella nostra realtà. Magari non per colpa degli Astrofagi ma per colpa dell’uomo stesso. 

“Project Hail Mary” è un libro denso di eventi ma anche conoscenza, ricco di spiegazioni, esperimenti e formule scientifiche. Si parla di gravità, di energia, di velocità, di relatività e tantissimo altro. Viene citato anche Albert Einstein e altri importanti studiosi. Tutti gli elementi scientifici sono essenziali alla narrazione, si mescolano alla perfezione con gli avvenimenti senza mai risultare pesanti o inappropriati. Sono nozioni di facile comprensione, alla portata di tutti, capaci di rendere la storia più vera e concreta e di trasmettere tutto l’interesse e la curiosità che l’autore nutre nei confronti della scienza. Nozioni che trasudano riconoscimento verso la comunità scientifica. 

“Project Hail Mary” è un libro che rappresenta anche la collaborazione nel mondo, in particolar modo tra scienziati, che si sono messi in gioco per il bene e uno scopo comune. Una sorta di utopia nel mondo reale. Un romanzo che racchiude dentro di se anche tanta speranza, il filo conduttore di tutta la storia. 
Una lettura decisamente piena di colpi di scena e di avvenimenti inaspettati, capaci di mantenere alto il livello di ansia, adrenalina ma, soprattutto, di curiosità. Colpi di scena che mi hanno tenuta incollata alla pagine, mi hanno intrappolato nella grandezza dello spazio. 

Andy Weir ha scritto un libro sensazionale sotto ogni aspetto, anche il più piccolo. Una combinazione tra tecnologia e sentimenti, con l’aggiunta di una buona dose di ironia. Una lettura con un ritmo davvero incalzante, intenso e molto scorrevole. E’ avvincente, carico di umorismo ma anche di incertezza e timore. Ironia che si contrappone alla cupezza di certi istanti. Un romanzo molto realistico che consiglio vivamente. Nonostante la mole si legge velocemente e una volta finito vi sentirete vuoti, come se mancasse qualcosa, come se quasi non si possa fare a meno di Andy Weir. Un libro che chi ha amato i suoi romanzi precedenti e chi ama la fantascienza non può lasciarsi sfuggire.

La Terra è in pericolo. Il sole è infettato dagli astrofagi, io sono su una navicella spaziale in un altro sistema solare. Non è stato facile costruire questo veicolo e aveva un equipaggio internazionale. Parliamo di una missione interstellare, un’impresa impossibile senza la tecnologia adeguata. Okay, quindi l’umanità ha investito molto tempo e sforzi in questa missione e gli astrofagi erano il tassello mancante che lo ha permesso. 

«Rilevato movimento completo del corpo. Come ti chiami?» dice il computer. 
«Scherzi, vero?» domando. 
«Errato. Tentativo numero due: come ti chiami?» 
Faccio per rispondere. «Uh…» 
«Errato. Tentativo numero tre: come ti chiami?» Mi rendo conto solo ora di una cosa: non ho idea di chi io sia, né di cosa mi occupi. Non ricordo nulla. 

Trent’anni. Guardai i loro giovani volti. Di lì a trent’anni sarebbero stati quarantenni, avrebbero dovuto sopportare le conseguenze del disastro ambientale e non sarebbe stato facile. Sarebbero cresciuti in un mondo idilliaco per poi ritrovarsi all’improvviso in un incubo apocalittico. 


Andy Weir 
Nato e cresciuto in California leggendo i classici della fantascienza. A quindici anni ha cominciato a lavorare come programmatore (partecipando, tra l’altro, anche alla realizzazione del videogioco fantasy Warcraft 2). Dal 1992 si è dedicato alla scrittura, diventando celebre nel 2011 per il bestseller L’uomo di Marte, da cui Ridley Scott ha tratto il film Sopravvissuto – The Martian, con protagonista Matt Damon. Nel 2017 è uscito Artemis. La prima città sulla Luna, di cui sono già stati acquistati i diritti cinematografici.

giovedì 23 febbraio 2023

Segnalazione libri di Nicola Ricciardi

Buongiorno readers, 
oggi vi segnaliamo due pubblicazioni dell'autore Nicola Ricciardi. Si tratta di una raccolta di poesie e di un romanzo di narrativa contemporanea. Siete curiosi? Vi lasciamo subito la sinossi di entrambi, buona lettura.

Titolo: Petali di Poesia
Autore: Nicola Ricciardi
Editore: LiberodiScrivere








Petali di Poesia” è una raccolta di componimenti dello scrittore emergente Nicola Ricciardi, pubblicata con LiberodiScrivere.
La leggerezza sinuosa evocata dal titolo, nasconde in realtà liriche variegate nei toni, se pur con una penna riconoscibile per sensibilità e passione. Composta da molte poesie, l’opera è di fatto una cavalcata nelle profondità dell’autore che, come la Poesia stessa richiede a chi la scrive, non si risparmia nell’aprire al mondo le gioie e le paure, le delusioni e le speranze.
L’amore è il forte filo rosso che attraversa l’opera, un amore fatto di assenze e ricordi, ma anche di nuove consapevolezze, di crescita, di ricordi che non sono pura nostalgia ma nuove fondamenta su cui si è posato il proprio presente. Un amore che occupa le pagine ora con la sintesi, ora con la forza (Dio, Ti prego, fa che invecchieremo insieme,/perché amerò anche le sue rughe,/i suoi malanni, ogni cosa). Un amore, sia chiaro, che non è puramente sentimentale: Ricciardi lo dedica anche ai genitori, al mondo e a se stesso. Lo dedica anche alla sua terra, tanto che alcune delle liriche vedono l’utilizzo del dialetto, con pennellate molto apprezzabili a spezzare il ritmo alto della raccolta.
Si tratta dunque di un vero compendio di ciò che l’autore, con coraggio, ha voluto raccontare senza però trasformarsi in un mero espositore di pensieri: si tratta di parole in cui è bello ritrovarsi, che potrà essere bello dedicare. Per questo il termine “cavalcata”, per quanto brusco, descrive in realtà l’opera in modo esatto: senza paura, si propongono al lettore specchi continui e sempre diversi, diversamente orientati. Al tempo stesso, non passa inosservato che proprio la pluralità di direzioni di queste poesie si racchiude nella dedica iniziale, di cui non sappiamo di più, ma che laconica gioca con l’apertura e la sospensione: “Dedicato a…”.


Titolo: Il Destino di un Cane
Autore: Nicola Ricciardi
Editore: Giovanelli edizioni
Prezzo: 9,00€
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“Il destino di un cane” è la storia di un ragazzo di nome Luca, che un giorno qualunque trova un cucciolo di Labrador e lo porta con sé salvandolo da morte certa. Da quel giorno la sua vita cambia. Il cucciolo si dimostra un ciclone di felicità. Le giornate diventano sempre più intense ed occupate, fino a che, proprio grazie a Felice, il nome scelto da Luca per la sua vivacità, un giorno conosce Serena, una ragazza che lavora in una pasticceria e che diventerà l’Amore della sua vita. 
In questo racconto, si susseguiranno eventi felici e tristi, proprio come accade nella vita di tutti noi, tutti i giorni. Questa storia sarà non solo una crescita da tutti i punti di vista ma anche una rivelazione dei segreti nascosti della vita o, meglio specificare, visibili a tutti ma non accessibili a chiunque per diverse ragioni. L’amicizia tra Luca e Felice si rivelerà fatale svelando piccoli misteri sulla vita e dimostrando che “oltre” c’è molto e che dobbiamo ancora imparare tanto.


Nicola Ricciardi è nato a Maddaloni (CE) il 10/02/1990. Ha vissuto a Pisa dal 2004 al 2006 perché militava in due squadre di calcio. Diplomato in Economia Aziendale. Si arruola nell’Esercito nel 2011 e successivamente nel 2012 transita nella Polizia di Stato. Dal 2013 vive a Genova. 
Scrive dall’età di quindici anni e nel 2017 pubblica “Aforismi scelti” con PUNTOACAPO EDIZIONI di Novi Ligure. Nel 2019 pubblica “Petali di Poesia” con LIBERODISCRIVERE di Genova. Nel 2021 pubblica “Il Destino di un cane” con GIOVANELLI EDIZIONI di Roma. Ad oggi ha scritto oltre 900 aforismi, oltre 200 poesie, oltre 40 parabole, un racconto e un saggio sula vita. L'ispirazione, a Dio, all’Amore, al Tempo e tutto ciò che concerne la Vita, è la sua strada. Lettore appassionato di Filosofia, Spiritualità, Teologia, Psicologia, Testi Sacri e Maestri di vita. Scrive perché vive. 

lunedì 20 febbraio 2023

Recensione "Notte dei coltelli" - Ian C. Esslemont

Titolo: Notte dei coltelli (Una storia dell'impero Malazan vol.1)
Autore: Ian C. Esslemont
Traduttore: Francesco Vitellini
Editore: Fanucci
Genere: fantasy
Pagine: 264
Prezzo: 18,00€


La piccola isola di Malaz e la sua città hanno dato il nome al grande Impero, ma ormai sono poco più di uno squallido porto dimenticato. Stanotte, però, è diverso. Stanotte ci sarà l’apparizione di una Luna d’Ombra, un evento che si verifica una volta sola nell’arco di una generazione e che minaccia la gente di Malaz evocando creature demoniache e presenze oscure. Mentre le fazioni all’interno dell’Impero si preparano alla conquista del Trono imperiale, una creatura antica e potente attacca l’isola. A testimoniare questi eventi catastrofici ci sono Kiska, una giovane e talentuosa ragazza che desidera andarsene dalla città, e Temper, uno stanco veterano. Ognuno di loro avrà un ruolo ben preciso in questo conflitto che determinerà non solo il destino della città di Malaz, ma di tutto l’Impero.
Attingendo dagli eventi descritti nel prologo del famoso fantasy di Steven Erikson, I giardini della Luna, Notte dei coltelli è un importante capitolo nella storia dello straordinario mondo di Malaz.


Notte dei coltelli è il primo volume della serie Una storia dell'impero Malazan. Questo libro è ispirato al prologo di Erikson de I giardini della luna (che ora voglio decisamente recuperare!), essendo ambientato nello stesso mondo di Malazan che Esslemont ha contribuito a creare, ma ha vita propria ed è leggibile autonomamente. 
La copertina e il titolo promettevano avventura e intrighi e la storia non ha deluso queste mie aspettative, anzi.

Kiska è una ragazza piena di aspettative per il futuro ed entusiasta di poter dimostrare il proprio valore, è ambiziosa e sull'isola diroccata dove vive si sente sprecata, imprigionata. È una giovane orgogliosa che ha fame di esperienze, e nel corso delle vicende dimostra di essere coraggiosa e testarda tanto quanto impreparata a quegli eventi più grandi di lei. 
Temper è un soldato con ferite mai guarite del tutto, un veterano pieno di ricordi del passato, delle guerre combattute e dei compagni d'armi. È solitario e tende a celare la sua vera identità, il suo passato, ma capiamo presto che è bene non sottovalutare la sua resistenza e la sua forza di volontà, una fiamma determinata che ancora arde in lui nei momenti più difficili delle battaglie. 
Due personaggi principali, di cui seguiamo separatamente le azioni, che non potrebbero essere più diversi eppure in fondo più simili. Una ragazza inesperta e uno stanco veterano, ma entrambi determinati, nel bene o nel male, e quasi spinti dal destino a farsi coinvolgere in quello che sta accadendo a Malaz: è una notte di luna d'ombra, quando si dice che le anime dei morti escono allo scoperto come demoni. Una notte strana ed enigmatica, pericolosa, in cui diverse fazioni si contenderanno un potere e in cui la realtà umana e il regno dell'ombra si sovrapporranno mescolandosi imprevedibilmente.
Il personaggio che mi ha più affascinato è stato Temper, ma ci sono molte altre figure interessanti, solo apparentemente secondarie, come Agayla, una maga a cui Kiska è fortemente legata, o il misterioso pescatore, che sembra essere in realtà molto di più, e i cavalieri della tempesta, esseri del mare che cavalcano le onde portando il gelo con sé.

Gli si seccò la bocca per un nuovo genere di paura... il terrore che i propri sensi si corrodano. Era proprio quello che temeva di più dei Canali: il modo in cui potevano distorcere la mente. Poteva affrontare un nemico fisico, ma la follia? Come la si combatte quella?

La magia si intreccia alla trama in modo avvincente e particolare, tra personaggi surreali e la convergenza di regni paralleli, spesso non è del tutto esplicita ma arriva al lettore tramite l'atmosfera della situazione descritta. 
Un altro elemento che mi ha colpita e che ha contribuito a mantenere questo clima di suspense è che quasi tutto il racconto si sviluppa in una singola notte, e questo dà prova anche dell'abilità dell'autore nel saper coinvolgere il lettore.

La trama inizialmente non è semplice, ma è fin da subito intrigante e appassionante. Molto utile la lista dei personaggi e il glossario, e la mappa che è sempre un punto a favore in un fantasy. 
Le descrizioni dell'autore sono in grado di creare delle immagini e delle sensazioni intense e vivide nella mente del lettore. Ho percepito l'atmosfera cupa e trepidante che avvolge le vicende dall'inizio alla fine, il rumore costante delle onde che si infrangono sull'isola di Malaz, confortante e angosciante al tempo stesso, i latrati demoniaci che hanno perseguitato i protagonisti nella notte nefasta. 
Non ho potuto evitare di leggere questo libro con molta attenzione, la storia mi ha appassionato e il clima enigmatico ha aleggiato sulla lettura fino alla fine. 
Mi è piaciuto moltissimo, un fantasy come piace a me! Lo consiglio agli amanti del genere e spero di poter leggere presto il seguito. 

«Ѐ tutto calmo.» A quelle parole le spalle di Tayschrenn si tesero. «La maniera Malazan» sussurrò. «Il tocco dell'assassino. La carezza di un tessuto. Un sorso di vino. Lo scintillio di una lama sottile come un dente di serpente. Il tuo nome sussurrato mentre ti stai addormentando.»


_Lisa_

mercoledì 15 febbraio 2023

Recensione "Arte al guinzaglio" - Roberto Nicolucci

Titolo: Arte al guinzaglio - Passeggiata semiseria tra quadri, copertine e fotografie
Autore: Roberto Nicolucci
Editore: Roberto Nicolucci editore
Collana: arti 
Pagine: 96
Prezzo: 18,00€


C’è quella dei Pink Floyd – la Mucca per antonomasia, la Signora Mucca, anno 1970, madre dal cuore atomico – e c’è il topo che sbuca nello studiolo umanistico di San Gerolamo. Ci sono i bracchi di Bassano: cani di vita che avrebbe accarezzato Pasolini e che, al Louvre, da decenni reclamano invano una carezza al lato della Gioconda. C’è il molosso di Velázquez e il cagnetto di Carpaccio. E c’è l’inesorabile lentezza della lumachina quattrocentesca di Cossa. Sono i migliori animali della nostra vita. Questo zoo portatile è sempre aperto: a un segnale compariranno il serpentello e gli asini ruttanti di Ribera, l’allocco di Bartolomeo Della Gatta, il cane scheletrico bronzeo di Giacometti sopravvissuto al disastro atomico, la scimmia al guinzaglio sul Lungosenna, i due levrieri bianco e nero, effetto Ringo, nell’affresco di Piero della Francesca a Rimini e il drago da passeggio, con annessa principessina timida, nel bioparco di Paolo Uccello. Animali veri o fantastici da conoscere nei loro principi. Basta entrare in un museo o dare un’occhiata a questo libro per cominciare a conoscerne alcuni.
Nicolucci sa guardare con occhio diverso e diverte per la ragione che è lui il primo a divertirsi, entrando e uscendo dalla porta scorrevole della rappresentazione degli animali. Tutta in maiuscolo la Storia dell’Arte si può raccontare dalla loro parte.
Qualcuno dirà: soprattutto. E sta’ a vedere che non sia questo l’osservatorio più proficuo per scovare, naso sulle opere, nuove strade e nuovi nessi. Oggi gli animali sono punto di partenza e arrivo. La scena è tutta per loro.
(dalla Prefazione I migliori animali della nostra vita di Stefano Causa)
                           

Nella prefazione Stefano Causa definisce questo libro uno "zoo portatile" e in effetti, dopo averlo anche solo sfogliato, mi sono subito resa conto che è proprio così. Si tratta di una raccolta di opere d'arte, soprattutto dipinti ma anche fotografie e una scultura, in cui i veri protagonisti sono loro: gli animali. I nostri amati cani, innanzitutto, ma anche gatti, mucche, allocchi, leoni, asini, ermellini, lumachine e, perché no, perfino draghi. Certo, vedere queste opere dal vivo dev'essere tutt'altra cosa, ma nell'attesa di poter fare il giro dei musei del mondo, direi che si può incominciare proprio da qui. 

Roberto Nicolucci ci presenta opere d'arte che vanno all'incirca dal XIV secolo fino agli anni Settanta del secolo scorso, in un mosaico di autori, luoghi, stili e intenzioni molto diversi tra loro. Per citarne solo alcuni: correte a cercare l'immagine della famiglia di Filippo IV di Velázquez, il quadro non è noto per il cane, che non è nemmeno in primo piano, eppure il molosso ha un'aria talmente infastidita e realistica che potrebbe diventare il vero protagonista. Sicuramente conoscete anche solo per sentito nominare la Dama con l'ermellino di Da Vinci, ma l'abbiamo mai osservato davvero? Avete mai notato quanto l'animale somigli alla dama nei loro tratti raffinati? 
I dipinti che personalmente ho preferito, in verità, sono altri due, anche se probabilmente meno noti: Ritorno dalle corse, di Giuseppe De Nittis, in cui una disinvolta signora parigina tiene al collare un cagnolone, che pare controllare con circospezione che nessuno si avvicini alla sua protetta, e l'Autoritratto con cane nero di Courbet, che mi sembra la perfetta dimostrazione che i cani assomigliano davvero ai loro padroni!
E come non citare la fotografia di una semplice e insospettabile mucca che è finita sulla copertina del disco Atom hearth mother dei Pink Floyd, tanto geniale quanto bizzarra come scelta per uno dei capolavori della rock band.

Questo gioiellino ci mostra insomma una particolare sfaccettatura della storia dell'arte, quella legata alla rappresentazione degli animali, a volte soli, a volte con i loro padroni, a volte in primo piano, altre apparentemente di sfondo, all'interno o all'esterno delle abitazioni, in paesaggi naturali o in momenti sacri (è il caso del gatto che irrompe nell'Annunciazione di Lorenzo Lotto), realistici, fantastici, o futuristici, cani di strada o cani di razza, bracchi maculati o simpatici barboncini. 

Un volume molto ben curato, con le illustrazioni a piena pagina accanto alle relative descrizioni. Quello che più ho apprezzato è come l'autore ci parla di queste opere e dei loro personaggi: non ne fa una descrizione scolastica e puramente tecnica, ce li presenta invece in modo interessante, semplice e spiritoso, catturando la nostra attenzione su dettagli che altrimenti trascureremmo, stupendoci e senza mai annoiare. Un viaggio che mi ha fatto scoprire artisti che non conoscevo, e mi ha convinta a prestare meglio attenzione ad altri che invece conoscevo già. Una lettura simpatica, alla portata di tutti, adatta anche a chi non è solito dedicarsi alla storia dell'arte, l'importante è essere amante degli animali ed essere curiosi!
Ringraziamo di cuore l'editore Roberto Nicolucci per averci fatto scoprire questo mondo nel mondo, questo aspetto dei mille volti dell'arte. E state pronti perché leggeremo anche un altro libro dello stesso editore, questa volta tornando ai romanzi: Scala a San Potito e Le Pareti Bianche di Luigi Incoronato. Non vediamo l'ora, a presto! 



_Lisa_

giovedì 9 febbraio 2023

Segnalazione "Diario di un lavoratore stagionale" - Giulia A. Cordasco

Buongiorno readers, 
La pubblicazione che vi segnaliamo oggi è un racconto autobiografico di Giulia A. Cordasco, "Diario di un lavoratore stagionale - tratto da un disagio vero". Buona lettura!

Titolo: Diario di un lavoratore stagionale - tratto da un disagio vero
Autore: Giulia A. Cordasco
Editore: Dialoghi
Genere: Autobiografico - (tragicomico!)
Pagine: 116
Prezzo: 14 euro
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Sinossi:
Estate 2019.
Giulia racconta in prima persona la sua surreale esperienza di lavoratrice stagionale presso un lussuoso stabilimento balneare italiano. Gli eventi, gli incidenti e, soprattutto, la scellerata gestione del lavoro vengono raccontati in chiave ironica in un diario quotidiano, corredato di dialoghi e messaggi. Il lettore viene coinvolto e trasportato sulla spiaggia, al ristorante, in reception al fianco di Giulia mentre svolge le sue mansioni, ma anche per ore sotto il sole rovente all'ingresso dello stabilimento e nell'incommentabile alloggio fornito ai dipendenti. Da maggio a settembre, dalla risposta all'annuncio di lavoro alla "resa dei conti" finale, attraverso banali incomprensioni, ordini assurdi, sciocchi dispetti e spietate pugnalate alle spalle, questa testimonianza suscita domande e, magari, una riflessione sulle condizioni del lavoro stagionale e su ciò che siamo disposti a tollerare. Nonché su ciò che il turista non vede, dietro le quinte della sbandierata professionalità, e che spesso è meglio che non veda, per sua stessa serenità in vacanza. 
L'appendice finale racchiude alcuni utili consigli per i lavoratori, stagionali e non, basati sulle esperienze dirette dell’autrice.

"Sono le nostre scelte Harry che ci mostrano chi siamo veramente, molto più delle nostre capacità", dice Albus Silente ad Harry in una scena del film Harry Potter e la camera dei segreti. Spesso giustifichiamo le nostre decisioni dicendo a noi stessi e agli altri che non avevamo scelta, che non potevamo farci niente, che non era colpa nostra, ma anche scegliere di non scegliere è anch'essa una scelta. Può capitare nella vita di vivere dei momenti difficili, di sbagliare, di prendere la decisione sbagliata, ma non fa niente. Non commiseratevi, non siate arrabbiati con voi stessi, non chiudetevi a riccio, non state fermi. Il valore di una persona lo si vede non tanto dagli sbagli che fa, ma da come decide di rapportarsi alle sue scelte e come sceglie di reagire alle situazioni in cui si trova. Non pensate mai che se avete sbagliato non potete rimediare, non permettete mai a nessuno di dirvi che una cosa è impossibile: se ci credete davvero, dovete provare."


L'autrice:
Giulia A. Cordasco è nata nel 1988 ad Acqui Terme (AL).
Curiosa dalla nascita, solare, disponibile e testarda, lavora in ambito turistico - culturale da oltre dieci anni. Nel 2015 ha pubblicato un saggio nel volume "Milano nella Grande Guerra. La memoria dei Caduti e il Cimitero Monumentale" e nel 2018 un racconto nella raccolta "Cinque donne e un intruso". "Diario di un lavoratore stagionale" è il suo primo romanzo autobiografico. A marzo avrà inizio una ricerca sui Luoghi della memoria della Resistenza nella provincia di Alessandria.

mercoledì 8 febbraio 2023

Recensione "E' così che su muore" - Giuliano Pasini

 

Titolo: E' così che si muore
Autore: Giuliano Pasini
Editore: Piemme
Genere: Giallo/Thriller 
Pagine: 351
Prezzo: 18,90 



La distruzione non s'improvvisa. La distruzione richiede metodo.
Sono passati dieci anni dall'ultima volta che il commissario Roberto Serra ha dovuto seguire un'indagine a Case Rosse, borgo di mille anime arroccato sull'Appennino emiliano in cui ha avuto luogo uno dei crimini più brutali della sua carriera. Ha chiesto lui di essere assegnato di nuovo a quel minuscolo commissariato tra le montagne e i campi, perché lì pensava di poter sfuggire ai fantasmi che accompagnano le sue notti e provare a rimettere insieme i pezzi della sua vita. È un giorno di maggio uguale a tanti altri qua
ndo viene chiamato nella frazione di Ca' di Sotto per un incendio. Il cadavere di Eros Bagnaroli, detto il Burdigòn , lo scarafaggio, viene ritrovato carbonizzato in quel che resta della sua casa, ma sul suo corpo ci sono ferite che nessun fuoco è in grado di provocare: è stato sgozzato, come si fa da quelle parti col maiale. Inizia così la seconda indagine di Serra a Case Rosse, e un muro invalicabile di omertà sembra di nuovo circondarlo, mentre la Danza, il suo male oscuro, gli crolla addosso quando meno se lo aspetta. Questa volta, però, non è solo. Al suo fianco c'è l'esuberante, rissosa e fragilissima Rubina Tonelli, anche lei con la sua parte di fantasmi e cicatrici. Per entrambi, cercare la verità sarà un modo per salvarsi. O per condannarsi definitivamente. 


“E’ così che si muore” è una recente uscita firmata Piemme da non lasciarsi assolutamente sfuggire. E’ il primo libro che leggo dell’autore Giuliano Pasini e ne sono rimasta affascinata e molto soddisfatta. Non vedo l’ora di recuperare tutti i suoi scritti. 
Un libro che si apre in modo agghiacciante e turbolento, che inizia con un flusso di coscienza di un uomo che sta morendo, che sta esalando i suoi ultimi pensieri. Il lettore si trova bruscamente catapultato nei suoi ultimi pensieri, nel suo dolore e nella sua incredulità e confusione poco prima di essere divorato dalle fiamme. Un libro che rappresenta il ritorno a casa ma anche la fuga da un passato angosciante e drammatico. Un giallo mescolato al thriller, un mix di rabbia, emozioni, profumi, pietanze, dolore, musica, amore e una buona dose di ironia e di alcool. Un indagine che avrà luogo anche nel profondo dell’animo dei protagonisti, che dovranno affrontare i loro mostri e fantasmi interiori. 
L’ambientazione, Case Rosse, scelta dall’autore è molto suggestiva. Ci troviamo in questa piccola realtà, in un piccolo borgo dell’Appennino tra Modena e Bologna. Un paesino di poche anime, in cui tutti si conoscono e sanno tutto di tutti, in cui nulla sfugge o passa inosservato. Poche anime con una mentalità chiusa e ferma nel passato che non vedono di buon occhio le diversità, che guardano con timore e sospetto chi viene da fuori, gli stranieri, ed fòra, in dialetto. Sono incatenati alle usanze e alle credenze e non tollerano i cambiamenti sociali. Un'ambientazione che per l’autore ha un grande significato personale, la sua terra e la sua cultura, in cui decide di far tornare, dopo anni e un lungo peregrinare, il commissario Serra. L’attenzione dell’autore per le descrizioni dei luoghi e dei loro profumi e colori delinea e sottolinea l’amore e la passione di Pasini per quelle piccole e particolari realtà di campagna.  

“E’ così che si muore” è un indagine in cui il lettore si trova a dover indagare insieme a dei protagonisti che ho apprezzato e amato tantissimo. Sono perfettamente caratterizzati, con una personalità molto forte, così diversi ma, al tempo stesso, molto simili. Personaggi che lentamente ci mostreranno chi sono, cosa sanno fare e ciò che nascondono. Ci mostreranno le loro più intime paure ed insicurezze, i loro fallimenti, i loro vizi e pian piano ci riveleranno anche il passato dal quale scappano e cercano rifugio.  

Il commissario Serra è un uomo risoluto, attento e pronto a svolgere il suo lavoro. Scappa da avvenimenti passati, dalle vittime morte violentemente, dal dolore, dalla morte, vuole pace e tranquillità, vuole un posto in cui la vita sia sempre davanti alla morte. Ma il destino purtroppo non ha intenzione di realizzare i suoi desideri. 
Un uomo che fin da bambino ha dovuto fare i conti con la cattiveria umana, con la malvagità più spietata di chi ha deciso di portargli via i genitori. Vive una situazione familiare che lo mette sotto pressione, che lo rattristisce e addolora e tutto questo provoca in lui un grande disagio, un grande vuoto che riesce a colmare solo l’alcool. Un personaggio difficile da definire, difficile da capire, è riservato, è luce e ombra allo stesso tempo. Un uomo che ha sacrificato la sua vita e l'amore che lo circondava per dare sollievo e giustizia alle vittime. 
Si trova difronte a questo corpo carbonizzato e si domanda se chi seguirà il caso lo farà nel migliore dei modi, si chiede se avranno l'umanità di risolvere un caso che riguarda una persona poco conosciuta, amica di nessuno o se archivieranno il caso il prima possibile. Ma questa vicenda alla fine lo fagociterà totalmente e lui dovrà rimettersi in gioco. 

Fortunatamente non sarà solo, al suo fianco ci sarà Rubinia Tonelli, personaggio che reputo davvero molto speciale. 
Tonelli è un agente, donna, ironica, caparbia e al suo primo cadavere. Apparentemente forte ma che in realtà nasconde una grande fragilità e debolezza.
Amante delle macchine. Capace di ribellarsi quando non viene trattata da pari, quando nessuno crede nelle sue capacità. Anche lei, come Serra, sta fuggendo dall’opprimente passato, dai suoi errori e dalla sua sofferenza. Sofferenza che spesso ritorna a galla cercando di farla cadere nel baratro e che purtroppo affronta con altro dolore. Non ha solo ferite nel cuore ma anche sul corpo e la vista di un cadavere la farà vacillare e sentire più insicura. Una donna che sentendosi piccola difronte al mondo e alla realtà trova sfogo nell'autolesionismo e, spesso, anche nella droga. 
Due protagonisti vivi, reali, umani, con le loro forze e le loro debolezze, con le loro profonde e tangibili emozioni. Si fanno forza a vicenda, si confidano e si supportano e, insieme, sono una squadra pazzesca. 

Tranquillo, ne ho abbastanza dei miei. Sembriamo il giorno e la notte noi due, invece siamo uguali. Entrambi a disagio nella nostra pelle.

Ho apprezzato tantissimo anche il personaggio di Nives, una signora di una certa età così dolce e premurosa da intenerire e commuovere il lettore. Una sorta di nonna e di mamma per il commissario Serra. 

Mi è piaciuto molto l’alternarsi dei capitoli dedicati a Serra, a Rubinia e ai momenti in cui sono insieme, soprattutto durante le indagini. Capitoli che ci permettono di seguire passo per passo le loro azioni, anche fuori servizio. Credo sia una bellissima opportunità per il lettore per entrare sempre più in sintonia con protagonisti e il loro animo e per condividere quasi faccia a faccia con i loro subbuglio interiore. Mi sono divertita a leggere, soprattutto nei dialoghi, frasi o parole in dialetto. 
La narrazione e lo stile di scrittura sono coinvolgenti e scorrevoli, è veramente ben scritto. Uno stile perfettamente adatto alla storia che lentamente porta a galla la verità, la spaventosa realtà. Una realtà che, per assurdo, rappresenta il lato oscuro dell’amore. L’amore è come il veleno. Lo stesso amore che spesso porta a compiere azioni impensabili. Uno stile che appassiona fino alla fine, fino all’ultima parola. 
Mi è dispiaciuto tantissimo finirlo, infatti mi sono presa tutto il tempo per godermi ogni singolo capitolo, ho voluto farmi coinvolgere lentamente e totalmente da questa sorprendente indagine. Un libro che si è rivelato una piacevolissima sorpresa, consigliato assolutamente. 

Allora è così che si muore.Le gambe non reggono. Le braccia cadono. Cado an ch'io. Mi schianto a terra.Non fa male, è tutto morbido, dolce. Sotto la guancia sento caldo. È il sangue che esce da me, la mia vitaccia che se ne va. Tra poco manderò a fare in culo questo mondo schifoso.

Quando i cadaveri hanno un nome, tornano persone. Con una storia, dei legami, un passato. Un presente in cui qualcuno ha voluto la loro morte. In quel momento, Serra ha l'impressione che l'anima, o comunque la parte che ha lasciato quel corpo martoriato, gli tenda la mano in cerca d'aiuto. 

Non mi ero mai accorto che Eros Bagnaroli sedesse li. Ci sono persone che hanno il dono o la condanna dell'invisibilità.

"Cosa vuoi che ti succeda in un posto dove un poveretto è stato ammazzato come un maiale e hanno provato a dargli fuoco? Chi ha il coraggio di farlo una volta, varca un confine. Dopo, non ha più remore."

Siamo due naufraghi, io e te. Costretti ad aggrapparci a quello che possiamo. Anche uno all'altra, se non avessimo così paura.


Giuliano Pasini 
Nato a Zocca, è un orgoglioso uomo d’Appennino che vive in pianura, a Treviso. Socio di Community, una delle più importanti società italiane che si occupano di reputazione, è presidente del Premio Letterario Massarosa e in giuria di altri concorsi italiani e internazionali.
Il suo esordio, Venti corpi nella neve (ora Piemme), diventa subito un caso editoriale.
Seguiranno Io sono lo straniero e Il fiume ti porta via (entrambi Mondadori), tutti con protagonista Roberto Serra, poliziotto anomalo e dotato di grande umanità, in perenne fuga da sé stesso e dal male che lo affligge. È così che si muore ne segna il ritorno a Case Rosse dieci anni dopo il primo romanzo.