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lunedì 28 giugno 2021

Segnalazione "Le isole di Smeraldo" - Dama Berkana

Buongiorno a tutti lettori! 
Anche oggi vi segnaliamo un romanzo dalla copertina davvero accattivante così come la trama. Un fantasy che ci ispira moltissimo, e voi cosa ne pensate?

Titolo
: Le isole di smeraldo
Autrice: Daniela Maccarrone, alias Dama Berkana
Editore: Amazon Publishing 
Genere: Fantasy 
Pagine: 318
Prezzo: € 13,99 cartaceo, € 3,99 ebook 
Data uscita: 12 Maggio 2021
Serie: Saga dei Túatha (prequel de “La Ruota d’Argento”) 







Trama:  

«Tanti sono i segreti che lo Smeraldo nasconde. Non occulti nell’ombra, ma brillanti alla luce.»

La fanciullezza del mondo è da poco iniziata. Cinque Smeraldi rifulgono di pace e perfezione. Sono le Isole in cui la progenie mortale della Dea Dana vive beata, giungendo nell’oltretomba solo in età senile. Mantenere integro un tale paradiso, però, non è semplice. Lugh, Dio del Sole, si serve dei pochi poteri ancora in suo possesso per preservare la serenità nello Smeraldo. Giorno dopo giorno, scende giù dal suo astro e si assicura che nulla sia cambiato. Né nel popolo, né tra i quattro tesori sacri custoditi nei Templi. 
Grazie all’attenzione posta dalle divinità, dagli Scudi e dalle Druidesse, non una macchia insozza le Isole. O almeno così sembra. I segreti nascosti nello Smeraldo, in realtà, sono molti. Alcuni magici, altri oscuri. E, ben presto, emergeranno tutti. 


Citazioni

Lisce e levigate dall’acqua del lago, le rocce che componevano quel posto sacro scintillavano vivaci. Nonostante la mole, erano adagiate le une sulle altre con tanta naturalezza da apparire più leggere di una piuma. Costituivano le altissime pareti dentro cui era custodito uno dei quattro tesori affidati dalle divinità ai Túatha de Danann. Custodivano il tesoro di Teutates, primo Dio della guerra. Proteggevano la Lia Fài, la Pietra del Destino. 

Fattezze da uomo, ma buio al posto della carne, Hafgan era impossibile da individuare di notte. E nonostante fosse appena l’alba su Murias quando fece la sua comparsa, era facilmente scambiabile per l’ombra di uno dei presenti piuttosto che per una figura a sé stante. L’unico elemento che lo faceva emergere e distinguere dalle comuni proiezioni di buio, erano i suoi occhi. Due stelle nel più oscuro dei cieli notturni. 

Il Dio si perse tra i profumi e i suoni che quella natura gli regalava. Giunto in prossimità di un grande baobab, si appoggiò con la fronte al suo tronco e chiuse gli occhi. Un battito dopo l’altro, Lugh sentì chiaramente il pulsare ritmico del cuore di quell’albero. Era composto di linfa e corteccia, ben diverso da quello di muscoli e sangue dei mortali. Altrettanto differente era il cuore di un Dio, saldo ed eterno. Eppure, tutti e tre scandivano la stessa melodia.

Lugh guardò giù. I suoi occhi d’ambra catturarono i riverberi che l’oceano regalava all’alba. Quando le sue onde turchesi s’infrangevano sulle coste dei Cinque Smeraldi ne veniva fuori una pioggia estatica. Volare sopra tanta meraviglia era un privilegio che solo in pochi avevano. E nessuno tra quelli era mortale. 


Estratti
La vicinanza col suo tesoro faceva sempre sentire vivo il Dio, potente, capace di spazzare via qualsiasi ostacolo. Il fuoco dorato che bruciava sulla punta della Lancia, frammento solare, accendeva il suo sguardo e metteva in moto il suo sangue divino. In quel momento, però, più Lugh si avvicinava, più la vista si annebbiava. I contorni degli elementi intorno a lui sfocavano, le parole delle persone diventavano ovattate e un freddo gelido gli bloccava il respiro. Eppure, il Protettore era ancora lì, al suo posto. Lo fissava e gli assicurava che nulla era mutato. La Lancia non era stata spostata, nessuno l’aveva toccata e niente aveva incrinato l’equilibrio tra lei e il Protettore. 
Che cos’erano quelle orribili sensazioni che percepiva, allora? Cosa voleva dirgli la Sléa Bùa? Il Dio quasi volò tanto salì in fretta la scala a chiocciola. Ma una volta giunto a destinazione, una volta stabilita la diretta connessione con il tesoro, questi tacque. Nel più assordante e rigido silenzio, la Lancia non gli parlava più. 

Cristalli di Rocca, rubini e lapislazzuli emergevano dal terreno come funghi, lastricando il sentiero della Stella Estiva. Tuttavia, il Dio non era affatto interessato a loro quel giorno. Per raggiungere il Cuore di Éire era tutt’altra la strada da seguire. Non importava che il senso dell’orientamento mancasse quasi del tutto nella Stella Estiva, ancor più sull’Isola Maggiore. Non era necessario possederlo. Bastava seguire le ombre. Dopo aver superato dossi, lievi avvallamenti, distese di gemme e infinite radici, Lugh giunse a destinazione. Sapeva benissimo come arrivarci, ma non era mai stato costretto a farlo. Entrare nel Cuore significava rischiare di perdersi per sempre e fino ad allora non c’era stata nessuna ragione valida per correre quel pericolo. La normalità sullo Smeraldo, però, sembrava essere un ricordo lontano, ormai. Lugh alzò il capo verso l’alto e, seguendo il consiglio di Pwyll, frugò con lo sguardo tra le fronde sulla sua testa fino a che non individuò una fessura nel fogliame. Il cielo al di là era rosso, totalmente immerso nel tramonto, ma c’era ancora tempo. Se lo sarebbe fatto bastare. 

Daniela Maccarrone 
Alias Dama Berkana, nasce a Catania il 2 Agosto 1996. 
Con la testa fra le nuvole sin dall’infanzia, cresce immaginando mondi fantastici e avventure entusiasmanti. Sono proprio queste fantasie che la spingono a iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Catania nel 2015, sicura che la sua strada sia proprio quella artistica. È con la sua tesi triennale che, difatti, dà vita al cortometraggio d’animazione “Legend of Samhain”, base grezza da cui poi sviluppa la storia del suo primo romanzo “La Ruota d’Argento”, pubblicato con Amazon Publishing nel 2020. Nel 2019 partecipa al concorso letterario “Sicilia Dime Novels” con la storia breve “I Fatuzzi superbi”, inserita all’interno di una raccolta pubblicata nel 2020 a cura Algra Editore. Decisa a esplorare miti e leggende delle antiche civiltà per dar vita a racconti fantasy, ha già in mente nuove idee per i futuri libri. “Le Isole di Smeraldo” costituisce il prequel de “La Ruota d’Argento”, ma può essere letto sia per primo che subito dopo il suo seguito. 

Contatti
Email: dama.danielamaccarrone@gmail.com 
Facebook: @ladamaberkana 

giovedì 24 giugno 2021

Review Party "Cuore di Spine" - Bree Barton



Titolo: Cuore di Spine
Autore: Bree Barton
Editore: HarperCollins
Genere: fantasy/storia d'amore per ragazzi
Pagine: 348
Prezzo: 6,99 euro (ebook)




In un antico regno fluviale, dove un tocco può uccidere e i corpi sono veri e propri strumenti di guerra, Mia Rose è la giovane figlia del capo dei Cacciatori delle Gwyrach, donne capaci di manipolare carne, ossa, respiro e sangue. Le stesse che hanno ucciso sua madre senza un graffio.
È tutta la vita che si allena per seguire le orme del padre, ma ora Mia si ritrova promessa sposa al principe Quin: sembra finito il tempo dell'attrezzatura da cacciatrice, nel suo futuro si prospettano eleganti abiti di seta che non le corrispondono. Decisa a ogni costo a seguire la propria strada, la ragazza progetta la fuga, ma non immagina che a tradirla sarà il suo corpo. E se anche lei possedesse la magia che ha giurato di distruggere?
Mentre si svelano i segreti del passato, Mia dovrà imparare a fidarsi del suo cuore, anche se potrebbe costarle la vita.

Una protagonista forte e coraggiosa, un regno oscuro in cui solo le donne possono avere la magia e ogni donna è sospettata di possederla.


In questo Review Party vi voglio parlare del libro che, per ora, più mi è piaciuto in questo 2021.
Un libro di cui, sfortunatamente, non si sa se verrà pubblicata la versione cartacea.
Questa lettura mi ha lasciato spiazzata, le tematiche affrontate sono molteplici e una più significativa dell'altra. Tematiche che ti entrano nel cuore e che vengono catapultate in un mondo fantastico, incredibile, così diverso dal nostro ma con problemi che invece ci appartengono. 
Una lettura che definirei una profonda riflessione sul mondo femminile e una critica costruttiva a tutte le sciagure che esse hanno sempre dovuto patire.
L'ambientazione è sempre descritta in maniera chiara e dettagliata. Tutto viene spiegato e il lettore si immaginerà perfettamente ogni singolo luogo.

Il mondo che ci presenta l'autrice è diviso in quattro regni: Fiume, Fuoco, Neve e Vetro, tutti diversi tra loro. I personaggi sono tanti e, insieme, danno vita a questa incredibile avventura. Ogni singolo personaggio è perfettamente collegato alle vicende senza essere di troppo. 
La protagonista principale è Mia, una ragazza forte, coraggiosa e determinata. Con la testa sulla spalle e pronta ad affrontare qualsiasi sfida le si ponga davanti. Una ragazza che per tutta la sua giovane vita ha studiato e si è allenata per diventare una Cacciatrice e combattere contro le Gwyrach, donne che possedevano poteri magici, che potevano governare la carne, le ossa e il sangue degli esseri umani. Donne che avevano il potere di togliere la vita con il tocco di una mano, e per questo reputate streghe, pericolose, e quindi braccate dai Cacciatori e uccise in modo barbaro.
Mia vive a Glas Ddir, un città a cui non sente di appartenere per via di tutte quelle norme sociali che le vengono imposte quotidianamente in quanto donna. La sua vita verrà stravolta quando suo padre la obbligherà a sposare un uomo che non ama, per lei la situazione diventa intollerabile. Non può accettare di essere obbligata a restare tutta la vita a fianco di un uomo che non ama. Un uomo che, al tempo stesso, è l'erede al trono: Quin.
La sua fuga la porterà a scoprire se stessa, ma soprattutto a svelare i segreti con la quale è cresciuta, a smascherare le bugie che per anni l'hanno fatta tacere. Una fuga che rappresenta un viaggio verso la verità, verso la sua vera essenza.

Mia è molto studiosa, per realizzare i suoi sogni e diventare Cacciatrice ha dato tutta se stessa nello studio, in modo tale da conoscere perfettamente il corpo umano e, in merito a questo, l'autrice saprà caratterizzarla sempre di più introducendo nel testo anche termini anatomici specifici. In questo libro particolare troviamo infatti anche termini tecnici del corpo umano e scene di violenza e di sangue.
Della protagonista ho apprezzato molto la sua forza d'animo, la speranza e l'ironia che hanno reso la narrazione, in prima persona, veramente scorrevole e interessante.
Durante la sua avventura avrà anche modo di incontrare amici che la sosterranno e nel mentre crescerà il suo amore per il principe Quin. Un amore fulmineo e affiatato.
L'autrice ci parla anche della comunità LGBT, una tematica che non lascia indifferente il lettore. Con molta delicatezza Bree Barton dà alla storia un pizzico di modernità, allontanandosi dai vecchi schemi.

Mi è dispiaciuto un po' non aver scoperto di più riguardo agli altri regni. Bree si concentra maggiormente solo su quello di Fiume.
Alla fine della storia abbiamo una grandissima svolta che però rimane incompiuta, lasciando incerto il destino dei protagonisti. 
Una lettura che consiglio agli amanti dei fantasy, delle storie d'amore e della magia.
Una lettura che spero di continuare al più presto.

_Linda

venerdì 18 giugno 2021

La Spada e il Crisantemo - Veronica N.M. Green

Titolo: La Spada e il Crisantemo - Jane e il ritorno dei 12
Autore: Veronica N. M. Green
Editore: Europa edizioni
Genere: Fantasy
Pagine: 400
Prezzo: € 17,90




Quando viene contattata dalla Cia, l'ex Sottotenente Joanna Edwards non può immaginare che quello sarà il primo passo della sua nuova vita. Quella vecchia, in fondo, non le sarebbe mancata poi molto: da quando è tornata dall'Afghanistan le sue giornate oscillano penose tra alcol e antidolorifici, gli unici conforti che riescono ad offuscare per brevi momenti i suoi sensi di colpa per un evento terribile di cui è stata responsabile. La missione che le viene affidata è molto particolare: dopo essersi disintossicata, frequenterà infatti un PhD in Lingue e Culture Orientali ad Harvard, copertura che le consentirà di lasciarsi alle spalle un passato troppo pesante da gestire. Lo scopo della missione, però, è ancora avvolto dal mistero: frammenti di un antico manoscritto giapponese da decifrare, una spada leggendaria che ha il potere di controllare gli elementi e un gruppo di dodici persone incaricate di custodirla. E poi c'è lei, che porta i segni distintivi della prescelta, l'unica in grado di impugnare la spada senza rimanere uccisa. Per portare avanti il suo compito dovrà trasferirsi in Giappone, dove scoprirà importanti dettagli sulla leggenda che la riguarda e, soprattutto, raggiungerà la consapevolezza necessaria per abbracciare il proprio destino, mentre le ombre di una terribile minaccia incomberanno su di lei e sulle persone a lei care... 


Jane è in stallo tra alcool, sostanze e una devastante autocommiserazione, quando una divisione speciale della Cia la ingaggia per una missione misteriosa. Così la giovane sottotenente americana si ritrova sotto copertura in Giappone, alla ricerca di una spada dal potere strabiliante, custodita da dodici fedeli protettori e ambita da esseri malvagi e governi ambiziosi. Proprio lei, estremamente razionale, si ritroverà a dover accettare l'esistenza di forze paranormali, e a dover affrontare il suo passato per poter brandire la spada. 

Questo mix di fantasy e realtà, nemici esterni e demoni interiori, è decisamente pane per i miei denti, e infatti non sono rimasta delusa! 
È il tipo di storia che mi intriga e che, mentre leggo, me la immagino scorrere come fosse un film.
Jane è catapultata in una realtà alla quale fatica a credere, ma che pian piano impara ad accettare e rispettare. Ho apprezzato moltissimo l'ambientazione, il confronto tra due mentalità così diverse e gli accenni alla mitologia, ai luoghi e alle tradizioni giapponesi. Tra queste anche le arti marziali e la meditazione (legame con l'autrice visto che ho scoperto pratica il Tai chi, che però ha origini cinesi). 
Mi sono anche divertita a cercare la traduzione dei termini giapponesi nei titoli di ogni capitolo e a capirne il legame con le vicende. 

Jane trova il suo destino e una nuova opportunità nel Paese del Sol Levante, ma non può scordarsi di essere un agente in missione e non sarà semplice mantenere segreta la propria identità e la propria esperienza militare alle persone che le diventeranno care. Inoltre, la protagonista è costantemente in conflitto con sé stessa e, lacerata dal senso di colpa per un grave errore commesso in Afghanistan, non trova il modo di perdonarsi. Chi è davvero Jane? Un soldato, una ragazza instabile, una guerriera? 
La lettura avanza man mano sempre più incalzante tra i personaggi sulle tracce della spada, le minacce sovrannaturali che ostacolano la loro ricerca, e la lotta personale della protagonista, che cerca in ogni modo possibile di fare la cosa giusta. 
Non manca l'amore, che Jane trova in un giovane e schietto maestro di arti marziali, fin troppo attaccato alle tradizioni della propria terra e ostile agli stranieri, che tuttavia non la lascerà mai sola e sarà indispensabile in quest'avventura. Ho apprezzato il fatto che la relazione tra i due, nonostante sia importante nel corso delle vicende e dia una nuova svolta alla lettura, non prevale mai sugli altri aspetti della storia, cosa che non è affatto scontata. 
L'autrice ha saputo mantenere un buon equilibrio tra i vari elementi. 
Aggiungo che ho amato il finale, perché non è stato per nulla cliché o scontato, anche se in un certo senso spero ci sarà un seguito😂.

Consiglio il libro a tutti quelli che come me amano una buona combinazione di fantasy e realtà, e che vogliono immergersi in una cultura orientale attraverso una lettura scorrevole e coinvolgente. 


"Solo una giovane donna potrà brandire la spada e controllarla, porterà tre segni, due sulla pelle e uno nella testa. Sulla pelle avrà la spada ed una cicatrice, simboli della sua forza, con la mente vedrà la spada anche se nascosta con qualsiasi tecnica o magia... "


Veronica N.M. Green, nata nel 1985 a Trento, è sin da bambina una grande appassionata di storia e cultura orientale. Tale interesse la porterà a focalizzare le sue esperienze di vita e di studio attorno a questo mondo affascinante e misterioso. Si laurea in Economia e Diritto con una tesi incentrata sul miracolo economico giapponese del secondo dopoguerra, sfruttando le competenze acquisite nel corso degli anni e la sua passione per la scrittura. Dal 2013 è insegnante di Tai Chi Chuan e praticante di diverse arti marziali.
La sua prima opera, La spada e il crisantemo, è la fantasiosa combinazione di tutte queste esperienze e passioni.

_Lisa_

lunedì 14 giugno 2021

Segnalazione "La maledizione di Goldwing Abbey" - Maria Novella Giorli

Buongiorno readers,
Nuova segnalazione per voi! Questa volta si tratta dell'urban fantasy/thriller paranormale La maledizione di Goldwing Abbey di Maria Novella Giorli, che è autrice anche della cover e delle illustrazioni del romanzo. Al blog Mondi fantastici trovate anche un estratto del libro, qualche curiosità sulle tematiche e le ispirazioni, e gli articoli riguardanti questa pubblicazione di marzo 2021. Ma intanto, se vi incuriosisce, vi lasciamo già la trama e le informazioni principali. 
Buona lettura.



Titolo
: La maledizione di goldwing abbey
Autore: Maria Novella Giorli
Genere: urban fantasy
Pagine: 260

Trama:
La storia si svolge nella luminosa cittadina di Thunderbay, nella contea del Dorset. La città è piccola e florida e la sua fondazione ha origini quasi mitiche. Si affaccia sul mare fra spiagge e scogliere frastagliate, mentre, alle sue spalle, fra le morbide colline, si erge il nobile monastero di Goldwing. Diroccata e abbandonata da secoli, l’abbazia viene evitata da tutti gli abitanti del paese, la sua fama infatti è sinistra e inquietante. Pare che sia maledetta e che, nei suoi pressi, molte persone siano sparite. Altri dicono che un’antica comunità di suore viveva secoli orsono al suo interno e che sopravviva fantasma tutt’oggi.
Eppure ci sono due fanciulle di Thunderbay che sognano da anni di entrarvi. Nelle favole della loro nonna infatti erano sempre presenti Goldwing Abbey e la sua camera delle meraviglie piena di abiti d’ogni epoca. Becca e Joy desideravano vedere quei vestiti da anni e magari riuscire a prenderne due per sfilare e danzare durante il Golden Ruby Festival. Sarà proprio la loro curiosità che le farà dirigere, di nascosto, sotto un cielo stellato e nevoso, verso Goldwing Abbey e bussare al suo portone. Da quel momento inizieranno le peripezie delle due ragazze.
 A Becca e Joy toccherà risolvere il mistero che si cela dietro la spaventosa abbazia e tutto avrà inizio con la lettura di un diario, il diario della trisnonna Fleur che svelerà loro segreti sorprendenti e sconcertanti. Con l’aiuto di nonna Milly, della dolce bibliotecaria Heather, del burbero marinaio Theodore, dell’intrepido David e di diversi altri personaggi, tra cui il magico gatto Cliff, le due sorelle inizieranno a raccogliere indizi per cercare di rompere il maleficio che incombe non solo su Goldwing Abbey, ma anche sulla loro famiglia.
Come in un gioco di scatole cinesi, ogni enigma che riusciranno a risolvere le condurrà in un altro e in un altro ancora, in un intreccio di complesse vicende che le vedrà dapprima scoraggiarsi e rinunciare, ma poi rialzarsi e combattere per i propri cari, fin quando non arriveranno a toccare con mano la potenza della magia di Goldwing Abbey. Si renderanno conto allora di essere intrappolate in una dimensione altra, esattamente come tutto l’Ordine delle Gentili, che vive nell’abbazia nascosto da un oscuro incantesimo.
L’unica possibilità che hanno le due protagoniste per salvare non solo se stesse ma anche tutte le persone prigioniere del monastero, è quello di recuperare un libro dalla torre ovest. Un volume scomparso in cui è descritta una formula magica molto antica...


Booktrailer:



venerdì 11 giugno 2021

Recensione "Madri per sempre" - Federica Storace

Titolo: Madri per sempre. Donne raccontano maternità possibili
Autrice: Federica Storace
Editore: ERGA edizioni
Collana: saggistica
Pagine: 180
Prezzo: € 11,33




Un originale viaggio nell’universo femminile, una storia unica del significato della parola grembo nella donna e nella comunità e del senso della maternità, che vuol dire prole ma non solo … Affidarsi, accogliere, attendere … Un percorso che presenta ai lettori, usando registri diversi ed originali rispetto alla saggistica in senso stretto, le donne, la loro particolare sensibilità, la maternità e le diverse maternità che si declinano in tanti, creativi paradigmi di esperienze profondamente vissute. Vite e vicende che possono rigenerare la società, come il grembo delle madri dà alla luce la vita, e contribuire al bene comune donando un apporto significativo ed unico.


L'obiettivo di questo libro è raccontare la/le maternità e la donna in modo originale. 
Dopo una bellissima introduzione, la lettura inizia confrontando la figura femminile di ieri e di oggi. Ci illustra come la donna, anche nei contesti più patriarcali, è sempre stata il motore della società nell'ambito privato e nel sociale, e lo fa presentandoci figure femminili mitologiche e storiche, dalla tragedia di Antigone a Rosa Parks. Passa poi alle maternità "impossibili" della Bibbia, come Maria, Sara e Rachele, tra sacrifici e umiltà. Donne forti e fragili al tempo stesso, che hanno affrontato i pregiudizi a testa alta con la forza dell'amore e della fede. Ciascuna porta un insegnamento: ricordano che l'amore è un dono, che i figli non sono una proprietà, insegnano la gratitudine nonostante le difficoltà della vita. Soprattutto, dimostrano che a essere madri si impara, non si nasce, e che per essere madre non è necessario un legame di sangue. 

Le donne hanno sempre lottato contro i pregiudizi radicati nella società, contro le ingiustizie e l'ordine costituito. Combattono tuttora il contesto socio-culturale, e a volte religioso, che impone loro una vita che non gli appartiene veramente. 
Nel corso della lettura si citano donne, più o meno note, con alle spalle una carriera accademica o ecclesiastica: Santa Brigida di Svezia, Caterina da Siena (che è patrona d'Europa), Edith Stein (vittima del nazismo), e moltissime altre. Si passa dal tempo di Gesù, al medioevo fino al Novecento. 
Inoltre sono temi, purtroppo, sempre attuali: molte figure di spicco impegnate nel civile, nel sociale e anche in politica sono personaggi femminili, ma anche oggi le disuguaglianze permangono, seppur in misura ridotta rispetto al passato. Basti pensare ai preconcetti nel mondo del lavoro, dove le donne oltre ad essere sottopagate rispetto agli uomini vengono spesso rifiutate per il "rischio" maternità, o al numero inaccettabile di femminicidi, situazione sicuramente peggiorata con il lockdown dovuto al Covid-19. 

La seconda parte del libro è più autobiografica. Federica Storace ci parla del suo legame con Anna Maria, superiora di una comunità e casa di riposo. Federica e Anna Maria sono state madri e figlie l'una per l'altra, attraverso un percorso di condivisione fatto di affetto ma anche di sofferenze, a causa dei giudizi altrui e della malattia di Anna Maria. Giudizi perché il loro legame avrebbe destabilizzato i rigidi schemi della comunità, l'affetto sarebbe stato una "distrazione" alla vocazione della superiora, ma nonostante questo, nonostante l'avanzamento graduale della malattia e l'impossibilità di incontrarsi nel periodo del lockdown, le due donne hanno continuato a scriversi e a prendersi cura l'una dell'altra. Alcune storie che hanno scritto insieme sono poi diventate un libro: "Impossibili ma non troppo. Storie di cuore e fantasia". 

L'ultima parte del libro è un confronto con donne consacrate e docenti universitarie. Attraverso queste interviste, Madre Maria Emmanuel Corradini, Suor Gabriella Bottani, Suor Alessandra Smerilli e Suor Caterina Cangià, raccontano la loro dedizione e il loro servizio, l'intreccio di vita religiosa e insegnamento o altri impegni sociali. La loro non è una maternità fisica, ma un prendersi cura continuo degli altri. Queste donne supportano progetti come Talitha Kum, una rete contro la tratta di persone, o il software Sister Net, che coinvolge ragazzi tramite la tecnologia a scopo educativo. 

Personalmente non ho esperienza di maternità in senso stretto, ma ho comunque apprezzato la lettura e il suo sensibile messaggio. Il linguaggio è sincero, semplice, a volte anche spiritoso. Inoltre non avevo mai sentito parlare di molte tra le figure coraggiose citate nel corso della lettura, quindi sono felice di aver conosciuto anche solo una parte della loro storia leggendo questo libro. 
Lascio il link al sito della casa editrice, che vi ricollega a varie interviste all'autrice e suoi interventi in cui parla di quest'opera: erga.itmadri+per+sempre

“Il magnifico fiore di loto, lo sai, nasce nel fango e si alza fino a che non s’apre la corolla fuori dall’acqua. La vita cos’è? Tutto quello che ci capita: gioia, dolori, fatiche, speranze costituiscono l’humus in cui l’esistenza può fiorire. Ma è necessario gettarvi il seme del loto. Ed è indispensabile mantenere il fango, la melma come habitat, fatto di ricordi, esperienze belle, tristi, amare, di sogni, delusioni... Non si butta via niente perché tutto viene trasformato in fiore. Anche il perdono che dai e che ricevi, anche lo sfinimento e la collera. Tutto può diventare bellezza”.

_Lisa_

lunedì 7 giugno 2021

Recensione "Il tempo perso in aeroporto" Lorenzo Foltran

Titolo
: Il tempo perso in aeroporto 
Autore: Lorenzo Foltran 
Genere: Poesie 
Editore: Graphet.it
Pagine: 102

Prezzo: 10,00 euro




Non una semplice antologia, ma una raccolta organica nella quale i singoli testi poetici sono organizzati in modo tale da raccontare una storia. Il tempo è il tema di questa raccolta che in tre sezioni ne esplora le molte sfumature. Esso appare come un elemento relativo che si dilata, si comprime, e che soprattutto passa, in rapporto però allo spazio dentro al quale scorre: la dimensione del sogno e della realtà alternativa dei videogame, l’ambiente non cronologico del ricordo o della riflessione, sono contrapposti allo scandire alienante della vita vera, dove il tempo è percepito soprattutto come perdita. Così il lettore procede fra giorni senza calendario o calendari appesi al muro per nasconderne le crepe; si riconosce fra ore piene e vuote, nei minuti precisi che occorrono per cucinare una pastasciutta che però risulta insipida. Insieme alla giornata si rischia di perdere talvolta la strada o il senso di sé: scrivere è allora l’antidoto al disperdersi dei propri momenti, anche quando è soltanto esaurita la pila dell’orologio. 


In questa raccolta poetica, come si può capire dal titolo, il tempo è la tematica principale. Quel tempo che spazia tra la realtà e l'illusione, tra il passato e il presente, che ci scivola dalle mani come sabbia o rallenta fino a sembrare infinito. 
Il tempo è relativo, dipende da chi lo vive e dal significato che gli assegniamo. Scorre sempre nello stesso modo anche se spesso ci sembra che certi momenti siano diversi da altri, momenti in cui sogniamo, in cui ci soffermiamo ad osservare qualcosa, a pensare, riflettere, in cui decidiamo di patire o tornare da un viaggio.
Lorenzo Foltran tratta un tema che accomuna tutti, lettori e non. Un tema che può essere interpretato diversamente da ognuno, chi legge percepisce il tempo in relazione alla sua esistenza.
 
Il tempo come il momento in cui prendere una decisione, in cui immaginare ed illuderci, come attesa. Quel tempo che caratterizza le piccole abitudini personali ma anche quelle di chi ci circonda, di chi abbiamo incontrato casualmente o di chi ha deciso di sfruttare il presente aspettando un aereo. Quel tempo perso in aeroporto aspettando di scrivere il nostro futuro, quello che caratterizzerà, poi, il nostro passato. Quel tempo che ognuno di noi decide come utilizzare, come vivere e ricordare, se sprecarlo o viverlo fino all'ultimo secondo. 
L'autore ne parla in tre diversi contesti, in cui il lettore può immedesimarsi e ragionare sul proprio. 

La prima parte, "Giorni senza calendari", è composta dalle poesie più lunghe in cui Foltran fa scorrere le parole senza mai fermarsi, senza dare tregua al lettore. Ci parla del tempo perso facendo il conto alla rovescia per arrivare al giorno zero, ci parla di ciò che è, di ciò che non è più e di ciò che non è ancora. Ci parla di quel tempo volto a consumare l'anima di chi lo vive, che crea quell'oblio in cui passato e presente interagiscono e si annullano lasciando spazio solo a sogni ed illusioni. Tutto subisce il filtro del tempo, anche le azioni quotidiane. Lo scorrere delle lancette ci governa e ci influenza. 

Nella seconda parte, "Sogni interattivi", Lorenzo ci parla dei videogiochi. Mi è piaciuta tantissimo la scelta dell'autore di attribuire ad ogni poesia il nome di un gioco sempre diverso, sembra quasi che ognuno di essi abbia un proprio significato nel tempo. Qui il tempo lo perdiamo davanti a uno schermo, schiacciando tasti e scegliendo in quale personaggio trasformarci. È un modo di fuggire dal mondo reale per piombare a capofitto in quello fantastico. Quel mondo in cui il tempo assume un significato diverso, in cui miti e leggende si mescolano, in cui eroi e divinità si scontrano creando una realtà completamente nuova. Una realtà differente necessaria come palliativo per sopravvivere al vero significato di tempo, quello reale, e necessario per sopravvivere alla quotidianità.  

La terza e ultima parte, "Adesso",  si concentra sul presente, su ciò che è ora. Foltran vuole farci riflettere sulla quotidianità. Ci parla delle difficoltà della vita di tutti i giorni, partendo dal momento in cui dobbiamo lasciare il nostro giaciglio sicuro per aprire la porta ed entrare nella dura realtà quotidiana, per poi parlare del tempo perso schiacciato tra la folla in metropolitana in cui gli odori, la cultura e il  proprio tempo si mescola con quello di chi ci circonda. Un tempo condiviso. 

Lorenzo Foltran in questa raccolta esprime in modo originale e semplice i suoi pensieri più profondi, pensieri che si concentrano, appunto, sul tempo e sulla sua relatività, sulla monotonia della quotidianità e dell'oblio che essa comporta. Poesie che si concentrano anche sulla vita, sui piccoli dettagli e sull'attualità. 
Una raccolta che va letta con il cuore e con tanta concentrazione per poterla capire a fondo e che consiglio a chi non può fare a meno di ciò che le poesie, con poche e chiare parole, possono trasmettere e far capire. 

Ma perché l'orologio si è fermato 
in quel momento, in quel secondo? 
Cos'è successo al tempo, sta finendo? 
Qualche istante, tre meno un quarto, 
numeri, simboli, date s'affollano 
per cercare il senso del fatto. 
Un anno fa a quell'ora, quella volta 
e il giorno mi sembra lo stesso. 
Certo, mi sembra un segno del destino 
affinché ne scriva al più presto. 
Ma poi con l'occhio ancora sul quadrante: 
è solo la pila, è finita.

Lorenzo Foltran 
E' nato a Roma e vive in Francia. Dopo gli studi in italianistica a Roma Tre, si è specializzato in management dei beni e delle attività culturali con un master tra l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’École Supérieure de Commerce de Paris. Ha lavorato per la Casa delle Letterature (Festival delle Letterature) e l’Institut français (Festival della narrativa francese) a Roma, e la Fête de la Gastronomie e il Pavillon de l’Eau a Parigi. Ha pubblicato In tasca la paura di volare (Oèdipus edizioni, 2018) e sue poesie sono comparse su varie riviste letterarie come anche sul quotidiano La Repubblica.

venerdì 4 giugno 2021

Segnalazione "Ballo in maschera" - Caterina Franciosi

Buon pomeriggio a tutti lettori e lettrici. Come da accordi con l'autrice vi segnaliamo la sua opera. Un libro con una copertina semplice e, al tempo stesso, bella e delicata.


Titolo
: Ballo in maschera
Autore: Caterina Franciosi 
Serie: Collana Milena in Lova 
Genere: Romance Regency
Editore: Officina Milena

Pagine: 48
Prezzo: € 3,90 cartaceo
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Trama

Victoria ama Anthony da sempre, ma lui è andato via. Lei non sa perché l'abbia abbandonata di punto in bianco, ma si vocifera che sia tornato e ha intenzione di scoprire se è vero al ballo in maschera di villa Hyatt. Oppressa da una madre impaziente di darla in sposa e da un maldestro cavaliere che la corteggia senza sosta, riuscirà Victoria a ritrovare Anthony e scoprire la verità? 


Estratto

Mi raddrizzai la maschera sugli occhi e mia madre ne approfittò per sistemarmi un ricciolo dell’acconciatura. «Madre, non ce n’è bisogno, vi ringrazio» le dissi, scostandole la mano. «Certo che ce n’è bisogno» rispose lei, piccata. «Devi essere perfetta! Hai debuttato la scorsa stagione e ancora non hai accettato la proposta di matrimonio di nessuno. Neppure di Lord Bartlett, il Visconte. Se vai avanti così, nessun pretendente di buona famiglia ti dedicherà più le proprie attenzioni. E tu finirai per diventare una vecchia zitella, acida e astiosa.» Sospirai. Ancora con quella storia della zitella acida. Chissà quando mia madre avrebbe deciso di darmi tregua. Molto probabilmente non quella sera. Lord e Lady Lansbury avevano organizzato il più importante ballo in maschera della stagione e io e mia madre eravamo state fra i primi invitati. «Hai visto, Victoria? Cosa ti dicevo?» Le parole della mia draconiana genitrice mi avevano tormentato per le precedenti due settimane. «Ci vogliono alla festa, o meglio: ti vogliono alla festa. Il giovane Lord Lansbury ha deciso di mettere la testa a posto, cerca di fare in modo che si ricordi di te.» Neppure una parola usciva dalle mie labbra ogni volta che mia madre tornava all’attacco con quel discorso. Non avevo voglia di perdermi in inutili discussioni con lei, neppure ora che il giovane Lord Lansbury, quello che aveva deciso di mettere la testa a posto, era sparito da ore dal salone da ballo in compagnia di chissà chi. 



Curiosità 

“Ballo in maschera” è un tuffo nel passato, in uno dei più iconici periodi della storia britannica: l’epoca Regency. Si tratta di una novelette ironica e frizzante nata sulla scia dei grandi classici della letteratura inglese, come “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen, o della più moderna saga di “Bridgerton” di Julia Quinn.

Caterina Franciosi

Nata nel 1990 in una piccola cittadina della riviera romagnola al confine con le Marche. Ha frequentato il Liceo Classico e, successivamente, la facoltà di Lingue e Culture Straniere all’Università di Urbino. Nel 2018 apre il blog “Il Salotto Letterario” che si occupa di interviste e recensioni. Collabora con diverse case editrici, siti web, gruppi Facebook e riviste, tra cui l’associazione culturale Italian Sword&Sorcery nella sezione racconti e il magazine Life Factory Magazine nella sezione recensioni e interviste. Ha pubblicato racconti in varie antologie; a marzo 2020 pubblica “La pioggia ricorda” per la collana Delos Passport a cura di Fabio Novel della casa editrice digitale Delos Digital. A luglio 2020 pubblica “Terra nova” per la collana FuturoPresente a cura di Giulia Abbate ed Elena Di Fazio della casa editrice digitale Delos Digital. A settembre 2020 pubblica “Lottie” nell’antologia AAVV “Argent de poche” edita da Electa Editore per l’Università IULM di Milano in collaborazione con Faber-Castell Italia. A marzo 2021 pubblica “Il cappotto vuoto” per la collana Imperium Horror a cura di Diego Bortolozzo della casa editrice digitale Delos Digital.

mercoledì 2 giugno 2021

Recensione "Nessuna Pietà" - Argyros Singh

Titolo: Nessuna Pietà
Autore: Argyros Singh
Editore: Spring
Genere: romanzo
Pagine: 250
Prezzo: 14,00 € 




«L'unica cosa certa è che l'umanità sta scomparendo a poco a poco. 
Questa è forse l'ultima storia del genere umano.»

"Il mondo era diventato diverso. Potrei dire che fosse peggiorato, ma rischierei molto con questa affermazione. Manterrò un profilo basso, dimesso; racconterò le cose per quello che sono state. In realtà, non credo che sarà semplice nascondere ogni emozione, ma era letteralmente da una vita che non sentivo raccontare storie come questa. Nel senso che da quando il mondo è cambiato nessuno ha più avuto tempo o coraggio di raccontare questi giorni e a poco a poco ci siamo convinti che la società sia sempre stata questa. E che in ogni secolo, persino in ogni millennio, l'essere umano non abbia fatto altro che aspirare al presente status. Il mondo è diventato nuovo - è certo - e questo è un racconto di alcuni suoi giorni".


La narrazione si concentra su quattro personaggi principali, e nei capitoli si alterna ciclicamente il loro punto di vista. 
Di Judith l'autore ci mostra alcuni dettagli della particolare routine, gli orari irregolari e i suoi ragionamenti su argomenti come l'insostenibilità dello stile di vita occidentale o la spettacolarizzazione dei processi giudiziari. Come molti giovani, magari anche tra noi lettori, è una ragazza in cerca della propria identità, che teme di non riuscire a realizzare nulla nella vita. E durante la sua ricerca sperimenta svariati hobby e ossessioni, spesso passeggere.  
Brad è convinto di amare Judith, alla quale cerca di avvicinarsi. Ha un rapporto ambiguo con i social e, a parte Judith, i suoi unici "amici" sono in rete. È un ragazzo molto intelligente, ma ha spesso difficoltà a far valere la propria opinione e si trova a disagio nel comprendere appieno i propri sentimenti. 
Denise è una vera e propria manipolatrice, usa gli altri come meri strumenti per raggiungere i propri scopi, salvo poi liberarsene una volta diventati inutili. È a capo di un fedele gruppo di hacker che diffonde false notizie sul web cercando di influenzare l'opinione pubblica. 
Graham è un noto professore, una mente indipendente, acuta, pacifista. Ottimo oratore, la sua opinione è presa in gran considerazione dal pubblico come dai giornalisti. 

L'inizio è stato leggermente difficile da ingranare, non sapendo bene cosa aspettarmi e come orientarmi, ma è bastato proseguire un poco per mettere a fuoco il contesto e da lì la lettura ha preso decisamente il via. 
Tramite le vicende di quattro persone comuni molto diverse tra loro, Argyros Singh è stato capace di trattare temi importanti e più che mai attuali, con un linguaggio curato ma accessibile. 
Mi è piaciuto molto come ha saputo intrecciare le vite di Judith, Brad, Denise e Graham, in incontri e scontri di opinioni e punti di vista, che possono o meno coincidere con i nostri. 
La lettura ci mostra infatti le loro diverse reazioni alle notizie che colpiscono particolarmente l'opinione pubblica, come quelle riguardanti la giustizia, le stragi, o i crimini di persone di spicco. Ci apre gli occhi su quanto le autorità condizionino il pensiero e le azioni della gente comune, su quanto poco ci tocchino le notizie riguardanti luoghi lontani, su come la nostra quotidianità continui indisturbata anche mentre in un altro Paese è in corso una guerra o una calamità, su quanto amiamo delegare ogni responsabilità ai politici.

Un tema importante è la potenza dei mezzi di comunicazione. L'autore è molto attento alle dinamiche dei media, la circolazione di notizie travisate e l'odio indifferenziato sui social. Questo soprattutto tramite Denise e i suoi hacker, che sfruttano la risonanza del web e la violenza della folla per creare accuse false e capri espiatori. La disinformazione è dannosa tanto quanto l'eccesso di dati, il pericolo sta sempre negli estremi e nell'esasperazione. 
Il problema non è il social, ma il modo in cui viene utilizzato, il rischio è che diventi tossico (la copertina è rappresentativa anche in questo senso). 
Altro argomento saliente è l'importanza della memoria del passato: possiamo imparare dalla storia o torniamo sempre a commettere gli stessi errori? Il progresso tecnologico va sempre di pari passo con il progresso dell'umanità?

Argyros Singh racconta delle debolezze umane, di guerra internazionale ma soprattutto del conflitto interiore di ciascuno. Racconta di rabbia e miseria. Racconta di solitudine, che caratterizza in un modo o nell'altro tutti e quattro i protagonisti. 
Nel complesso la storia mi è sembrata disillusa, volutamente amara ma con ancora uno spiraglio di speranza.
Una lettura distopica-apocalittica che in realtà rappresenta in modo non molto distante dal vero alcuni aspetti della società attuale. 
Penso che lo scopo dell'autore fosse soprattutto quello di far riflettere il lettore, e con me ci è riuscito. 


_Lisa_