Visualizzazioni totali

lunedì 7 giugno 2021

Recensione "Il tempo perso in aeroporto" Lorenzo Foltran

Titolo
: Il tempo perso in aeroporto 
Autore: Lorenzo Foltran 
Genere: Poesie 
Editore: Graphet.it
Pagine: 102

Prezzo: 10,00 euro




Non una semplice antologia, ma una raccolta organica nella quale i singoli testi poetici sono organizzati in modo tale da raccontare una storia. Il tempo è il tema di questa raccolta che in tre sezioni ne esplora le molte sfumature. Esso appare come un elemento relativo che si dilata, si comprime, e che soprattutto passa, in rapporto però allo spazio dentro al quale scorre: la dimensione del sogno e della realtà alternativa dei videogame, l’ambiente non cronologico del ricordo o della riflessione, sono contrapposti allo scandire alienante della vita vera, dove il tempo è percepito soprattutto come perdita. Così il lettore procede fra giorni senza calendario o calendari appesi al muro per nasconderne le crepe; si riconosce fra ore piene e vuote, nei minuti precisi che occorrono per cucinare una pastasciutta che però risulta insipida. Insieme alla giornata si rischia di perdere talvolta la strada o il senso di sé: scrivere è allora l’antidoto al disperdersi dei propri momenti, anche quando è soltanto esaurita la pila dell’orologio. 


In questa raccolta poetica, come si può capire dal titolo, il tempo è la tematica principale. Quel tempo che spazia tra la realtà e l'illusione, tra il passato e il presente, che ci scivola dalle mani come sabbia o rallenta fino a sembrare infinito. 
Il tempo è relativo, dipende da chi lo vive e dal significato che gli assegniamo. Scorre sempre nello stesso modo anche se spesso ci sembra che certi momenti siano diversi da altri, momenti in cui sogniamo, in cui ci soffermiamo ad osservare qualcosa, a pensare, riflettere, in cui decidiamo di patire o tornare da un viaggio.
Lorenzo Foltran tratta un tema che accomuna tutti, lettori e non. Un tema che può essere interpretato diversamente da ognuno, chi legge percepisce il tempo in relazione alla sua esistenza.
 
Il tempo come il momento in cui prendere una decisione, in cui immaginare ed illuderci, come attesa. Quel tempo che caratterizza le piccole abitudini personali ma anche quelle di chi ci circonda, di chi abbiamo incontrato casualmente o di chi ha deciso di sfruttare il presente aspettando un aereo. Quel tempo perso in aeroporto aspettando di scrivere il nostro futuro, quello che caratterizzerà, poi, il nostro passato. Quel tempo che ognuno di noi decide come utilizzare, come vivere e ricordare, se sprecarlo o viverlo fino all'ultimo secondo. 
L'autore ne parla in tre diversi contesti, in cui il lettore può immedesimarsi e ragionare sul proprio. 

La prima parte, "Giorni senza calendari", è composta dalle poesie più lunghe in cui Foltran fa scorrere le parole senza mai fermarsi, senza dare tregua al lettore. Ci parla del tempo perso facendo il conto alla rovescia per arrivare al giorno zero, ci parla di ciò che è, di ciò che non è più e di ciò che non è ancora. Ci parla di quel tempo volto a consumare l'anima di chi lo vive, che crea quell'oblio in cui passato e presente interagiscono e si annullano lasciando spazio solo a sogni ed illusioni. Tutto subisce il filtro del tempo, anche le azioni quotidiane. Lo scorrere delle lancette ci governa e ci influenza. 

Nella seconda parte, "Sogni interattivi", Lorenzo ci parla dei videogiochi. Mi è piaciuta tantissimo la scelta dell'autore di attribuire ad ogni poesia il nome di un gioco sempre diverso, sembra quasi che ognuno di essi abbia un proprio significato nel tempo. Qui il tempo lo perdiamo davanti a uno schermo, schiacciando tasti e scegliendo in quale personaggio trasformarci. È un modo di fuggire dal mondo reale per piombare a capofitto in quello fantastico. Quel mondo in cui il tempo assume un significato diverso, in cui miti e leggende si mescolano, in cui eroi e divinità si scontrano creando una realtà completamente nuova. Una realtà differente necessaria come palliativo per sopravvivere al vero significato di tempo, quello reale, e necessario per sopravvivere alla quotidianità.  

La terza e ultima parte, "Adesso",  si concentra sul presente, su ciò che è ora. Foltran vuole farci riflettere sulla quotidianità. Ci parla delle difficoltà della vita di tutti i giorni, partendo dal momento in cui dobbiamo lasciare il nostro giaciglio sicuro per aprire la porta ed entrare nella dura realtà quotidiana, per poi parlare del tempo perso schiacciato tra la folla in metropolitana in cui gli odori, la cultura e il  proprio tempo si mescola con quello di chi ci circonda. Un tempo condiviso. 

Lorenzo Foltran in questa raccolta esprime in modo originale e semplice i suoi pensieri più profondi, pensieri che si concentrano, appunto, sul tempo e sulla sua relatività, sulla monotonia della quotidianità e dell'oblio che essa comporta. Poesie che si concentrano anche sulla vita, sui piccoli dettagli e sull'attualità. 
Una raccolta che va letta con il cuore e con tanta concentrazione per poterla capire a fondo e che consiglio a chi non può fare a meno di ciò che le poesie, con poche e chiare parole, possono trasmettere e far capire. 

Ma perché l'orologio si è fermato 
in quel momento, in quel secondo? 
Cos'è successo al tempo, sta finendo? 
Qualche istante, tre meno un quarto, 
numeri, simboli, date s'affollano 
per cercare il senso del fatto. 
Un anno fa a quell'ora, quella volta 
e il giorno mi sembra lo stesso. 
Certo, mi sembra un segno del destino 
affinché ne scriva al più presto. 
Ma poi con l'occhio ancora sul quadrante: 
è solo la pila, è finita.

Lorenzo Foltran 
E' nato a Roma e vive in Francia. Dopo gli studi in italianistica a Roma Tre, si è specializzato in management dei beni e delle attività culturali con un master tra l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’École Supérieure de Commerce de Paris. Ha lavorato per la Casa delle Letterature (Festival delle Letterature) e l’Institut français (Festival della narrativa francese) a Roma, e la Fête de la Gastronomie e il Pavillon de l’Eau a Parigi. Ha pubblicato In tasca la paura di volare (Oèdipus edizioni, 2018) e sue poesie sono comparse su varie riviste letterarie come anche sul quotidiano La Repubblica.

Nessun commento:

Posta un commento