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mercoledì 2 giugno 2021

Recensione "Nessuna Pietà" - Argyros Singh

Titolo: Nessuna Pietà
Autore: Argyros Singh
Editore: Spring
Genere: romanzo
Pagine: 250
Prezzo: 14,00 € 




«L'unica cosa certa è che l'umanità sta scomparendo a poco a poco. 
Questa è forse l'ultima storia del genere umano.»

"Il mondo era diventato diverso. Potrei dire che fosse peggiorato, ma rischierei molto con questa affermazione. Manterrò un profilo basso, dimesso; racconterò le cose per quello che sono state. In realtà, non credo che sarà semplice nascondere ogni emozione, ma era letteralmente da una vita che non sentivo raccontare storie come questa. Nel senso che da quando il mondo è cambiato nessuno ha più avuto tempo o coraggio di raccontare questi giorni e a poco a poco ci siamo convinti che la società sia sempre stata questa. E che in ogni secolo, persino in ogni millennio, l'essere umano non abbia fatto altro che aspirare al presente status. Il mondo è diventato nuovo - è certo - e questo è un racconto di alcuni suoi giorni".


La narrazione si concentra su quattro personaggi principali, e nei capitoli si alterna ciclicamente il loro punto di vista. 
Di Judith l'autore ci mostra alcuni dettagli della particolare routine, gli orari irregolari e i suoi ragionamenti su argomenti come l'insostenibilità dello stile di vita occidentale o la spettacolarizzazione dei processi giudiziari. Come molti giovani, magari anche tra noi lettori, è una ragazza in cerca della propria identità, che teme di non riuscire a realizzare nulla nella vita. E durante la sua ricerca sperimenta svariati hobby e ossessioni, spesso passeggere.  
Brad è convinto di amare Judith, alla quale cerca di avvicinarsi. Ha un rapporto ambiguo con i social e, a parte Judith, i suoi unici "amici" sono in rete. È un ragazzo molto intelligente, ma ha spesso difficoltà a far valere la propria opinione e si trova a disagio nel comprendere appieno i propri sentimenti. 
Denise è una vera e propria manipolatrice, usa gli altri come meri strumenti per raggiungere i propri scopi, salvo poi liberarsene una volta diventati inutili. È a capo di un fedele gruppo di hacker che diffonde false notizie sul web cercando di influenzare l'opinione pubblica. 
Graham è un noto professore, una mente indipendente, acuta, pacifista. Ottimo oratore, la sua opinione è presa in gran considerazione dal pubblico come dai giornalisti. 

L'inizio è stato leggermente difficile da ingranare, non sapendo bene cosa aspettarmi e come orientarmi, ma è bastato proseguire un poco per mettere a fuoco il contesto e da lì la lettura ha preso decisamente il via. 
Tramite le vicende di quattro persone comuni molto diverse tra loro, Argyros Singh è stato capace di trattare temi importanti e più che mai attuali, con un linguaggio curato ma accessibile. 
Mi è piaciuto molto come ha saputo intrecciare le vite di Judith, Brad, Denise e Graham, in incontri e scontri di opinioni e punti di vista, che possono o meno coincidere con i nostri. 
La lettura ci mostra infatti le loro diverse reazioni alle notizie che colpiscono particolarmente l'opinione pubblica, come quelle riguardanti la giustizia, le stragi, o i crimini di persone di spicco. Ci apre gli occhi su quanto le autorità condizionino il pensiero e le azioni della gente comune, su quanto poco ci tocchino le notizie riguardanti luoghi lontani, su come la nostra quotidianità continui indisturbata anche mentre in un altro Paese è in corso una guerra o una calamità, su quanto amiamo delegare ogni responsabilità ai politici.

Un tema importante è la potenza dei mezzi di comunicazione. L'autore è molto attento alle dinamiche dei media, la circolazione di notizie travisate e l'odio indifferenziato sui social. Questo soprattutto tramite Denise e i suoi hacker, che sfruttano la risonanza del web e la violenza della folla per creare accuse false e capri espiatori. La disinformazione è dannosa tanto quanto l'eccesso di dati, il pericolo sta sempre negli estremi e nell'esasperazione. 
Il problema non è il social, ma il modo in cui viene utilizzato, il rischio è che diventi tossico (la copertina è rappresentativa anche in questo senso). 
Altro argomento saliente è l'importanza della memoria del passato: possiamo imparare dalla storia o torniamo sempre a commettere gli stessi errori? Il progresso tecnologico va sempre di pari passo con il progresso dell'umanità?

Argyros Singh racconta delle debolezze umane, di guerra internazionale ma soprattutto del conflitto interiore di ciascuno. Racconta di rabbia e miseria. Racconta di solitudine, che caratterizza in un modo o nell'altro tutti e quattro i protagonisti. 
Nel complesso la storia mi è sembrata disillusa, volutamente amara ma con ancora uno spiraglio di speranza.
Una lettura distopica-apocalittica che in realtà rappresenta in modo non molto distante dal vero alcuni aspetti della società attuale. 
Penso che lo scopo dell'autore fosse soprattutto quello di far riflettere il lettore, e con me ci è riuscito. 


_Lisa_

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