Autrice: Federica Storace
Editore: ERGA edizioni
Collana: saggistica
Pagine: 180
Collana: saggistica
Pagine: 180
Prezzo: € 11,33
Un originale viaggio nell’universo femminile, una storia unica del significato della parola grembo nella donna e nella comunità e del senso della maternità, che vuol dire prole ma non solo … Affidarsi, accogliere, attendere … Un percorso che presenta ai lettori, usando registri diversi ed originali rispetto alla saggistica in senso stretto, le donne, la loro particolare sensibilità, la maternità e le diverse maternità che si declinano in tanti, creativi paradigmi di esperienze profondamente vissute. Vite e vicende che possono rigenerare la società, come il grembo delle madri dà alla luce la vita, e contribuire al bene comune donando un apporto significativo ed unico.
L'obiettivo di questo libro è raccontare la/le maternità e la donna in modo originale.
Dopo una bellissima introduzione, la lettura inizia confrontando la figura femminile di ieri e di oggi. Ci illustra come la donna, anche nei contesti più patriarcali, è sempre stata il motore della società nell'ambito privato e nel sociale, e lo fa presentandoci figure femminili mitologiche e storiche, dalla tragedia di Antigone a Rosa Parks. Passa poi alle maternità "impossibili" della Bibbia, come Maria, Sara e Rachele, tra sacrifici e umiltà. Donne forti e fragili al tempo stesso, che hanno affrontato i pregiudizi a testa alta con la forza dell'amore e della fede. Ciascuna porta un insegnamento: ricordano che l'amore è un dono, che i figli non sono una proprietà, insegnano la gratitudine nonostante le difficoltà della vita. Soprattutto, dimostrano che a essere madri si impara, non si nasce, e che per essere madre non è necessario un legame di sangue.
Le donne hanno sempre lottato contro i pregiudizi radicati nella società, contro le ingiustizie e l'ordine costituito. Combattono tuttora il contesto socio-culturale, e a volte religioso, che impone loro una vita che non gli appartiene veramente.
Nel corso della lettura si citano donne, più o meno note, con alle spalle una carriera accademica o ecclesiastica: Santa Brigida di Svezia, Caterina da Siena (che è patrona d'Europa), Edith Stein (vittima del nazismo), e moltissime altre. Si passa dal tempo di Gesù, al medioevo fino al Novecento.
Inoltre sono temi, purtroppo, sempre attuali: molte figure di spicco impegnate nel civile, nel sociale e anche in politica sono personaggi femminili, ma anche oggi le disuguaglianze permangono, seppur in misura ridotta rispetto al passato. Basti pensare ai preconcetti nel mondo del lavoro, dove le donne oltre ad essere sottopagate rispetto agli uomini vengono spesso rifiutate per il "rischio" maternità, o al numero inaccettabile di femminicidi, situazione sicuramente peggiorata con il lockdown dovuto al Covid-19.
La seconda parte del libro è più autobiografica. Federica Storace ci parla del suo legame con Anna Maria, superiora di una comunità e casa di riposo. Federica e Anna Maria sono state madri e figlie l'una per l'altra, attraverso un percorso di condivisione fatto di affetto ma anche di sofferenze, a causa dei giudizi altrui e della malattia di Anna Maria. Giudizi perché il loro legame avrebbe destabilizzato i rigidi schemi della comunità, l'affetto sarebbe stato una "distrazione" alla vocazione della superiora, ma nonostante questo, nonostante l'avanzamento graduale della malattia e l'impossibilità di incontrarsi nel periodo del lockdown, le due donne hanno continuato a scriversi e a prendersi cura l'una dell'altra. Alcune storie che hanno scritto insieme sono poi diventate un libro: "Impossibili ma non troppo. Storie di cuore e fantasia".
L'ultima parte del libro è un confronto con donne consacrate e docenti universitarie. Attraverso queste interviste, Madre Maria Emmanuel Corradini, Suor Gabriella Bottani, Suor Alessandra Smerilli e Suor Caterina Cangià, raccontano la loro dedizione e il loro servizio, l'intreccio di vita religiosa e insegnamento o altri impegni sociali. La loro non è una maternità fisica, ma un prendersi cura continuo degli altri. Queste donne supportano progetti come Talitha Kum, una rete contro la tratta di persone, o il software Sister Net, che coinvolge ragazzi tramite la tecnologia a scopo educativo.
Personalmente non ho esperienza di maternità in senso stretto, ma ho comunque apprezzato la lettura e il suo sensibile messaggio. Il linguaggio è sincero, semplice, a volte anche spiritoso. Inoltre non avevo mai sentito parlare di molte tra le figure coraggiose citate nel corso della lettura, quindi sono felice di aver conosciuto anche solo una parte della loro storia leggendo questo libro.
Lascio il link al sito della casa editrice, che vi ricollega a varie interviste all'autrice e suoi interventi in cui parla di quest'opera: erga.itmadri+per+sempre.
“Il magnifico fiore di loto, lo sai, nasce nel fango e si alza fino a che non s’apre la corolla fuori dall’acqua. La vita cos’è? Tutto quello che ci capita: gioia, dolori, fatiche, speranze costituiscono l’humus in cui l’esistenza può fiorire. Ma è necessario gettarvi il seme del loto. Ed è indispensabile mantenere il fango, la melma come habitat, fatto di ricordi, esperienze belle, tristi, amare, di sogni, delusioni... Non si butta via niente perché tutto viene trasformato in fiore. Anche il perdono che dai e che ricevi, anche lo sfinimento e la collera. Tutto può diventare bellezza”.
_Lisa_
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