
Autore: Thomas Mann
Editore: Einaudi
Genere: racconto/novella
Pagine: 118
Prezzo: € 9,50
« Era un passo che l'avrebbe ricondotto indietro, che l'avrebbe restituito a se stesso;
ma chi è fuori di sé nulla teme quanto il rientrare in sé. »
Gustav von Aschenbach è un noto scrittore di mezza età che, improvvisamente, sente la necessità, l'impeto di viaggiare. Così, anche nella speranza di migliorare la sua salute, parte per Venezia. Osservando gli ospiti dell'hotel nel quale alloggia, una famiglia polacca attira la sua attenzione; in particolare Gustav rimane folgorato dalla bellezza di un ragazzo, Tadzio. Nel frattempo, il Lido sembra avere effetti nefasti sui suoi visitatori, ma le autorità paiono minimizzare le condizioni della città.

Una delle opere di maggior successo di Thomas Mann, il breve romanzo di un amore platonico, della dedizione all'arte, del dramma di un'epidemia occultata.
Il linguaggio e lo stile dell'autore, il tedesco Thomas Mann, sono ricchi e ricercati, ma non annoiano il lettore.
Tadzio, un giovane adolescente polacco in vacanza a Venezia con la famiglia, rappresenta per Gustav von Aschenbach l'ispirazione massima, l'ideale di bellezza classica. Incarna per lo scrittore una vera e propria divinità greca, e diventa oggetto di venerazione e desiderio.
Desiderio che si scontra e lotta con la morale di Gustav, una vita di dedizione alla disciplina e all'arte (da ricordare che l'opera, del primo Novecento, coincide con gli studi freudiani sull'inconscio, l'irrazionalità, la repressione delle perversioni...).
Nella splendida Venezia però, si diffonde rapidamente il colera, aiutato dal cima caldo e afoso della località marittima, gremita di turisti ignari. Gustav viene a sapere dell'epidemia e si trova a dover decidere se partire, abbandonando il Lido e la sua ossessione per Tadzio, o restare nonostante il rischio elevato e il rapido peggiorare della sua salute. Dopo una breve indecisione, decide di restare e non avvisare la famiglia del ragazzo, che si incarica di proteggere lui stesso.
La sua scelta di ignorare il pericolo e la sua ossessione per il giovane, pur giovando al suo animo solitario, segnerà la sua fine proprio in quella che doveva essere una vacanza rigenerante.
Nonostante l'ambigua tematica, il cinquantenne Gustav che si invaghisce del quattordicenne Tadzio, il primo non viene descritto con disprezzo o come un personaggio malvagio; lo scrittore ammira il ragazzino a distanza e la colpa del suo amore irrazionale e irrealizzabile lo distrugge e lo rende vittima di se stesso.
« Giacché la bellezza, mio Fedro, solo essa è amabile e visibile al tempo stesso; essa è, notalo bene, la sola forma dell'immateriale che noi possiamo percepire coi sensi e che i nostri sensi possono sopportare. [...] E poi disse la cosa più sottile, l'astuto seduttore; disse che l'amante è più divino dell'amato perché Dio è nel primo ma non nell'altro... »
« Egli amava il mare per ragioni profonde: il bisogno di riposo dell'artista costretto a una dura fatica, che davanti all'esigente proteismo dei fenomeni cerca rifugio nel seno della semplicità, dell'immensità; la tendenza vietata, in netto contrasto con la sua missione e appunto per questo così irresistibile, all'inarticolato, l'incommensurabile, l'eterno, il nulla. Riposare nella perfezione è il sogno di chi s'affatica per giungere all'eccellenza; e il nulla non è una forma della perfezione? »

Thomas Mann (Lubecca, Germania 1875 - Kilchberg, Zurigo 1955):
scrittore e saggista tedesco, uno dei maggiori romanzieri della letteratura mondiale.
Premio nobel nel 1929. La morte a Venezia è del 1913, quindi tra i capolavori della giovinezza, come il famoso romanzo I Buddenbrook.
« Era un passo che l'avrebbe ricondotto indietro, che l'avrebbe restituito a se stesso;
ma chi è fuori di sé nulla teme quanto il rientrare in sé. »
Gustav von Aschenbach è un noto scrittore di mezza età che, improvvisamente, sente la necessità, l'impeto di viaggiare. Così, anche nella speranza di migliorare la sua salute, parte per Venezia. Osservando gli ospiti dell'hotel nel quale alloggia, una famiglia polacca attira la sua attenzione; in particolare Gustav rimane folgorato dalla bellezza di un ragazzo, Tadzio. Nel frattempo, il Lido sembra avere effetti nefasti sui suoi visitatori, ma le autorità paiono minimizzare le condizioni della città.
Una delle opere di maggior successo di Thomas Mann, il breve romanzo di un amore platonico, della dedizione all'arte, del dramma di un'epidemia occultata.
Il linguaggio e lo stile dell'autore, il tedesco Thomas Mann, sono ricchi e ricercati, ma non annoiano il lettore.
Tadzio, un giovane adolescente polacco in vacanza a Venezia con la famiglia, rappresenta per Gustav von Aschenbach l'ispirazione massima, l'ideale di bellezza classica. Incarna per lo scrittore una vera e propria divinità greca, e diventa oggetto di venerazione e desiderio.
Desiderio che si scontra e lotta con la morale di Gustav, una vita di dedizione alla disciplina e all'arte (da ricordare che l'opera, del primo Novecento, coincide con gli studi freudiani sull'inconscio, l'irrazionalità, la repressione delle perversioni...).
Nella splendida Venezia però, si diffonde rapidamente il colera, aiutato dal cima caldo e afoso della località marittima, gremita di turisti ignari. Gustav viene a sapere dell'epidemia e si trova a dover decidere se partire, abbandonando il Lido e la sua ossessione per Tadzio, o restare nonostante il rischio elevato e il rapido peggiorare della sua salute. Dopo una breve indecisione, decide di restare e non avvisare la famiglia del ragazzo, che si incarica di proteggere lui stesso.
La sua scelta di ignorare il pericolo e la sua ossessione per il giovane, pur giovando al suo animo solitario, segnerà la sua fine proprio in quella che doveva essere una vacanza rigenerante.
Nonostante l'ambigua tematica, il cinquantenne Gustav che si invaghisce del quattordicenne Tadzio, il primo non viene descritto con disprezzo o come un personaggio malvagio; lo scrittore ammira il ragazzino a distanza e la colpa del suo amore irrazionale e irrealizzabile lo distrugge e lo rende vittima di se stesso.
« Giacché la bellezza, mio Fedro, solo essa è amabile e visibile al tempo stesso; essa è, notalo bene, la sola forma dell'immateriale che noi possiamo percepire coi sensi e che i nostri sensi possono sopportare. [...] E poi disse la cosa più sottile, l'astuto seduttore; disse che l'amante è più divino dell'amato perché Dio è nel primo ma non nell'altro... »
« Egli amava il mare per ragioni profonde: il bisogno di riposo dell'artista costretto a una dura fatica, che davanti all'esigente proteismo dei fenomeni cerca rifugio nel seno della semplicità, dell'immensità; la tendenza vietata, in netto contrasto con la sua missione e appunto per questo così irresistibile, all'inarticolato, l'incommensurabile, l'eterno, il nulla. Riposare nella perfezione è il sogno di chi s'affatica per giungere all'eccellenza; e il nulla non è una forma della perfezione? »

Thomas Mann (Lubecca, Germania 1875 - Kilchberg, Zurigo 1955):
scrittore e saggista tedesco, uno dei maggiori romanzieri della letteratura mondiale.
Premio nobel nel 1929. La morte a Venezia è del 1913, quindi tra i capolavori della giovinezza, come il famoso romanzo I Buddenbrook.
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