Autore: John Williams
Editore: Fazi
Genere: Narrativa letteraria
Pagine: 138
Prezzo: € 13,50
Tutte quelle cose - quelle cose terribilmente sgradevoli che ora aleggiavano indistinte nei recessi della sua memoria - erano accadute davvero? O erano soltanto il frutto di un incubo febbrile della sua infanzia?
Questo breve romanzo ci racconta la tipica giornata di un giovane borghese Californiano: Arthur Maxley. La sua vita trascorre tra la monotonia quotidiana e i ricordi che lo tormentano. La sua infanzia lo perseguita, il suo passato è la sua ombra e non lo abbandona mai. Un giorno suo padre, uomo d'affari sempre in giro per il mondo, si trova nella stessa città del figlio e gli propone di cenare insieme. La serata si svolge in maniera triste e deprimente perché tra i due non c'è mai stato un rapporto profondo e perciò la comunicazione è molto debole e a tratti imbarazzante. Sembrano quasi due sconosciuti che non sanno come parlarsi, non si conoscono e rimpiangono di non aver passato più tempo insieme.
Nulla, solo la notte rappresenta l'esordio dell'autore che in poco meno di 140 pagine riuscirà a farvi innamorare del suo stile. Dalla lettura si può capire la sensibilità dell'autore verso la condizione umana e la fragilità dell'uomo. Questa sensibilità la si può notare soprattutto dall'attenzione verso i ricordi e verso il passato del protagonista, quel passato che segna il suo presente e che ha formato la sua personalità nel tempo. L'infanzia di Arthur è stata molto dura e dolorosa, sua madre è scomparsa senza motivo mentre sua padre, essendo un uomo d'affari, non è mai stato molto presente. Si è sentito spesso abbandonato e solo e, anche da adulto, questa sua condizione non è cambiata. Riempie la sua solitudine frequentando due amici che, poi, tanto amici non sono. Il primo è Max Evartz, un uomo che organizza tante feste alle quali il protagonista è invitato. Per lui è un modo per affogare i suoi ricordi nell'alcool, vuole smettere di pensare e godersi il presente. Il secondo, invece, è Stafford Lord, un giovane ritardatario, lamentoso e sognatore di progetti irrealizzabili. La perenne assenza del padre non ha permesso ai due di instaurare un legame profondo e di fiducia e, per questo motivo, durante la cena non riusciranno a dirsi ciò che vorrebbero dire né a sentirsi a loro agio. Questo romanzo ci fa capire quanto sia importante il ruolo della famiglia e quando il ruolo di entrambi i genitori sia fondamentale per la crescita di un bambino. Ad Arthur è mancata una famiglia su cui contare, da cui prendere esempio e a cui chiedere consigli. Ora che è adulto si rende conto delle mancanze e prosegue la sua vita tra ricordi, rimpianti, dolore e solitudine. Lo stile è ricercato, puntuale e in un certo senso umano. Nelle descrizioni l'autore ci mette il suo cuore, fa sentire la sua compassione nei confronti del protagonista, la sua sensibilità è qualcosa di meraviglioso ed emozionante. Ogni sua parola è studiata e perfetta nell'esprimete in maniera diretta qualunque concetto. Ovviamente non vedo l'ora di leggere gli altri suoi scritti che, da quello che ho sentito dire, sono capolavori.
"Questa stanza è come la mia anima", pensò. "Sporca e disordinata". Sorrise. "Al diavolo", si disse. "E' una stanza e basta, e stamattina la cameriera la pulirà, cosa che non si può fare con la tua anima. Chi te la può pulire, l'anima?"
Ma la peculiarità del sogno è che il sognatore è privo di potere. Anche se spesso sembra dotato di abilità straordinarie, di facoltà inconcepibili durante la veglia, se solo fosse in grado di esaminare la sua mente sognante, e di esplorare il suo mondo sognato, scoprirebbe che il suo unico potere è quello di nutrire il sogno, alla condizione in cui si trova. Egli non è che lo strumento di un oscuro saltimbanco, di un piccolo e sinistro pagliaccio che si diverte a creare mondi dentro altri mondi, vite dentro altre vite, cervelli dentro altri cervelli.
Nascosto in quella silenziosa intimità, in quell'oscuro oblio, il passato poteva ancora raggiungerlo? Il raggio sottile, il pungolo di quei ricordi odiosi, sarebbe riuscito a diradare le ombre, e a trasformarsi in un arpione di luce accecante, per lacerare la sua memoria come carne viva?
John Williams
Nato nel 1922 in una famiglia di modeste condizioni economiche del Texas, si iscrisse all'Università di Denver solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, durante la quale fu distanza in India e in Birmania dal 1942 al 1945. Rimase per tutta la vita a Denver, dove insegnò Letteratura inglese all'università e dove morì nel 1994. Poeta e narratore, John Williams è autore di Stoner, Butcher's Crossing e Augustus, romanzi dimenticati e ora finalmente noti al pubblico italiano.



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