Visualizzazioni totali

martedì 26 maggio 2020

Recensione "Ingegneri di Anime" - Frank Westerman

Visualizza immagine di origineTitolo: Ingegneri di anime
Autore: Frank Westerman
Editore: Iperborea
Genere: politica e cultura

Pagine: 364
Prezzo: € 18,00




"I nostri carri armati non valgono niente", attacca, "se le anime che devono guidarli sono di argilla. Per questo dico: la produzione delle anime è più importante di quella dei carri armati [...]. E per questo brindo a voi scrittori, perché siete ingegneri di anime."


Questo sopra citato è il discorso che Stalin pronuncia, nel 1932, a casa di Maksim Gor'kij nel mezzo di una riunione di scrittori sovietici. Il giornalista Frank Westerman intraprende un viaggio sulla scia della letteratura ai tempi dell'Unione Sovietica, con meta finale il golfo di Kara-Bogaz, narrato da Konstantin Paustovskij nell'omonino romanzo e sede di uno dei numerosi progetti industriali sovietici.



Il libro si apre con una cartina di quella che era l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, con le indicazioni dei luoghi principali per la storia e per la lettura di questo libro. 
Come genere lo collocherei tra la saggistica e una sorta di reportage narrativo, in quanto è denso di informazioni biografiche sugli autori vissuti nell'URSS e sulle loro opere, oltre che di dati storici.
L'autore è infatti anche un giornalista e in quest'opera dimostra un impressionante lavoro di documentazione e ricerca. 
Racconta di un doppio viaggio, quello reale verso il golfo di Kara-Bogaz (nel Turkmenistan) e quello nei meandri della letteratura sovietica. 
Ripercorre i passi di Gor'kij, il padre del realismo socialista e "scrittore del popolo", nelle isole Soloveckie, quelli di Platonov, Pil'njak, Paustovskij e altri, testando la veridicità delle loro testimonianze. 
Qual era il trattamento riservato ai dissidenti o agli emigrati dal regime? Per non essere considerati personalità scomode, e quindi da far tacere, molti scrittori dovettero adeguarsi, chi più chi meno con convinzione, alle direttive del partito socialista: scrivi un libro sui benefici dei piani quinquennali, sulle opere idrauliche o sulla laboriosità di un operaio e sarai lodato e celebrato, scrivi un libro con un'apparenza di critica all'attività sovietica o dal contenuto "inutile" al regime e la censura del Glavlit farà la sua mossa.
“Uno scrittore deve scrivere per poter vivere, deve mangiare come gli altri uomini. Ma noi siamo messi davanti a una scelta ingannevole: o scrivi ciò che ci si aspetta da te, o scrivi per il cassetto della scrivania.” 
L'arte per l'arte è censurata, la letteratura deve essere comprensibile all'operaio medio ed esaltare la tecnica e il dominio dell'uomo sulla natura. Gli scrittori visitano i Gulag e riportano al pubblico le loro opinioni plasmate secondo i dettami staliniani, alimentando la propaganda.
Chi non aderisce al partito è un nemico del popolo e diventa protagonista di campagne diffamatorie, chi non si adegua spontaneamente è costretto a mettere da parte le proprie convinzioni per poter continuare a scrivere o semplicemente per non subire arresto e tortura. 
È la caccia al capro espiatorio, è l'illusione di una società moderna e superiore, è una tirannia che va di pari passo con le opere idrauliche che realizza a scapito della natura e della salute della popolazione.
L'autore analizza le contraddizioni dell'URSS post-rivoluzionaria, la manipolazione delle lettere, della lingua e delle anime. Attraversa le vicende e le opere dei principali scrittori sovietici e cerca di capire quanto fossero effettivamente accomodanti rispetto ai dettami del partito.
Nonostante la densità di informazioni la lettura è scorrevole e coinvolgente. 
Un saggio interessante e illuminante per chiunque sia interessato a questo periodo storico (soprattutto gli anni trenta).


« Ricapitolando, ciò significa che il Partito, che guida la forza lavoro delle masse, sarà sostenuto dai fiziki e dai liriki. I primi sono gli ingegneri e gli architetti, gli idrologi e gli elettrotecnici, insomma coloro che imprimono un connotato socialista alla realtà fisica. I liriki sono i cineasti e i compositori, gli scultori e pittori, insomma artisti, con in prima fila gli scrittori, coloro che accompagnano la metamorfosi simultanea dell'uomo e della società. »

Frank Westerman, nato nel 1964 a Emmen, in Olanda, dopo gli studi scientifici diventa presto giornalista freelance nelle zone più calde del mondo. È autore di romanzi reportage sui temi di razzismo, cultura, identità e potere come El Negro e io (Iperborea, 2009), e Ingegneri di anime (Feltrinelli, 2006). Ararat è stato finalista al Premio AKO 2007 e al Premio Kapuściński 2010. I soldati delle parole è un altro titolo pubblicato da Iperborea. 

Nessun commento:

Posta un commento