Autore: Matteo Capelli
Editore: WriteUp
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 198
Prezzo: 17,00 €
Sullo sfondo delle giornate di Timo e Luna c’è la piccola provincia italiana, tanto rassicurante quanto opprimente: tra il bisogno di creare solide basi per il futuro, il desiderio di fuggire da un presente scoraggiante, i problemi legati al lavoro e l’instabilità economica, i due finiscono per chiedersi se sia meglio difendere le piccole sicurezze del quotidiano o tentare la via del cambiamento con un salto nel vuoto. Per esempio un’esperienza all’estero, in mezzo alla natura, nella quale magari smarrirsi. Perché il viaggio può diventare un mezzo per ritrovare se stessi nelle difficoltà, uno strumento di conforto ed espiazione. Dopo la pandemia da Covid-19 e le limitazioni imposte dal lockdown, il sentimento di non poter più aspettare a realizzare i propri sogni esplode più forte di ogni paura, diventa sete di vita. E così i due partono. Impareranno presto che, anche se persi nella solitudine di campi verdi soleggiati e silenziosi, non potranno evitare di fare i conti con i sensi di colpa né con la necessità di perdonarsi certi errori. Dov’è allora la quiete, se non si riesce mai a essere in pace con se stessi? Le ombre del passato incombono sempre.
Dello stesso autore avevo già letto, nell'apparentemente lontano 2022, il libro Sii impeccabile con la parola, che avevo apprezzato moltissimo. Quindi ho approcciato questa nuova lettura con curiosità e interesse!
Ho trovato diversi punti in comune con la storia precedente, mentre altri si sono rivelati delle novità.
I protagonisti sono sempre i giovani e gli ostacoli che si trovano ad affrontare nella vita e nella società, ma questa volta Matteo Capelli si cimenta con una scelta coraggiosa per i suoi personaggi, quella di partire e cambiare completamente stile di vita.
Innanzitutto c'è (giustamente) un nuovo tema che concorre come causa scatenante della crisi personale dei protagonisti: il Covid. Non è difficile immedesimarsi nelle sensazioni e nelle preoccupazioni di quel periodo, avendolo vissuto tutti quanti, seppur ognuno a proprio modo. A ciò si aggiunge una base già instabile fatta di un lavoro insoddisfacente e poco remunerativo e la voglia generale di cambiamento. La speranza in qualcosa di meglio, insomma.
E così dalla città italiana Timo e Luna passano alle farm irlandesi, dal lavoro d'ufficio passano alla raccolta nei campi, da un appartamento passano a un caravan. In quanti abbiamo pensato di fare un passo del genere senza poi avere il coraggio di farlo veramente? E in quanti conosciamo amici o parenti che si sono trasferiti lontano?
Ho trovato molto interessante il miscuglio di culture che si è creato nella farm, grazie alle diverse provenienze dei ragazzi e delle ragazze che ci si trovano a lavorare. Non è solo una nuova esperienza di vita e di ambiente, ma anche un'occasione di avere più contatto con la natura e un'opportunità di socializzazione per scroprire nuovi punti di vista o, al contrario, di silenzio per ritrovare sé stessi. Bello anche l'uso della lingua inglese che crea un effetto più realistico nei dialoghi.
Mi è piaciuta anche la scelta di alternare il racconto in Irlanda con momenti della quotidianità precedente della coppia e con loro riflessioni.
La prima parte del romanzo, invece, mi ha trasmesso una sensazione di angoscia, forse volutamente creata per trasmettere il rischio di un futuro incerto e infelice.
Ho trovato inizialmente "strane" alcune scene descritte, che mi sono parse quasi paranormali o metaforiche, fuori contesto rispetto all'intento e allo stile del libro.
Devo dire, però, che è una di quelle letture che non si capiscono davvero fino alla fine!
Confermo la mia opinione sull'autore, che scrive con grande profondità e uno stile riflessivo ma chiaro.
I temi trattati spaziano dalla vita privata, amore, malattia, amicizia, alla società e l'ambiente e sono facilmente condivisibili dal lettore, che può immedesimarsi nei protagonisti e nelle loro impressioni.