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lunedì 1 maggio 2023

Recensione "Scala a San Potito" e "Le pareti bianche" - Luigi Incoronato

Titolo
: Scala a San Potito + Le pareti bianche
Autore: Luigi Incoronato
Editore: Roberto Nicolucci editore
A cura di: Laura Cannavacciuolo
Pagine: 168
Prezzo: 16,00€




Dalla penna ingiustamente dimenticata di Luigi Incoronato, scrittore d'eccezione scomparso prematuramente, nascono le potenti pagine di due vere e proprie gemme della letteratura italiana e napoletana. 
Scala a San Potito, romanzo d'esordio dell'autore, pubblicato per la prima volta nel 1950, mette in scena la Napoli dell'immediato dopoguerra: una città desolata, afflitta dalla miseria e ferita indelebilmente nel profondo. Lo sguardo del protagonista - intellettuale militante e alter ego dell'autore - si posa sulla devastante realtà della Scala a San Potito: un tetto improvvisato sotto il quale s'intrecciano le miserevoli storie dei suoi abitanti. «Lì, su quella gradinata, quegli esseri umani avevano ben poche speranze di incontrare chi gli offrisse loro il modo di guadagnarsi un tozzo di pane.» Esseri umani condannati a una vita immobile, fatta di giornate che scorrono lente in cui la fame attanaglia e il lavoro non arriva. Scala a San Potito è un romanzo breve ma dal ritmo serrato che nasconde al suo interno un cupo pessimismo. È un racconto di miseria che lascia l'amaro in bocca ma anche la storia di un'amicizia ricca di dolcezza. 
Le pareti bianche, romanzo d'ispirazione autobiografica pubblicato postumo nel 1968, esplora le condizioni del disagio psicologico del protagonista, un reduce di guerra tornato in Italia dopo essere stato ferito sul fronte greco-albanese. Disilluso dalle ragioni di una guerra in cui non crede e schiacciato dalla paura di tornare faccia a faccia con quegli orrori, il narratore decide di chiudersi in un'amnesia volontaria, simbolo del silenzio e dell'isolamento dell'individuo contemporaneo. Dalla stanza di un ospedale militare, l'unica possibilità di tornare alla vita sembra risiedere nell'oblio. La sua voce, carica di melanconia e disperazione, sparisce all'interno delle quattro mura che lo circondano e, tutto quello che rimane, è il colore delle pareti, bianche, come una pagina vuota che cela la speranza di un nuovo inizio: «Il futuro, il futuro dietro quelle pareti bianche, il futuro, domani, come si arriverà alla pace, che tipo di pace, e come ci arriverò, che parte avrò, chi sarò?» Le pareti bianche è un racconto intenso e introspettivo che, attraverso il suo testo stringato e telegrafico, scava nel profondo dell'animo umano e ne interroga i turbamenti.


Questo volume raccoglie due opere di Luigi Incoronato, e prima ancora un'interessante introduzione sulla vita dell'autore, il periodo storico in cui si colloca e le sue opere, a cura di Laura Cannavacciuolo. 
Il primo romanzo, Scala a San Potito, è ambientato a Napoli nel dopoguerra e racconta di un gruppo di senzatetto che alloggiano, appunto, sulle scale di San Potito. Il narratore entra in contatto con loro e ci narra frammenti della loro vita e della loro miseria. La disoccupazione, lavori saltuari e incerti che vanno e vengono, la mancanza di una casa, il freddo. 
Quello che colpisce è che si tratta di gente di ogni età, dagli anziani ai bambini, famiglie intere oppure persone sole. Il narratore dialoga con loro e li osserva, si interroga come faremmo noi sul perché della loro condizione, e lo fa con tono malinconico. 
La scrittura dell'autore è semplice, scorrevole e ammaliante pur nelle tematiche trattate, ti spinge a continuare a indagare questo aspetto di umanità. Gli sguardi persi o speranzosi, un giorno vittoriosi e quello dopo sconsolati. Le persone cambiano, soprattutto dentro, e i ruoli si possono ribaltare. 
Il narratore è uno spettatore, non è veramente uno di loro, però sta tra loro e vediamo anche nascere una particolare amicizia con Giovanni, un uomo diffidente che ha perso il proprio lavoro. 
Cosa spinge il narratore ad avvicinarsi, comprensione o compassione? La volontà di aiutare o la consapevolezza che un giorno potrebbe trovarsi al loro posto? 
Ho apprezzato moltissimo questa lettura, ve la consiglio davvero. Mi ha ricordato che la disperazione ha un volto umano. 

«...Con la miseria tutti si fanno un poco ladri. In questi ultimi tempi ognuno di noi ha rubato qualcosa.»
«Come dite?»
«È proprio difficile trovare uno che non abbia rubato. Anche chi s'è riempito lo stomaco ogni giorno, più del necessario, non ha rubato anche lui una parte del pane a chi era digiuno?»

Il secondo romanzo, Le pareti bianche, racconta invece di un giovane soldato ferito. Il protagonista e narratore si trova in un ospedale con altri compagni feriti e ha paura, una volta curato, di essere rimandato in guerra. Ha paura perché non sa contro chi combatte, non sa perché deve uccidere quei nemici e perché loro devono uccidere lui. Ha paura dell'ignoto, di non sapere se sopravvivrà o meno in una guerra che non sente appartenergli, di poter morire senza che nessuno gli spieghi il motivo. 
Il romanzo è molto breve, ma molto riflessivo nonostante lo stile a tratti telegrafico. Le riflessioni del narratore si alternano a elenchi di ufficiali e di armi. Ci sono le indicazioni di tempo e luogo di alcuni combattimenti e alcune lettere che il soldato scrive ai propri cari. 
Il tono è disilluso e nella mente del narratore si fa strada l'idea di fingersi malato per non dover tornare in guerra. Vorrebbe dimenticare ma non può, e pur di non tornare a imbracciare le armi è disposto a rischiare di fingere un'amnesia. 

Il dolore mi è dentro, sono ottuso. Un senso di idiozia. Il treno si fermava nelle stazioni, sentivo uno voce gridare nel buio. E quel suono si ripercoteva e si ripeteva. 

Da un lato, quindi, le condizioni sociali di un momento critico della storia italiana, dall'altro le condizioni psicologiche di un soldato che ci ricorda l'insensatezza della guerra. Due racconti molto diversi, eppure legati indissolubilmente da un senso di disillusione e profonda amarezza che accompagna tanto i narratori-autore quanto noi lettori. 
Tra i due ho preferito Scala a San Potito, per lo stile e i dialoghi, ma consiglio entrambe le letture, ancor meglio se insieme una dopo l'altra proprio come sono riportate in questo volume, perché ho l'impressione che rappresentino in qualche modo l'inizio e la fine di un percorso interiore. Sono entrambe brevi ma intense e vale la pena affrontarle con mente aperta e disposta a riflettere. Le consiglio. 

Ringraziamo di cuore Roberto Nicolucci editore per la copia e per la fiducia riposta nel nostro blog e facciamo i nostri complimenti per il lavoro svolto. È stato un vero piacere scoprire questo autore, purtroppo poco noto, e i suoi racconti e speriamo che molti altri possano conoscerlo grazie a questa vostra edizione molto ben curata. 
Vi ricordiamo anche che dello stesso editore sul blog trovate la recensione di Arte al guinzaglio



Luigi Incoronato nasce a Montreal il 5 luglio 1920 da genitori emigranti. In Italia arriva all’età di dieci anni. Studia a Palermo, Pisa e si laurea all’università di Napoli in Lettere con una tesi sulle Operette morali di Leopardi. Partecipa alla Seconda guerra mondiale sul fronte francese e su quello greco-albanese rimanendo gravemente ferito e, successivamente, partecipa alla Resistenza in Molise come membro del Comitato di Liberazione Nazionale di Campobasso. Dopo la guerra si trasferisce a Napoli dove insegna lettere presso una scuola media. Militante del Partito Comunista Italiano, collabora a diverse testate, tra le quali Cronache meridionali, Il Contemporaneo, Paese Sera. Fonda, insieme a Mario Pomilio, Michele Prisco, Domenico Rea, Luigi Compagnone e Gian Franco Vené, la rivista letteraria Le ragioni narrative (1960-1961) che nasce in aperta polemica con lo sperimentalismo letterario allora in auge. 
Scrive diversi romanzi; il più celebre, nonché suo romanzo d’esordio, è Scala a San Potito (1950), al quale segue la raccolta di racconti Morunni (1952), i romanzi Il governatore (1960), Compriamo i bambini (1963), Le pareti bianche (1968) e L’imprevisto e altri racconti (2006). Luigi Incoronato muore a Napoli il 26 marzo 1967, suicida. I suoi ultimi romanzi, Le pareti bianche e L’imprevisto e altri racconti, vengono pubblicati postumi.

_Lisa_

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