Genere: narrativa
Pagine: 152
Prezzo: € 14,00
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I Tre Pini, uno scorcio di Langa piemontese del Dopoguerra, una borgata in cui tutti si conoscono tra di loro e dove ancora aleggia il ricordo dei racconti popolari su masche, mascon e maledissiun. Il ritrovamento del cadavere di una ragazzina getta un senso d’impotente terrore su tutta la comunità e mentre gli adulti cercano di fare luce su una cattiveria fin troppo umana, Lorenzo, Laura e la loro banda di amici decidono invece di affrontare la masca, l’anziana tacciata come strega, nel tentativo di avere giustizia per la loro sfortunata compagna di classe, portando alla luce verità scomode e impensabili.
Laura e Lorenzo sono fratelli gemelli oltre che amici, sempre pronti a supportarsi a vicenda nel momento del bisogno. Sono anche due alunni undicenni della classe di maestra Margherita, di cui fa parte anche una ragazzina speciale: Angiolina, molto studiosa, minuta e riservata, purtroppo zoppa e adottata da una famiglia che non apprezza il suo amore per la lettura.
La Masca è una sorta di strega del folclore piemontese, una leggendaria anziana con poteri magici e maligni che vive isolata da tutti. E la gente più superstiziosa dei Tre Pini crede che proprio la Masca abbia maledetto la sfortunata Angiolina. Sarà così o sotto c'è ben altro?
«La masca. La strega. Lo spirito malvagio che viveva nella casa mezza diroccata, costruita con pietre di fiume gettate alla rinfusa e tenute insieme da qualche forza misteriosa, un piccolo punto disperso nel bel mezzo della valle, a pochi chilometri dalla chiesetta consacrata a San Massimo.»
Mi è piaciuta tanto la scelta dell'ambientazione di campagna, tra campi e fattorie, bestiame e casolari di un borgo piemontese del dopoguerra, dove i nonni vivono con la famiglia e tra vicini ci si supporta con lo scambio di prodotti caserecci. Un personaggio che ho trovato molto rassicurante e caloroso è infatti la nonna di Laura e Lorenzo.
Mi è piaciuto il rapporto tra i due fratelli e il fatto che abbiano entrambi un ruolo fondamentale per lo svolgimento finale delle vicende e per lo svelamento della verità.
Ho apprezzato molto anche l'inserimento di alcuni termini dialettali (comprensibili o intuibili da tutti!), che rendono in qualche modo l'ambientazione più caratteristica e vicina al lettore, soprattutto nelle deliziose scene di vita quotidiana.
Ma perfino in una piccola regione come quella dei Tre Pini, dove tutti conoscono tutti, accadono fatti terribili e le persone nascondono segreti inconfessabili...
Questa storia affronta anche temi sociali, come l'importanza dell'istruzione spesso sottovalutata in contesti come questo, dove il lavoro nei campi risulta più utile e concreto per la famiglia e la comunità, che a volte scoraggiano i giovani a intraprendere gli studi. O come la superstizione e l'ignoranza che spinge ad emarginare, in questo caso, un'anziana donna e una ragazzina orfana, credute rispettivamente una strega e la sua vittima.
E' molto bello come nella storia siano soprattutto i più piccoli a ignorare queste dicerie e aiutare Angiolina, dimostrandosi più lucidi e maturi di molti adulti e più decisi a fare giustizia.
La lettura è accompagnata da alcune immagini in bianco e nero, fotografie graffiate che ben rappresentano l'apparente semplicità e frugalità dei luoghi descritti.
Non sono mancati i colpi di scena, alcuni avvenimenti della storia proprio non me li aspettavo!
Una lettura molto piacevole, scorrevole, particolare e con un bell'insegnamento da cogliere.
«La osservò avanzare di qualche passo verso di loro: le rughe solcavano quel viso stanco e abbronzato come fossero i segni di un'attenta cesellatura in un legno raggrinzito, e i suoi capelli, mai mostrati in pubblico fino ad allora, perché sempre avvolti da qualche straccio scuro e liscio, erano corti e ispidi, di un biancore candido.»
Vi lasciamo anche il link alla recensione di un altro romanzo dell'autrice, il fantasy Edenya, che abbiamo avuto il piacere di leggere tempo fa e che vi consigliamo di recuperare: recensione-Edenya di laura-rizzoglio.
_Lisa_
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