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giovedì 7 aprile 2022

Recensione "Clinamen" - Sara Gavioli

Titolo: Clinamen: la fine degli inizi
Autore: Sara Gavioli
Editore: Ikigai
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 250 
Prezzo: 15,00€




Sospesa tra il passato, distante ma ancora significativo, e il futuro che sembra non decidersi ad arrivare, osserva quella città piena di occasioni, così diversa dalla Sicilia che continua a richiamarla indietro. E mentre, come tutti, muove i primi passi in cerca di uno spazio nel mondo, le scorre attorno l’umanità che sussurra piccole storie quotidiane.
C’è la voce dell’uomo gentile dietro il muro, c’è il vecchietto incontrato in ascensore o la donna che beve birra alla fermata del tram. C’è la madre, rimasta su una poltrona nella vecchia casa, e poi un ragazzo, l’unico con cui si può parlare davvero. Ci sono progetti e speranze, e c’è soprattutto la domanda fatta da quel padre che non c’è più: cosa sei, cosa sarai?


Una lettura che ha saputo catturarmi fin dal titolo, di cui non conoscevo il significato ed ero curiosa di scoprirlo!
La protagonista è una giovane donna in cerca di lavoro. La accompagniamo a colloqui disastrosi, quasi imbarazzanti. Come si trova un buon lavoro che permetta di guadagnare onestamente, se per ottenere un buon lavoro ti vengono richiesti dei soldi? Spesso viene richiesta esperienza pregressa per poter lavorare, ma come fare esperienza se nessuno è disposto ad assumerti quando sei agli inizi?
L'autrice fa emergere certi paradossi e alcuni stereotipi del mondo del lavoro a cui non si fa molto caso, o dei quali non si realizza la diffusione e la gravità, almeno finché non ci si ritrova in quella specifica situazione. E ce li presenta in modo leggero ma efficace, con una semplicità e una trasparenza disarmanti.

I capitoli sono brevissimi e veloci e raccontano di situazioni comuni di quotidianità. Sono spezzoni di un periodo precario della sua vita. Una conversazione casuale alla fermata del bus, la preoccupazione per le bollette da pagare, la telefonata con la madre che vive da sola a Siracusa, i soldi contati per fare la spesa, una cena a base di sushi con un ragazzo sul balcone del suo appartamento. 
Siciliana trasferitasi a Milano, si ritrova spesso a fare la spola tra Siracusa, dove il dovere nei confronti della famiglia la chiama, e il capoluogo lombardo, dove è convinta di poter inseguire i suoi sogni, ma quale delle due può definire casa? 
Tra le difficoltà in famiglia e quelle economiche, la protagonista si gestisce meglio che può. Tutto diventa un prezzo, tutto gira attorno ai numeri, inizia a chiedersi di cosa può fare a meno e a scordarsi i pasti. Inizia a rendersi conto che le responsabilità che nascono col crescere fanno paura. La realtà fa un po' paura quando si è in difficoltà. Così la protagonista soffre in silenzio, tra promesse di guadagno che si rivelano una fregatura e l'unico conforto di un ragazzo interessante con il quale condivide sushi e conversazioni insolite. 
Questo finché non decide che bisogna provare a buttarsi, a credere veramente in sé stessi e nelle proprie passioni. Ha saputo trasformare un periodo di crisi in un'opportunità. 
Il suo sogno è scrivere ed entrare nel mondo dell'editoria, e lo fa partendo col diventare una editor freelance, correggendo manoscritti per gli autori. Non che qua sia tutto rose e fiori, spesso i clienti sono pressanti e la gente mal giudica la strada che ha intrapreso, ma è il primo passo verso la realizzazione del suo obiettivo. E sono i primi soldi che entrano nel portafoglio permettendole di tirare il fiato e pagare l'affitto. 
L'impressione è che le parole le servano per emergere dall'ombra e dal silenzio, per ricordare e ricordarsi di esistere e gridare, a suo modo: sono qui, vivo, io sono questa. 
Dove lo si trova un senso di sicurezza quando tutto è ingannevole e fragile, quando c'è così tanto distacco tra le aspettative e il mondo?
La protagonista ci dimostra che è importante restare fedeli a sé stessi, ai propri principi, essere appassionati e determinati, mettersi in gioco e fare sempre del proprio meglio. 

Faccio i miei sinceri complimenti all'autrice e la ringrazio per questa lettura, nella quale ho ritrovato anche qualcosa di me. Scorrevolissimo, si legge in un attimo sia per lo stile di scrittura che per la curiosità e il coinvolgimento nelle vicende. 
Trovo davvero azzeccata la definizione di mosaic novel, che io ho inteso come un romanzo fatto di tanti piccoli pezzi proprio come fosse un mosaico che, nell'insieme, finisce per creare una storia di tanti colori. L'edizione poi è anche esteticamente molto bella e curata, sia dentro che fuori. 
Lettura sicuramente consigliata, soprattutto ai giovani adulti.

«Dall'altra parte d'Italia ci sono i miei sogni chiusi in un appartamento che non so più come pagare. Li ho lasciati lì in pausa, li immagino corrodersi e sparire.»

«Annuisce, divertito. "E allora?"
Mi osserva con la curiosità di chi ancora non ha scoperto tutto. Mi piace.
"E allora, cosa sono i nostri problemi? Lì fuori ci sono stelle che esplodono, pineti che si scontrano. Non ne sappiamo nulla, siamo microscopici. Ci pensi, all'importanza che hanno i tuoi problemi nell'universo?"»


Sara Gavioli lavora come redattrice freelance per autori, editori e agenzie, dunque si prende cura delle storie. Ha vissuto a Siracusa, a Catania, a Milano e oggi vive ad Abbiategrasso, ma non è escluso che si sposti ancora in cerca di un luogo da chiamare definitivamente “casa”.
Nel 2016 il suo romanzo d’esordio, “Un certo tipo di tristezza”, è stato pubblicato dall’editore Inspired. Da allora non ha mai smesso di scrivere.

_Lisa_

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