Eccoci con la seconda tappa del Review Party dedicato alla nuova uscita firmata Oscar Mondadori. Come già annunciato, oggi è il momento di parlarvi del secondo romanzo contenuto in "Sovrani delle tenebre", ovvero "Il sovrano della morte", Come sempre vi lasciamo il calendario in cui potete trovare la recensione precedente e la data della prossima.
- Il sovrano della morte (26 novembre)
- Il sovrano del miraggio (29 novembre)
Titolo: Sovrani delle tenebre - Ciclo della terra piatta
Autore: Tanith Lee
Genere: Fantasy
Editore: Mondadori
Pagine: 804
Prezzo: € 28,00
Editore: Mondadori
Pagine: 804
Prezzo: € 28,00
Immaginazione, stile, erotismo tra personaggi divini, demoniaci o semplici mortali: una Mille e una notte epica e fiabesca, capolavoro del fantasy d'avanguardia di fine Novecento.
In dialogo con i capisaldi della letteratura fantastica di tutti i tempi, il Ciclo della Terra Piatta (di cui la trilogia qui presentata costituisce l'inizio) ripropone la narrazione di vicende non scontate, ispirate a una sintesi tra modelli prestigiosi quali le leggende della tradizione romantica e le novelle orientali nello stile delle Mille e una notte. Le "storie concentriche" della Lee, con i loro vari protagonisti – divini o demoniaci, mortali o immortali – trasferiscono fin dai loro esordi lettrici e lettori nel regno dell'epos e delle fiabe, in cui l'amore implica insospettate crudeltà e la discesa nel regno dei morti può anche ammettere il ritorno tra i vivi.
Questo secondo libro è il più corposo dei tre. Nonostante il titolo faccia riferimento al Sovrano della morte, in questa lettura non avremo a che fare solo con questo nuovo ed enigmatico protagonista, ma anche con il conosciuto Sovrano della notte. In questo volume però, a differenza del precedente, troviamo una trama più lineare e concreta.
L'autrice non si preoccupa del tempo e delle pagine ma si lascia trasportare dalla narrazione raccontandoci qualsiasi cosa creata dalla sua fantasia. Di conseguenza a volte intraprende una nuova strada, parlandoci di eventi diversi dai precedenti ma che poi trovano un collegamento e tutto inizia a combaciare.
All'inizio della lettura abbiamo modo di conoscere Narasen, la regina leopardo. Una donna crudele, ambiziosa, fredda, arida, una guerriera. Una donna maledetta perseguitata dalla sua crudeltà. Una regina che nonostante il suo orientamento sessuale è rispettata e ammirata dai sudditi. Ama le donne e odia giacere con gli uomini.
Narasen, durante la sua vita, ha avuto l'occasione di incontrare personalmente il protagonista principale della storia, il Sovrano della morte, il principe Uhlume.
L'autrice si prende tutto il tempo per presentarcelo e per descrivere il suo regno, l'Intramondo. Ce lo descrive con un volto insolito, impenetrabile, amareggiato e desolato. Con occhi privi di vita. Un principe senza dolore e disperato, che vive in un regno altrettanto triste. Una terra di colore grigio, rocce simili a piombo sulle quali cresce della sottile e fragile vegetazione. Una pianura grigia coperta di polvere circondata da colline di pietra. Il cielo bianco e smorto, senza sole, luna e stelle. Una landa desolata che non mutava mai.
Al centro troviamo un palazzo in granito, senza bellezza e con alte colonne. Un regno in cui dolore e vecchiezza non esistono. Una terra bianca come una pagina di carta su cui ognuno può scrivere ogni suo desiderio.
Lee ci parla anche di alcune creature già presenti nel primo volume, come i Drin e gli Eshva, entrambe creature demoniache provenienti dal regno del Principe della notte, Azhrarn. Questo sovrano, dobbiamo ammettere, anche qui ricopre un ruolo molto importante, conduce la trama e si burla di alcuni dei protagonisti.
Anche in questo romanzo troviamo temi come il sesso, il destino e la bellezza ma anche l'invidia, la vendetta, l'amore e la tristezza. Quella tristezza che cambia il colore del mondo. Ma sicuramente la tematica di fondo è la
Morte, la stessa temuta dai protagonisti e da tutti gli uomini. Troviamo forse un'autrice più spinta nel raccontare gli episodi sessuali che, lasciando scorrere la penna, ci parla anche di rapporti necrofili. Nonostante il sesso sia una tematica ricorrente Lee non è mai volgare, si mantiene comunque delicata e poetica.
Morte, la stessa temuta dai protagonisti e da tutti gli uomini. Troviamo forse un'autrice più spinta nel raccontare gli episodi sessuali che, lasciando scorrere la penna, ci parla anche di rapporti necrofili. Nonostante il sesso sia una tematica ricorrente Lee non è mai volgare, si mantiene comunque delicata e poetica.
Come in "Il sovrano della notte" il bello ha un ruolo fondamentale così come la libertà di esprimere ciò che siamo. Questa libertà la ritroviamo in Conchiglia, un bambino-demone che può essere sia maschio che femmina. Lee segue lo stesso filone del primo basando il suo stile su una mescolanza di generi letterari e autori importanti, come Oscar Wilde.
L'eleganza della sua scrittura ci fa volare tra le pagine, anche grazie alle super dettagliate descrizioni sia dei personaggi sia dell'ambientazione. Una lettura altrettanto coinvolgente, magica e fiabesca. A nostro parere questo romanzo può anche esse letto singolarmente ma comunque vi consigliamo vivamente di iniziare dal primo in modo tale da cogliere tutte le bellissime e particolare sfumature di questo bellissimo romanzo.
L’invidia era una lama verde conficcata nel suo fianco; si muoveva per godere la gioia della trafittura. L’amore gli aveva calato un velo viola sugli occhi: la tristezza cambiava il colore del mondo. Prima era stata la debolezza e l’infermità degli uomini a portargli via il suo amato, adesso a farlo poteva essere una donna. Ma una donna era meno astratta, ed era più facile combattere contro di lei. Ma una donna era meno astratta, ed era più facile combattere contro di lei.
Morire fa paura, ma anche vivere fa paura. Zhirem si lanciò dal bordo, e ciò che davvero voleva non è semplice da indovinare, né era semplice per lui sapere se voleva la fine o la maledizione di non finire. Se le rocce lo avessero trafitto fino a ucciderlo, forse avrebbe urlato il suo pentimento. Ma le rocce lo avevano lasciato andare, e ora che cadeva era come passare dalla garza al velluto: non un graffio, non una scorticatura. Quando si trascinò in piedi e fissò la parete dell’abisso e la lunghezza della sua caduta, quando riconobbe di essere vivo e incolume, allora il suo grido di angoscia e rimpianto fu a causa della vita, e non trovò in sé alcuno spazio per capire che tutto avrebbe potuto essere diverso.
Nata da Bernard e Hylda Lee, dopo aver terminato gli studi superiori e aver frequentato per circa un anno l'università ha lavorato come archivista, assistente bibliotecaria, commessa e cameriera. Nel 1968 l'editore Herbert van Thal pubblica Eustache, più che un racconto un rapido schizzo da circa 90 parole, nell'antologia The Ninth Pan Book of Horror Stories. Nei primi anni settanta esordisce come scrittrice per l'infanzia pubblicando presso l'editore Macmillan il romanzo The Dragon Hoard (1971), un libro illustrato dal titolo Animal Castle (1972) e la raccolta di racconti Princess Hynchatti and Some Other Surprises (1972). A partire dal 1976 si dedica professionalmente alla scrittura, dopo il notevole successo riscosso dal suo primo romanzo diretto ad un pubblico maturo, Nata dal vulcano (The Birthgrave, 1975), pubblicato negli Stati Uniti dalla casa editrice Daw Books. Oltre all'attività di scrittrice ha all'attivo anche collaborazioni con radio e televisione: per la BBC ha scritto le sceneggiature di quattro radiodrammi Bitter Gate (1977), Red Wine (1977), Death Is King (1979), The Silver Sky (1980) e di due puntate della serie televisiva Blake's 7, Sarcophagus (1980) e Sand (1981). Nel 1999 un adattamento del racconto Nunc Dimittis è stato realizzato come episodio della serie televisiva The Hunger per la regia di Russel Mulcahy e la sceneggiatura di Gerard Wexler. Vissuta nel sud dell'Inghilterra insieme al marito, lo scrittore e artista John Kaiine che sposò nel 1992, la scrittrice è deceduta nella sua casa nell'East Sussex il 24 maggio 2015 all'età di 67 anni, dopo una lunga malattia.
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