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giovedì 4 novembre 2021

Recensione "Qualche rotella fuori posto" - Mattia Bernardini

Titolo: Qualche rotella fuori posto
Autore: Mattia Bernardini 
Editore: AliRibelli 
Genere: Narrativa
Pagine: 260
Prezzo: 12,00




 «Che succede se finisce in pareggio?» domanda Beppe. Io e Franco lo fissiamo sbalorditi. Ma che sta dicendo? «Non esiste il pareggio, Beppe. Non è proprio contemplato.» «Assolutamente» confermo io. «Ma scusa, allora continuate in eterno?» «Finché uno dei due non si arrende, o muore.» Tra le lezioni all’Università e le sfide al limite dell’assurdo con il suo migliore amico, la vita di Roberto corre veloce e fuori controllo. L’unico posto in cui il tempo sembra davvero fermarsi è allo skatepark, dove le sole cose che contano per lui sono la tavola sotto ai piedi e la voglia di evadere. Con Qualche rotella fuori posto, l’autore ci catapulta nel mondo dello skateboard, in un viaggio che ha il sapore dei vent’anni e il suono del punk rock più autentico. 


"Qualche rotella fuori posto" racconta la vita ordinaria di due giovani ragazzi, amici per la pelle, quella stessa vita che con le sue difficoltà e contraddizioni li mette a dura prova, quella stessa vita che con inflessibilità vuole vedere fino a che punto possono resistere. Un romanzo che narra le loro vicende, gli imprevisti ma anche quelle poche soddisfazioni che riescono a raggiungere. Li vediamo insicuri, brancolanti verso un futuro pieno di responsabilità che non sono certi di voler accettare e affrontare. Un libro che ci parla di crescita e di maturazione. 

I due protagonisti, Beppe e Franco, sono migliori amici e studenti universitari, si voglio bene ma al tempo stesso, tra loro, è una sfida continua. Una sfida che dalle ragazze si protrae anche sulla tavola di legno di uno skateboard. Due amici che, insieme, stanno cercando il loro posto nel mondo, la loro indipendenza e la strada migliore per raggiungere e realizzare i loro sogni. Due amici tenaci che, ogni volta, cercano di migliorarsi. Li vediamo affrontare una situazione densa di dubbi e incertezze, li vediamo esitare su quella linea che li separa dal mondo degli adulti, quello stesso mondo che, con i suoi disagi, li intimorisce. Due amici che dimostrano di avere un legame davvero forte, sono simpatici e divertenti, ma anche coraggiosi e spontanei, istintivi ma al tempo stesso anche riflessivi. Due protagonisti alla costante ricerca del vero senso della vita. 

L'autore si prende l'impegno anche di introdurre il lettore nel mondo dello skate. Lentamente iniziamo a capire le regole e il suo funzionamento, capiamo quanto esso sia essenziale per i protagonisti. Capiamo quanto per loro questa passione sia una valvola di sfogo o, ancora meglio, un rifugio sicuro da tutto ciò che li tormenta. Sulla tavola loro sono liberi e spensierati, il loro unico obiettivo è quello di migliorare ogni volta, di dare sempre il massimo. Lo skateboard rimarrà per tutta la narrazione uno dei temi principali, il filo conduttore tra tutti i protagonisti senza mai eccedere e diventare pesante. Inoltre, per i più curiosi, sul fondo del libro l'autore si premura di farci trovare un glossario con le terminologie proprie della disciplina. 
Mattia Bernardini ci fa salire sulla loro stessa tavola per farci percepire il loro senso di libertà, l'adrenalina, ci fa provare il loro stesso dolore ad agni caduta ma anche la forza nel rialzarsi e riprovare per poi cadere e riprovare all'infinito. Perché la vita è proprio così, una serie di sfide che ci fanno cadere, che ci fanno male ma ci danno la possibilità di trovare la volontà di rimetterci in piedi e la forza per combattere. 

Mi è piaciuta tantissimo la bellissima idea dell'autore di associare ogni capitolo a una canzone, leggere con un sottofondo adatto è il miglior modo per entrare ancora di più all'interno della vicenda, e per avvicinarsi sempre di più ai protagonisti e al loro pensiero.
 
Per il lettore è veramente costruttivo vedere come Beppe e Franco crescono rimanendo sempre fedeli a ciò che sono e a quello in cui credono. Nonostante le difficoltà incontrate ci dimostreranno di avere dei valori morali e ci faranno capire come spesso è meglio avere qualche rotella fuori posto piuttosto che seguire la massa e perdere la propria identità. Ci faranno toccare con mano il loro bisogno di avere un amico su cui contare e soprattutto di isolarsi ed emarginarsi per continuare a rimanere loro stessi. Ci fanno scoprire quanto sia importante vedere e capire la vera essenza delle cose senza essere superficiali. Ci fanno comprendere quanto, molto spesso, i giovani ragazzi si sentano così fuori dal mondo da non riconoscersi in una società che non li rispecchia, in una società ormai lontana dai loro ideali e valori. 

La lettura si presenta molto scorrevole ed appassionante, prosegue a ritmo di musica e ti cattura fin da subito. Una lettura di formazione, ironica e spiritosa che dà la possibilità a chi legge di comprendere nel profondo l'essenza dei protagonisti. Le descrizioni sono ben dettagliate, soprattutto per quanto riguardo l'ambientazione e alcune tecniche proprie dello skateboarding. I dialoghi sono sinceri, ricchi di significato che ci permettono sia di ridere sia di riflettere. Una lettura che mi sento di consigliare, soprattutto per la bravura dell'autore nel coinvolgere sempre il lettore, anche per esempio attraverso la musica. 

"Certo che lo è. E' una risposta semplice a uno stimolo primario. Un istinto animale, un bisogno basico. Sono capaci tutti a farlo. Per elevarsi dalla massa, per fare davvero qualcosa di diverso, bisogna fare di più che obbedire a un impulso elementare. Bisogna distinguersi dalla scimmie, altrimenti che senso ha vivere?"

Non siamo animali. Siamo ragazzi che studiano e che si impegnano in quello che fanno. Ci siamo ritrovati, senza averlo chiesto, in un mondo che non capiamo, dove dominano delle idee e dei comportamenti in cui non ci riconosciamo. 

"Che senso ha vivere altrimenti? Che senso ha soffrire, tirare avanti e stringere i denti? Continuare a provare per ore e ore le manovre sopra quelle skateboard, studiare tutti i giorni per imparare un alfabeto straniero, sognare di vedere posti lontani e di poterne capire l'essenza? Che senso ha sforzarsi per convincersi che non c'è niente che non vada nel toccare le cose che spaventano a morte?" Fa una pausa, riprendendo fiato. "Che senso ha, tutto questo, se non ci proviamo nemmeno?" 

Mattia Bernardini 
Classe ’87, è un ingegnere elettronico, musicista e scrittore italiano. Per metà toscano e per metà romagnolo, vive proprio al confine fra queste due regioni in mezzo ai monti selvaggi dell’Appennino. Oltre al lavoro come progettista hardware, suona la chitarra elettrica in due gruppi musicali italiani che godono di una buona notorietà all’estero: Manovalanza e NH3. 
Fin da ragazzo ha sempre tenuto diari personali che narrano le avventure vissute suonando in giro per l’Italia e per il mondo. Nel 2017 una di queste avventure è diventata la sua prima pubblicazione. Il libro, intitolato La buena onda, è un dettagliato diario di viaggio della rocambolesca tournée dei Manovalanza in Messico del 2015. Qualche rotella fuori posto è la sua seconda opera, un romanzo edito da Ali Ribelli dedicato al mondo dello skateboard e della musica alternativa.

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