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venerdì 12 novembre 2021

Recensione "L'uomo a pedali" - Roberto Bonfanti

Titolo
: L'uomo a pedali
Autore: Roberto Bonfanti 
Editore: Edizioni Del Faro
Genere: Narrativa
Pagine: 142
Prezzo: 12,50 € 




"Vincere o perdere è solo un dettaglio assolutamente insignificante": questa è la consapevolezza a cui Sergio sente di essere giunto alla soglia dei trent'anni, dopo aver passato l'adolescenza a inseguire un sogno a cavallo di una bicicletta e aver trascorso la seconda parte della sua vita a cercare di tenere a galla il suo animo inquieto sul filo di un'esistenza assolutamente ordinaria. A fare da spartiacque fra il prima e il dopo c'è stato un brutto incidente che ha mandato in frantumi il suo ginocchio sinistro insieme a ogni possibile illusione. Proprio in occasione del suo trentesimo compleanno, però, Sergio ha scelto di risalire in sella per riassaporare le sensazioni che lo avevano accompagnato da ragazzino e fare definitivamente pace con il proprio passato e il proprio presente. Così, nel corso di una lunga pedalata nel cuore della notte, i ricordi dell'intera sua vita gli scorrono nella mente come chilometri di una lunga corsa su quella bicicletta che ha tanto amato. 


Finalmente riusciamo a parlarvi di questo libro, uscito in questa nuova e bellissima edizione il 18 febbraio 2021.

"L'uomo a pedali" è una lettura che ripercorre le tappe della vita del protagonista, Sergio, dalla sua infanzia alla vita adulta, una lettura che racchiude tutte le emozioni contrastanti che le vita ha avuto in serbo per lui. La stessa vita che lo ha fatto volare per poi schiacciarlo a terra con un duro colpo. 
In questo libro, però, l'autore non vuole parlarci di ciclismo, ma usa questo tema come emblema per farci provare a toccare con mano l'amore e la passione che una persona può nutrire per uno sport o attività e il dolore e la frustrazione nel non poterlo praticare. Quello stesso dolore che ha soggiogato e distrutto Sergio fino a ridurlo a un uomo distaccato e annoiato dalla vita. 
Lo vediamo morire lentamente dal giorno in cui non è più riuscito a inseguire il suo sogno e a volare in sella ad una bicicletta. 

All'inizio della storia troviamo un protagonista vitale, competitivo e grintoso, un giovane innamorato follemente della bicicletta, della libertà, della sensazione del vento sul viso, un ragazzo che vuole a tutti i costi raggiungere e superare i propri limiti. Un ragazzo pieno di domande, di insicurezze e paure che ha trovato la forza e le risposte in sella a due ruote, riflettendo e pensando mentre l'asfalto scorreva velocemente sotto di lui. 
Durante la lettura vediamo lo stesso ragazzo crescere e maturare, superare se stesso e conquistare vittorie ma poi, a causa di un brutto incidente al ginocchio, la sua vita e il suo cuore si spezzano. La sua libertà viene meno così come la sua voglia di continuare a vivere nella monotonia della quotidianità senza assaporare ciò che più lo fa stare bene. Lo vediamo diventare pesante, oppresso da quel senso di mancanza di realizzazione, lo vediamo crollare ed entrare in un limbo. 
Un limbo in cui lui non è più partecipe della sua vita, la stessa che può solo veder continuare senza poter cambiare gli eventi. Un limbo che gli farà perdere se stesso, bloccato da quell'incertezza verso il futuro che lo trascina a fondo tra alcool e droghe. 
Lo stesso limbo che riuscirà a superare solo al suo trentesimo compleanno, giorno in cui finalmente ha ritrovato tutta la passione e l'amore ai quali aveva dovuto rinunciare da molto tempo e decide di tornare a pedalare nonostante il dolore fisico e interiore. Una sorta di ultima sfida con se stesso, un urlo verso il passato e il futuro. 

Questo cambio netto del protagonista lascia a bocca aperta il lettore, che si sente travolto da questa ondata di dolore e delusione e non può fa altro che lasciarsi trasportare fino alla fine, fino alla rinascita. La rinascita avuta, appunto, allo scoccare dei sui trent'anni, la stessa che gli ha permesso di apprezzare nuovamente la vita e le sue sfide. 

Mi è piaciuto tantissimo leggere le parole di Sergio dedicate al nonno, al suo eroe, colui che ha dato inizio alla realizzazione del suo sogno regalandogli una bicicletta. Quella bicicletta che gli ha permesso, per la prima volta, di assaporare la libertà e tutte quelle emozione che una pedalata può evocare.  
La morte del nonno è una fase molto importante nella vita di Sergio, una fase che lo segna nel profondo, una ferita difficile da ricucire, una perdita che gli provocherà un vuoto incolmabile. 
Un duro colpo che è riuscito a superare, solo in parte, pedalando per 36 tornanti, una prova che gli ha permesso di elaborare ciò che il nonno ha rappresentato per lui. 

"L'uomo a pedali" è la storia di una vita, quella di Sergio, fatta di salite e discese, di cadute e ancora cadute. Una vita che gli ha dato modo di toccare il fondo per poi tornare a galla e, di nuovo in sella alla sua bicicletta, di pedalare e sconfiggere tutto il suo dolore. 
Una storia che ci racconta di questa passione sfrenata per le corse in bicicletta, l'amore per il nonno, i primi amori, le sue gare, i suoi sogni, i tormenti e le speranze. 
Un diario che racchiude sentimenti contrastanti, pensieri, paure, dubbi e il senso della vita. Un diario che custodisce le inquietudini di un ragazzo che di punto in bianco si trova a perdere il suo unico punto di riferimento, che si trova smarrito in una vita che non sente appartenergli, si sente travolto e disorientato dalla noia, sopraffatto dall'impossibilità di rincorrere e pedalare verso il futuro che desiderava, lo stesso che teme. Una storia che ci parla di cambiamento. 

La narrazione è veloce e diretta, molto scorrevole e ripercorre tantissimi dei ricordi di Sergio, ripercorre il suo passato e il suo presente. Una narrazione che si conclude con il capitolo finale in cui lui finalmente riesce a riprendere in mano la sua vita e condurla, come il manubrio di una bici, sulla strada del futuro che ora, forse, dopo aver preso coscienza del suo dolore, è meno in salita di quanto pensava. Sergio riscopre se stesso e la sua necessità di spingere sui pedali. 
La scrittura dell'autore è sincera e vera perché attraverso la storia di Sergio riesce a coinvolgere pienamente il lettore, che empatizza con il protagonista vivendo pienamente le sue emozioni e provando le sue stesse paure e il suo profondo senso di smarrimento. Un linguaggio e una storia in cui ognuno si può ritrovare. Un libro che rappresenta perfettamente la metafora della vita, così dura e tortuosa proprio come una salita in corsa. Una lettura che con la sua semplicità saprà conquistarvi. 

La strada può essere rivale o compagna. La strada è saggia e conosce sempre la verità. La strada ha sempre stimato e rispettato gli uomini come Sergio e, chissà, forse anche lei aveva nostalgia de suoi colpi di pedale ed è contenta di tornare a sentire quelle due ruote sottili scorrergli sul dorso. 

Sergio pedala sereno, nel cuore della notte, su una strada isolata, con l’animo leggero e la testa piena di ricordi che non fanno più male. 

Con i compagni di classe sembrava non riuscire a dialogare, ostinandosi a ignorare i discorsi su moto e primi baci per passare le giornate per conto suo a sognare, a sfogliare riviste di ciclismo o o a pedalare come sempre per le strade della provincia assorto assorto in quel mondo tutto suo a cui nessuno poteva nemmeno tentare di avvicinarsi. 

Roberto Bonfanti 
Nato ai margini della più profonda provincia lombarda in un sabato pomeriggio di fine giugno dell'anno in cui morì Piero Ciampi. Cresciuto dividendosi fra l'esigenza di raccontare storie, la passione per la musica e l’amore per la bicicletta, ha pubblicato finora cinque romanzi (“Tutto passa invano”, “L’uomo a pedali”, “In fondo ai suoi occhi”, “Suonando pezzi di vetro” e “Alice”), un progetto musicale (“Ogni sorso un ricordo”, realizzato con la collaborazione di Miky Marrocco) e una manciata di racconti sparsi per il web o su alcune antologie. È da anni attivo con diversi ruoli all’interno del mondo della musica indipendente italiana. 

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