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mercoledì 10 novembre 2021

Recensione "Athlien. Il maestro d'armi" - Michele Zumbo

Titolo: Athlien. Il maestro d'armi
Autore: Michele Zumbo
Editore: self publishing
Genere: fantasy
Pagine: 242
Prezzo: 9,88 €




Il libro narra la storia di Athlien, un guerriero che aveva deciso di vivere in pace fino a quando le ombre del passato tornarono a turbare la sua quiete, costringendolo ad impugnare nuovamente le armi. 
Intraprenderà un viaggio spesso irto di pericoli, affronterà nuove aberranti creature e il suo percorso lo porterà a rinforzare vecchie amicizie e creare nuove alleanze per far fronte alla minaccia sempre più incombente proveniente dalle terre di Nefes, ad est. Grazie ai suoi eroici ed eccentrici compagni di ventura ripercorreremo il suo passato, alla ricerca di verità che lo porteranno verso il suo destino.


Athlien passa le sue giornate a cacciare e ad allenarsi in una serenità duramente meritata, finché subisce un attacco da parte degli orchi, che per conto dello stregone oscuro Ghalosh gli sottraggono qualcosa di molto caro e prezioso. È allora che Athlien si decide a partire in cerca di risposte. 
Nel mentre Ghalosh sta preparando il suo esercito, con nuove temibili creature. La guerra incombe, ma non tutti saranno facilmente disposti a schierarsi per il bene comune.  

Nel corso della lettura ritroviamo molti elementi tipici dell'high fantasy (alla Tolkien, per intenderci). Umani, elfi, nani, grifoni e maghi sono solo alcune delle razze che coesistono nelle terre di Lyria, e non sempre la convivenza è pacifica. Lo stesso Athlien, il protagonista, è per metà uomo e per metà elfo. Athlien è un personaggio che il lettore finisce inevitabilmente per ammirare, uno scaltro maestro d'armi, uno stratega, un guerriero con alle spalle tante battaglie e altrettante cicatrici, schivo e umile ma con amici fedeli fino alla fine. 
Un aspetto importante e che apprezzo sempre moltissimo è proprio quello della compagnia di amici in missione, in viaggio alla ricerca di qualcosa da cui dipenderanno le sorti di tutti quanti. Athlien non sarà solo nella lotta contro il male, avrà bisogno di alleanze potenti e cercherà di unire tutte le razze contro il nemico. 
Grazie a questo nobile obiettivo, il protagonista e i suoi amici accompagnano il lettore a fare la conoscenza dei vari regni e degli altri personaggi in cerca di supporto e alleanze. Un po' lo stesso che accade a Myr, uno dei personaggi principali, un giovane mago che si unirà ad Athlien e che con lui imparerà a conoscere il mondo e il proprio potere. 
Non mancano scene di scontri e battaglie, presenti e passate. La compagnia racconta a Myr e al lettore, come in dei flashbacks, aneddoti su come si sono conosciuti, vecchie guerre in cui hanno combattuto insieme, e anche episodi divertenti della loro amicizia. Tutti molto diversi tra di loro, ma con valori comuni, una famiglia e un popolo da proteggere e per cui valga la pena di rischiare la vita.  

L'autore ha una scrittura semplice, non troppo esaltante o troppo dettagliata come a volte ci si aspetta dal genere, ma comunque molto piacevole e scorrevole. 
Mi è piaciuto l'elemento della compagnia di amici fidati e della rete di alleanze che il protagonista, per affetto o per rispetto, è riuscito a crearsi. Il momento della storia che più mi ha sorpreso e che proprio non mi aspettavo è stato il finale, che ho trovato bellissimo.
Nel libro ci sono anche alcune illustrazioni di mappe e di creature descritte nel racconto, ad opera di Tommaso Bianchi. 
Vi lascio un paio di estratti che mi sono segnata durante la lettura: 

«Ricordati Myr, ciò che sei dipende da ciò che hai vissuto e da come hai affrontato le sfide che ti ha riservato la vita. Questo non vuol dire essere insensibili, anzi. Ma vuol dire affrontare tutto con forza e coraggio. La cosa più difficile è riuscire a trovare qualcosa di positivo anche se ti ricoprono di merda.»

«Nessuno ha indossato i nostri stivali percorrendo il nostro stesso cammino, quindi nessuno può permettersi di giudicare ciò che facciamo. Giuste o sbagliate che siano, prendiamo decisioni in base a quello che abbiamo vissuto. Col tempo scopriremo se siamo dei pazzi o dei saggi, fino ad allora agiremo fin dove pensiamo sia lecito spingerci per il bene comune.»


_Lisa_

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