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venerdì 13 agosto 2021

Recensione "La terra delle isole" - Giò Fiore

Titolo: La Terra delle Isole
Autore: Giovanni Fiore
Editore: Independently published 
Genere: romanzo d'avventura
Pagine: 328
Prezzo: 11,80 €




“La Terra Delle Isole” è un racconto avventuriero. 
Tre ragazzi, Eithin Mun, Jonteri Keiss e Tom Sallei vivono ad Athen una delle tante isole, che galleggia sul mare Isolano. Con un particolare che la differenzia dalle altre, non ha un cuore, è spenta, morta, ed è stata lasciata all’abbandono per molti anni. Il sindaco Van, sembrava interessarsi solo degli abitanti più ricchi, il resto della gente diventava sempre più povera, si ammalava, cadeva in disperazione, in molti restarono senza lavoro. Dopo che la pietra, cuore dell’isola, venne rubata, l’unico che dava importanza a qualsiasi abitante, povero o ricco, era il magnanimo giudice Fischer. Tutto in quell’isola sembrava destinato a non cambiare, l’unico che provò a farlo si rivelò un impostore. Eithin, Jonteri e Tom furono costretti da una sorte ingiusta, a prendere le veci dei grandi, intraprendendo un viaggio, basandosi su delle storie raccontate da un folle, che narravano di un’isola e della sua magia.


Tom è un mozzo dalla grande sete d'avventura, in cerca del padre scomparso. Eithin è un creativo studente, compagno e amico di Jonteri, con cui ama fantasticare di audaci imprese. Tutti e tre vivono ad Athen, un'isola disastrata, dove povertà, disoccupazione e differenze sociali dilagano ormai da troppo tempo.  
La prima cosa a colpirmi è stata la giovanissima età dei protagonisti, che nonostante questo non hanno vita facile: tra i brutali metodi di educazione a scuola, i bulli e le difficoltà, soprattutto economiche, delle famiglie, i problemi a cui pensare non mancano certo. 
Ho apprezzato molto i dettagli della vita sociale e famigliare sull'isola descritti dall'autore, per esempio il ruolo dei nonni nelle famiglie in difficoltà. Non si può quindi negare che alcuni aspetti nel racconto ricordino in parte la nostra stessa società. 
L'autore dedica una certa attenzione anche alle macchinazioni degli astuti governanti, alcuni dei quali si dimostrano privi di ogni scrupolo pur di abbindolare il popolo con false speranze, e ottenere il potere e la ricchezza agognata, a qualsiasi costo. 

Nella prima parte del libro le vite dei due amici e del giovane Tom si alternano, per poi incrociarsi sempre più strettamente nel corso delle vicende. 
Fin da subito ho fatto il tifo proprio per Tom, dato che mi affeziono facilmente ai personaggi in cerca di riscatto, che fanno del proprio meglio senza darsi per vinti, ma anche Eithin, Jon e un altro personaggio (di cui starà a voi scoprire l'identità) mi hanno colpito positivamente. 
Sull'isola è presente un'istituto per orfani, il Castello di Göz, attorno al quale si crea un alone di mistero e sospetto da parte del lettore, e sarà proprio questo a dare il via alla vera e propria avventura dei tre coraggiosi ragazzini. 
Avventura durante la quale, messe da parte le differenze e le ostilità, condivideranno sogni, speranze e preoccupazioni, sostenendosi a vicenda. 
Scopriranno che il mare rappresenta libertà, ma anche fatica e pericoli, scopriranno di avere risorse inaspettate e capiranno che le persone possono cambiare e rivelarsi differenti da come apparivano, nel bene o nel male. Possono comprendere i propri sbagli e correggere la propria strada, o ingannare tutti e rivelare il loro vero volto solo dopo aver ottenuto ciò che volevano.

Il libro è davvero scorrevole e la storia si fa leggere molto volentieri, senza intoppi. 
È sicuramente una storia d'avventura e di mare per ragazzi, ma io penso che possa essere facilmente apprezzata anche dai più grandi. 
Una bella lettura, adatta all'estate, magari da portarsi in spiaggia! 


«Il Folle aveva scritto di una profonda scissione avvenuta tanti anni prima: finché la pietra di Arione era rimasta incastonata nell'isola, l'economia era fiorente, le fabbriche sputavano fumo dai camini e non si fermavano mai; di lavoro ce n'era in grande quantità e i ragazzi, non appena finivano gli studi, riuscivano in breve a venire assunti nel settore nell'ambito del quale avevano studiato. Ma il dopo-pietra... quello sì, che era stato clamoroso.»

_Lisa_

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