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mercoledì 28 luglio 2021

Recensione "Novecento" - Alessandro Baricco

Titolo: Novecento. Un monologo
Autore: Alessandro Baricco
Editore: Feltrinelli
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 64
Prezzo: 7,00 €




Il Virginian era un piroscafo. Negli anni tra le due guerre faceva la spola tra Europa e America, con il suo carico di miliardari, di emigranti e di gente qualsiasi. Dicono che sul Virginian si esibisse ogni sera un pianista straordinario, dalla tecnica strabiliante, capace di suonare una musica mai sentita prima, meravigliosa. Dicono che la sua storia fosse pazzesca, che fosse nato su quella nave e che da lì non fosse mai sceso. Dicono che nessuno sapesse il perché. Questo racconto, nato come monologo teatrale, è uscito per la prima volta nel 1994. Nel 1998 Giuseppe Tornatore ne ha tratto il film "La leggenda del pianista sull'oceano". 


Novecento è una sorta di monologo teatrale, ma è anche un racconto e il nome del protagonista: Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento. 
Novecento è uno straordinario pianista sul Virginian, una nave che solca le acque dall'Europa verso l'America, e viceversa, tra gli anni '20 e '30. Nato a bordo del piroscafo, ha iniziato a suonare a ritmo con l'oceano e non ne è mai sceso. 
Il narratore è Tim Tooney, un trombettista jazz che, lavorando sul transatlantico, diventa un grande amico del misterioso Novecento e, nonostante le loro strade a un certo punto si dividano, avrà a cuore le sue sorti fino alla fine. 
È una lettura molto breve, ma molto piacevole, profonda e ricca di episodi divertenti, come l'aneddoto che spiega lo strambo nome del protagonista o la sfida tra Novecento e un altro noto pianista. Lo consiglio a chi cerca una lettura veloce, affascinante e che faccia sorridere!

«Suonavamo perché l'Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov'era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio.»

La fantasia del pianista viaggia mentre preme i tasti bianchi e neri come nessun'altro prima o dopo di lui, e allo stesso modo la nostra fantasia viaggia mentre leggiamo e proviamo a immaginarci la sua musica, fingendo di essere un passeggero di terza classe su un piroscafo diretto in America nel pre-guerra. 
Nonostante non abbia mai messo piede a terra, Novecento viaggia in luoghi esotici e città industriali attraverso i passeggeri, gli emigranti e i viaggiatori che incontra a bordo e le storie che questi raccontano. Assorbe la meraviglia che gli altri hanno visto e sentito e si lascia stupire. Un po' come facciamo noi con i libri, un po' come fanno i bambini. 
Ma qual è la ragione per cui non scende dalla nave? Cosa glielo impedisce? Potrebbe essere la paura dell'immensità di un mondo che non conosce, il rifiuto di stabilirsi in un posto fisso sulla terra ferma, o potrebbe anche essere già felice così sull'oceano. Sta a voi scoprirlo e trovare la vostra spiegazione. 

«Andavo di fantasia, e di ricordi, è quello che ti rimane da fare, alle volte, per salvarti, non c'è più nient'altro.»

Curiosità cinematografica: ho scoperto che nel 1998 da questo monologo è stato tratto un film, La leggenda del pianista sull'oceano di Giuseppe Tornatore, e penso proprio che lo guarderò!






 
_Lisa_

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