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lunedì 17 maggio 2021

Intervista all'autore Matteo Corso

Buon pomeriggio lettori e lettrici! 
Anche oggi vi teniamo compagnia con una nuova intervista. L'autore di oggi è Matteo Corso che ci ha contattate per presentarci la sua opera, ovvero, "La madre della strega" di cui vi parleremo qui sotto.

Titolo: La madre della strega
Autore: Matteo Corso 
Editore: Drangonfly Edizioni 
Genere: Novella 
Pagine: 54





Il racconto La Madre della Strega nasce dalla volontà di ricordare l’aspetto più umano e affettivo di una delle leggende più note e misteriose dell’entroterra riminese.
Una storia nella storia, un frammento di vita che si incunea nel monumentale mosaico dello scorrere del tempo.
Lo sguardo fiero di una giovane madre che combatte una guerra tragica e disperata per difendere la sua bambina da un destino cupo e già scritto.
In un mondo dominato dalla paura e la superstizione e governato dagli uomini il cuore forte di una donna sola sembra brillare nell’oscurità, nell’attesa di un ineluttabile epilogo.


Matteo Corso 
Nasce nell’ottobre del 1979 a Pesaro, nella cui provincia vive e si forma culturalmente nella prima fase della vita giovanile.
Si laurea in Scienze della Comunicazione con una tesi che mette a confronto il cinema contemporaneo con gli aspetti sociali della Psicologia.
Da sempre si è dedicato a trasporre su carta immagini e racconti che riflettono i sogni  e i fantasmi di una mente curiosa e piena di fantasia, ma che non perde di vista il sapore genuino della vita quotidiana. Dai primi anni 2000 vive e lavora a Rimini.



1) Quando e come è nata la passione per la scrittura? È sempre stato il suo sogno nel cassetto? 
La passione per la scrittura è nata in me sin da giovanissimo, già alle scuole medie, assieme all’amore per la lettura. Diciamo che il sogno era diventare uno scrittore. Scrivere invece una sorta di esigenza quasi spirituale. Irrinunciabile. 

2) Quando ha iniziato a scrivere? Qual è stata la prima esperienza di scrittura?
Come già detto, i miei esordi si perdono talmente indietro nel tempo che mi è veramente difficile individuare, o ricordare, un momento preciso in cui “ho iniziato”. Ad ogni modo, parlando di esperienze “serie”, ai tempi del Liceo ho scritto per un po' nel giornalino scolastico, mentre parallelamente mi cimentavo con i miei primi racconti dattiloscritti su una Olivetti che mi aveva procurato mio zio. Ero orgogliosissimo di quella macchina da scrivere, anche se mi rendo conto che sembra che stia parlando di Preistoria. 

3) C’è un autore/autrice o un’opera in particolare alla quale si ispira?
I miei punti di riferimento sono veramente tantissimi e mi sembra quasi di fare un torto a qualcuno citandone alcuni a discapito di altri, però volendo fare dei nomi… sicuramente Steven King e Harper Lee, ma anche Dacia Maraini, Elsa Morante e Niccolò Ammaniti. 
Voglio citare anche Enrico Brizzi, che è stato l’autore, ai tempi di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, che mi ha fatto pensare di potercela, un giorno, fare anch’io.

4) Presenterebbe a modo suo il racconto per i lettori? 
“La Madre della strega” rappresenta la leggenda di Azzurrina (molto conosciuta dalle mie parti) raccontata dal punto di vista della mamma della piccola Adele (o Guendalina, o Adelina…). 
In pratica ho voluto raccontare la vicenda legata al castello di Montebello, incentrando l’attenzione sul lato più umano e personale. E’ stata un po' una sorta di missione: volevo che una leggenda che spesso viene raccontata un po' freddamente (perché l’interesse si sposta spesso sul paranormale) si eviscerasse invece per quello che è: la tragedia di una bambina che scompare e il dolore di una madre che affronta la sconfitta di non essere stata in grado di proteggerla. 

5) Ha qualche curiosità in merito alla scrittura di “La madre della strega” o qualche aneddoto divertente che vuole raccontarci? 
Divertente non saprei, curioso si: durante la stesura del racconto mi sono voluto recare sul posto, nel castello di Montebello di Torriana, che si trova a pochi kilometri da Rimini, e ho preso parte, “in incognito” ad una visita guidata di gruppo. Ebbene, durante il percorso mi sono volutamente appartato in una stanza secondaria e lì ho sentito effettivamente una presenza alle mie spalle. Non posso dire che si trattasse di Adele, o Delìn, come la chiamo affettuosamente nel mio libro, ma mi piace pensare che fosse lei.

6) Qual' è la leggenda a cui si ispira il suo racconto?  
Come ho anticipato la leggenda è quella di Azzurrina di Montebello, una bambina affetta da albinismo, i cui capelli venivano tinti con pigmenti vegetali che assumevano una sfumatura bluastra (da cui il nome con cui viene ricordata) scomparsa alla fine del 1300 in circostanze misteriose. Da allora si narra che nel maniero si possa udire la voce del fantasma della piccola che sembra piangere e chiamare la mamma. 

7) Ha un personaggio che le sta più a cuore? 
Sicuramente Costanza, la madre di Delìn, attorno a cui ruota l’intero racconto. Attraverso lei, e soprattutto le sue emozioni, vengono affrontati i temi chiave che ho voluto trattare: l’amore materno, la rabbia per la discriminazione, la delusione nei confronti dell’ingiustizia insita nella vita, ma anche la forza e la determinazione di cui ognuno di noi è capace. Costanza, nei suoi pregi e nei suoi limiti è un’eroina tragicamente umana. 

8) Quali emozioni le regala la scrittura? 
La scrittura per me è principalmente una forma di sfogo e di espressione. Scrivere mi fa sentire una persona realizzata e mi permette di raccontare una parte di me che, diversamente, farei fatica a comunicare. 

9) Se possiamo chiedere, ha altri progetti in corso di scrittura o che verranno pubblicati prossimamente?
Attualmente ho già consegnato a Dragonfly Edizioni un romanzo breve che spero venga pubblicato nei prossimi mesi e nel frattempo sto mettendo su carta una storia che per troppo tempo ho lasciato chiusa in un cassettino della mia mente. Nel frattempo sto ricoprendo con orgoglio e piacere il ruolo di curatore, sempre con Dragonfly, per la collana Blood Rose, che si occupa di thriller. Un’esperienza, questa, che mi sta dando moltissimo, soprattutto da un punto di vista di crescita professionale. 

10) Cosa vorrebbe trasmettere ai lettori con il suo lavoro?
Vorrei che al lettore arrivassero le emozioni che provo quando scrivo, perché credo che, al di là delle parole, questo sia quanto di più prezioso ogni scrittore che si rispetti possa offrire ai suoi lettori. E io non voglio essere da meno.

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