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giovedì 11 marzo 2021

Recensione "Purple Cat" - Andrea Moretti

Titolo: Purple Cat
Autore: Andrea Moretti
Genere: Raccolta di racconti, horror, noir
Editore: VJ Edizioni 
Pagine: 156
Prezzo: 12 euro 





"Purple cat" è l’opera prima di Andrea Moretti, una raccolta di racconti dove emergono chiaramente le tematiche di questo autore, giovane, ma non inesperto, con un proprio stile che si sta forgiando. Il penultimo dei nove racconti presentati dall’autore ha il titolo che meglio sintetizza il senso di tutto il lavoro: Luce e ombra. Il mondo da sempre si dibatte fra queste due entità, che siano esse chiamate Bene e Male, Dio e Diavolo e, appunto Luce e Ombra. I protagonisti delle storie di Andrea Moretti si dibattono fra questi due stadi dell’Essere: non necessariamente divisi nettamente fra chi appartiene all’una e chi all’altra; all’interno di ciascuno di noi convivono entrambe le condizioni. Sta a noi saper far emergere la luce. 


Una raccolta di racconti che spazia tra generi differenti tra loro, come l'horror, il noir e l'attuale. Racconti che hanno solo una cosa in comune, una cosa che rappresenta il filo conduttore, ovvero la costante lotta tra bene e male, tra luce e ombra e la critica sociale che li accompagna. 

I racconti vicini all'horror mi hanno lasciato senza parole, perplessa e angosciata. Vanno nel profondo e fanno emergere il male, ciò che è sbagliato e che mette a rischio l'equilibrio. Sono racconti di sangue e morte, di violenza e peccato. 

Andando avanti con la lettura mi sono imbattuta in quelli che trattano temi attuali, del nostro mondo e della nostra realtà. Quella realtà ormai rovinata dall'egoismo e dalla malvagità dell'essere umano, in cui la purezza e la luce sembrano un miraggio mentre un'aura di oscurità ci avvolge costantemente. 
In particolare, "Quarantena" e "Quel che resta da vivere" ci parlano della situazione di emergenza sanitaria di questi ultimi anni. Un'emergenza che ha messo in ginocchio tutto il mondo e che ci ha fatto schierare tutti verso un nemico comune, il virus. Un virus che ha portato via tantissime persone e che, tutt'ora, continua a farlo. Una situazione che ci ha dimostrato quanto a questo mondo manchi il buon senso e quanto regni l'ignoranza, ci ha dimostrato quanto siano egoiste tutte quelle persone che, da un tale momento, cercano solo di trarne vantaggi, derubando e scappando dalle zone rosse per arrivare verso quelle non ancora colpite dalla morte. Persone irresponsabili che pensano a soddisfare i loro bisogni senza preoccuparsi di poter diffondere il virus. 

Si trattava per lo più di poveri imbecilli che non volevano rinunciare alle vacanze, né agli apritivi, e che, in modo del tutto incosciente, correvano a rifugiarsi nelle terre poco contagiate del sud Italia. Il senso civico per loro, doveva trattarsi di una responsabilità troppo grande. 

Sempre tra i temi attuali, troviamo altri due racconti che aiutano veramente il lettore a riflettere sui tempi odierni. Sto parlando di "Purple Cat" e "Luce e ombre". Il primo mi ha fatto veramente provare un pesante senso di angoscia. Il protagonista di questa storia è un ragazzo che ha perso la sua strada, un ragazzo che ha perso la sua luce interiore e non sa come ritrovarla. Ma, proprio quando sembra averla ritrovata, la dura verità viene a galla, scoprendo uno dei modi più terribili di adescamento di giovani ragazzi. Destinati ad un lavaggio del cervello e ad essere sacrificarli durante qualsiasi atto terroristico. Marionette create ad hoc al solo scopo di essere mandate al macello. 

Il suo intimo era uscito dal buio: odiava la vita comune tanto da fagli bollire le viscere. 

"Luci e Ombre", invece, è un racconto che va oltre, che ci mette in guardia verso il futuro che potrebbe essere peggio di come lo immaginiamo. Andrea Moretti ci proietta verso un tempo ormai giunto alla fine, un tempo in cui l'uomo ha rinunciato alla propria individualità e libertà, soggiogato dalla grave minaccia arrivata dal Medio Oriente. Ci presenta una società spenta, morta, priva di qualsivoglia vitalità, una società ormai prossima al crollo. Una società tutta uguale e annullata. 

In un attimo tutta l'Europa divenne come un deserto privo di identità. In giro non si vedeva né si sentiva più nulla. Non c'era più musica, né una frase artistica scritta che fosse di una canzone, di un libro, di una poesia. 

L'autore ci parla anche della pericolosità dei social e della tecnologia, della loro tendenza ad omologarci e di creare una società identica eliminando, spesso, aspetti importanti delle tradizioni di una cultura. Strumenti pericolosi che annullano l'identità propria di ogni essere umano, strumenti che deviano il nostro essere per proporci modelli da imitare e su cui basarci. 

Durante la lettura ho incontrato vari nomi di artisti, pittori e scrittori ma anche quelli di luoghi geografici di grande rilievo, e monumenti. Luoghi e nomi che rappresentano la nostra cultura, la nostra storia e tradizione, che rappresentano l'unica via di fuga e l'unica luce capace di farci fuggire dall'ignoranza e dalla massificazione che attanagliano questo mondo. 

E' giunto il momento di parlarvi dei protagonisti. Ho incontrato protagonisti vuoti e persi, con cuori spezzati e situazioni amorose particolari, protagonisti insoddisfatti dalla propria esistenza. Hanno perso la strada e non sanno come ritrovarla, sono delusi dal presente e terrorizzati dal futuro, non sanno come giocare le loro carte e ciò li svuota totalmente. Ogni protagonista è diverso, ognuno ha la propria personalità e la propria storia ma tutti cercano di rispondere ai dubbi della vita, quelli esistenziali, quelli che ci fanno perdere noi stessi quando non sappiamo rispondere. Vogliono e stanno cercando di capire, in un mondo così vasto ed incasinato, cosa è giusto e cosa e sbagliato, quello che è bene e quello che è male, stanno cercando di trovare la loro luce interiore e di non lasciarsi avvolgere dalle tenebre. 

Si vede fin da subito che lo scrittore utilizza uno stile personale in continua evoluzione, esso è dinamico, diretto e particolare. Uno stile che può piacere ma anche no. Ogni racconto va letto lentamente, per assaporare meglio il grande significato che ogni racconto cela dietro le parole impresse nella carta. Devo ammette che, inizialmente, ho fatto fatica a capire ciò che l'autore voleva trasmettere, ma rileggendo attentamente i racconti pian piano sono entrata in questo vortice di parole e significati creato dallo scrittore. Un vortice che, con il mio tempo, sono riuscita ad apprezzare. Pian piano sono riuscita a convivere con quello che provavo alla fine di ogni racconto, ero tormentata da un senso di inquietudine suscitata dall'aura cupa che regnava in alcuni di essi, un'aura che mi ha tormentato fino all'ultima parola. 


Andrea Moretti
Nato a Roma il 20 aprile 1990.
Laureato magistrale in sociologia, con una tesi incentrata sulla relazione tra arte e mercato globale, sulla base delle suggestioni ermeneutiche dei filosofi della Scuola di Francoforte, continua a perseverare nella sua passione di scrivere, dedicando ogni giorno a quest’attività; e ritagliandosi, a questo scopo, del tempo anche nei periodi più impegnati.
Al fine di affinare e impreziosire di esperienze questa sua passione, ha tenuto laboratori di scrittura creativa in alcune strutture detentive, come volontario in un’associazione culturale; ha svolto diversi mesi di collaborazione presso una testata giornalistica online, che si occupava di cinema e manifestazioni culturali; ha partecipato a diversi concorsi letterari, premi di poesia nazionali e internazionali, eventi di reading, accompagnati da musica, piazzandosi spesso come finalista, e pubblicando racconti e poesie in svariate antologie. 
Svolti diversi lavori nel settore commerciale, ha collaborato per anni con l’associazione Arte e Cultura, nella quale si impegnava nell’organizzazione di spettacoli teatrali in qualità di attore e scrittore.  
Al momento, sta definendo il proprio percorso professionale nel complesso e imprevedibile mondo del precariato di cui vorrebbe, nei suoi scritti, narrarne le difficoltà, il declino e la decadenza sociali e istituzionali, rivolgendosi soprattutto alle nuove generazioni. 
Laziale di origine, ma stabilitosi da tempo in Abruzzo, è un fervente divoratore di classici, di cui ama particolarmente i romanzi della tradizione giapponese– da Kawabata a Mishima – il decadentismo di Wilde e dei simbolisti francesi, e il realismo crudo e surrealista di Henry Miller.

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