Autore: Romano De Marco
Editore: Piemme
Genere: Thriller
Pagine: 338
Prezzo: Ebook € 9,99, cartaceo € 17,50
Come si può non aver paura, sapendo di dover morire?
Due cadaveri carbonizzati vengono trovati in una villetta abbandonata. Luca Betti viene incaricato di risolvere il caso, apparentemente senza indizi e senza movente. Luca, oltre alla tragica morte dei due sconosciuti, deve affrontare gravi problemi famigliari: il divorzio dalla moglie e una figlia difficile. Nel mentre Marco Tanzi, un uomo che si è rovinato la vita in molti modi, dopo aver superato molti problemi ha ripreso in mano la sua vita diventando un investigatore privato. Il nuovo caso che si trova a risolvere riguarda la scomparsa di un ragazzo diciottenne affetto da un disturbo emitivo-comportamentale che si scopre essere diventato un clochard. In contemporanea alle indagini di questi due uomini, nell'oscura città di Milano, avvengono altri omicidi, dei clochard sono stati uccisi. Marco Tanzi deve proteggere il ragazzo, deve trovarlo al più presto.
Non avevo letto nessun libro di questo autore e per questo ringrazio Piemme per avermi dato l'opportunità di conosce Romano De Marco sia di persona sia attraverso il suo nuovo thriller.
Un libro che mi ha fatto innamorare tanto per la scrittura, molto scorrevole, quanto per i temi affrontati e per la trama. L'autore ci parla di una storia di grande amicizia tra un poliziotto, Luce Betti, e un ex poliziotto, Marco Tanzi. Due grandi amici che hanno qualcosa in comune, pur essendo persone totalmente differenti. Due uomini soli, con un passato doloroso e un presente difficile. La loro amicizia gli ha permesso di resistere ai colpi più duri della vita.
Luca rappresenta la giustizia, quella vera, è un poliziotto che sa fare correttamente il suo lavoro. Ciò che lo spinge a lottare è la sua volontà nel voler a tutti i costi proteggere l'umanità dalla cattiveria e dalla rabbia che lei stessa ha creato. Vuole difendere gli innocenti e sconfiggere i cattivi, vuole annientare il male. Sulle sue spalle porta il peso di un'indagine che nasconde una verità disgustosa e orribile, nasconde l'oscenità e la perversione dell'uomo. Una tragica storia di pedofilia e morte. Bambini sfruttati da uomini ripugnanti.
Al contrario, Marco Tanzi è un uomo forte, che si lascia scivolare addosso tutte le emozioni. Vive la sua vita passando da un incarico all'altro, senza lasciare spazio al suo lato più umano. Non vuole, per nessun motivo, che la sua vita e il suo lavoro vengano influenzati dai sentimenti. Ma nonostante la spessa corazza che protegge il suo cuore qualcosa riuscirà ad intrufolarsi mettendo in discussione la sua stessa personalità.
E' come se l'autore volesse far crescere i suoi due protagonisti riga dopo riga. Negli ultimi capitoli troviamo un Luca Betti consapevole di non essere un super eroe e di non poter salvare tutti e un Marco Tanzi che ha capito di non essere così tanto duro con se stesso e con la vita.
Un thriller che affronta svariati temi, come la vera amicizia, la difficoltà dei rapporti familiari, legami interrotti, i clochard, la malattia e l'inadeguatezza. Ognuno di essi rafforza la trama conferendogli importanza e l'ambientazione nella città di Milano, insolita per questo genere di storie, si rivela in realtà molto adatta.
L'autore ha raccolto al meglio le informazioni, basandosi su ricerche, analisi e documentazione, per affrontare il tema dei clochard. Ci parla di vite vere, vite al limite, riparati da un cartone, di persone che si sentono al sicuro avvolti in una coperta logora. Tra i clochard incorre una differenza, sottolineata dall'autore nel testo.
Per alcuni il loro sentirsi diversi e distanti dalla quotidianità, il loro sentirsi inadatti e alienati dalla vita di tutti i giorni li ha spinti a lasciare tutto e a compiere questa scelta volontaria.
Per altri invece è una conseguenza della loro incapacità di gestire la loro vita, i beni e le proprie scelte. In questo caso, non è una scelta volontaria ma la condizione in cui si trova chi ha perso tutto.
La malattia è un tema che sta molto a cuore all'autore e così, attraverso la figura del ragazzo scomparso affetto da un disturbo emotivo-comportamentale, ci parla delle difficoltà che vivono sia i genitori sai il ragazzo, ma anche dei pregi e della sua grande sensibilità. Spesso, la malattia è vissuta in modo faticoso a causa di ostacoli posti dalla società. Questi ostacoli causano affetti collaterali gravi nella persona. Essa inizia a sentirsi inadatta, inadeguata, isolata e percepisce la quotidianità come una minaccia. Si allontana dalla realtà e si aliena dal mondo.
Sicuramente una lettura consigliata per tutti.
A parte la crudeltà umana, la follia, l’egoismo, la solitudine senza speranza. Solo queste sono le cose reali, indiscutibili. Sono così evidenti, così incontestabili. Nessuna scusa, quindi, solo un’ultima domanda: che ci faccio qui? Né futuro, né passato... e il presente non esiste.
Lui sa dove andare per un pasto caldo, per la colazione, la cena. Anche per prendere i vestiti puliti e per lavarsi. Io vado con lui e a volte parlo, gli racconto di me, del gioco, dei miei sogni. Lui mi ascolta. O forse no... Però non mi giudica, non vuole cambiarmi. Non vuole che diventi normale. Fino a che ci saranno le luci, a difenderci, i mostri non verranno. I mostri non sopportano le luci.
Sono irritato da questa debolezza. La vita è solo un’orribile fiera del dolore, dove non c’è spazio per nient’altro. Fingere, vivere il personaggio, trascinare la farsa, ci può stare. Ma mostrarsi deboli no. Che cos’ha questa donna più delle altre? Di quelle che mi scopo e delle quali dimentico il nome il giorno dopo? Non devo cascarci, devo resistere, devo convincermi che questo è sbagliato e senza senso. Sono attrezzato per far fronte alla disperazione, ma non avrei nessuna possibilità di sopravvivere alla speranza.
«Sì, perché a me la vita normale non mi interessa. Non mi sento a mio agio con le persone normali.» Ha la erre moscia, parla con lo sguardo basso. 251 «Lo capisco» rispondo. «Forse è il motivo per cui ci troviamo in questa condizione. Perché non riusciamo a essere normali come vorrebbero gli altri. E il mondo è fatto della loro misura, non della nostra.»
Dobbiamo ringraziare tantissimo Piemme per averci dato l'opportunità di incontrare personalmente l'autore. E' stata un esperienza particolare, interessante e, al tempo stesso, divertente. Romano De Marco ha saputo interagire con serietà e anche con un pizzico di ironia con il pubblico rispondendo a tutte le nostre domande e curiosità. Inoltre, siamo riuscite a farci autografare il libro e a fare alcuni scatti con lui.

Romano De Marco
Classe 1965, è responsabile della sicurezza di uno dei maggiori gruppi bancari italiani. Esordisce nel 2009 nel Giallo Mondadori con Ferro e fuoco, ripubblicato in libreria nel 2012 da Pendragon. Nel 2011 esce il suo Milano a mano armata. Con Fanucci pubblica nel 2013 A casa del diavolo e con Feltrinelli Morte di Luna, Io la troverò e Città di polvere. I suoi racconti sono apparsi su giornali e riviste, tra cui "Linus" e il "Corriere della sera", e i periodici del Giallo Mondadori. Vive tra l'Abruzzo, Modena e Milano. Per Piemme ha pubblicato L'uomo di casa nel 2017 e Se la notte ti cerca nel 2018.





Complimenti ragazze per la vostra recensione: non conosco l'autore ma dopo aver letto il vostro post acquisterò senza dubbio il suo romanzo e spero che possa emozionarmi quanto ha emozionato voi.
RispondiEliminaVi abbraccio.