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giovedì 8 febbraio 2024

Recensione "La fine dei vent'anni" - Francesco Talarico

Titolo: La fine dei vent'anni
Autore: Francesco Talarico
Editore: Edizioni WE
Genere: narrativa
Pagine: 126
Prezzo: 13,00 €




Luca e Max si conoscono dai tempi dell'Università. Entrambi di estrazione popolare, hanno ben poco in comune: il primo ha un animo ribelle, brillante e inquieto è il leader naturale del gruppo; l'altro, timido e impacciato, vive di luce riflessa. Dieci anni dopo, il mondo si è ribaltato per entrambi: Luca ha perso il lavoro dei suoi sogni, si sacrifica in tutti i modi per arrivare alla fine del mese, è solo e frustrato con i suoi fantasmi. Max ha un impiego prestigioso, una villa con giardino e una fidanzata ricca e capricciosa. Quando quest'ultimo, ingenuamente, si macchierà di un clamoroso peccato, chiederà aiuto all'amico di un tempo... per l'ultima volta. 


Siamo a Bologna, nel mondo universitario con i suoi drammi giovanili e la sua voglia di indipendenza. Max, il protagonista, è un giovane timido, dal futuro incerto e senza particolare voglia di studiare. Il suo piano A è la musica, dove la voce si accompagna sempre all'amata chitarra, ma per amore dei genitori e della stabilità economica si dedicherà al piano B, scienze politiche. Luca, invece, amico e compagno di corso di origini siciliane, dopo una vita difficile è certo di voler fare il giornalista e ne ha tutto il carisma e la ribellione. I due non possono essere più diversi, ma diventano presto inseparabili. 
Una decina d'anni dopo, sulla soglia dei trent'anni, le loro prospettive si sono ribaltate: la testardaggine di Luca gli ha fatto perdere il lavoro e le speranze, mentre Max ha incontrato la sua ricca fidanzata e trovato un impiego d'ufficio sicuro e ben pagato. 
Le loro strade non coincidono più da tempo, ma sono rimasti amici e si cercheranno ancora una volta quando Max farà un brutto errore a cui non sa come porre rimedio.

Questo libriccino, nonostante le poco più di cento pagine, accenna varie tematiche importanti. 
La famiglia Max è di umili origini e come spesso accade i genitori lo spingono a studiare, laurearsi e trovare un impiego sicuro, anche mettendo da parte, a volte, i propri sogni. E i figli, in un'età già spaesante di per sé, sentono il dovere di ripagare i loro sacrifici percorrendo la strada tracciata. 
Altro tema è l'amicizia, duratura e che va al di là di differenze e difficoltà. Max e Luca si conoscono a diciott'anni e le loro vite restano intrecciate per oltre un decennio. 
Entrambi insegnano che non si può mai sapere cosa la vita ci riservi. Gli imprevisti portano a inaspettate deviazioni dal cammino e non sempre si riesce a tornare da soli sui propri passi. 
Per tutta la lettura si percepisce poi una critica sociale: l'autore mette in scena diversi strati sociali per mostrare la disparità di opportunità che vengono offerte ai giovani a seconda del ceto di appartenenza. 
Molto bello che il protagonista rifletta sui cambiamenti del tempo, delle persone e delle situazioni di vita a distanza di vari anni, quando è ormai adulto. I ricordi danno un tono malinconico alla svolta della narrazione. C'è chi è disposto a rinunciare ai sogni d'infanzia e chi, invece, è disposto a tutto pur di realizzarli. 

Il libro è molto breve e scorrevole, l'ho letto tutto d'un fiato. L'autore scrive bene e lo stile si è adattato facilmente alla storia, si legge davvero con piacere. Il finale è agrodolce e realistico. 
L'unica osservazione che mi permetto, che è più una curiosità e non è dettata dall'autore, riguarda la copertina del libro, a cui non ho trovato un collegamento con il contenuto.  


«La luce degli occhi si spegne, anche se sono belli e te li invidiano tutti. Dovrò fare i conti anch'io con il suo addio; è una parte importante della mia vita, probabilmente la più entusiasmante, che finisce qui. D'altronde è così che funziona: a vent'anni siamo tutti compagni. A trenta inizi a essere individualista. A quaranta, passi le serate a contare i contanti.» 


_Lisa_

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