Autore: Francesco Talarico
Editore: Edizioni WE
Genere: narrativa
Pagine: 126
Prezzo: 13,00 €
Luca e Max si conoscono dai tempi dell'Università. Entrambi di estrazione popolare, hanno ben poco in comune: il primo ha un animo ribelle, brillante e inquieto è il leader naturale del gruppo; l'altro, timido e impacciato, vive di luce riflessa. Dieci anni dopo, il mondo si è ribaltato per entrambi: Luca ha perso il lavoro dei suoi sogni, si sacrifica in tutti i modi per arrivare alla fine del mese, è solo e frustrato con i suoi fantasmi. Max ha un impiego prestigioso, una villa con giardino e una fidanzata ricca e capricciosa. Quando quest'ultimo, ingenuamente, si macchierà di un clamoroso peccato, chiederà aiuto all'amico di un tempo... per l'ultima volta.
Una decina d'anni dopo, sulla soglia dei trent'anni, le loro prospettive si sono ribaltate: la testardaggine di Luca gli ha fatto perdere il lavoro e le speranze, mentre Max ha incontrato la sua ricca fidanzata e trovato un impiego d'ufficio sicuro e ben pagato.
Le loro strade non coincidono più da tempo, ma sono rimasti amici e si cercheranno ancora una volta quando Max farà un brutto errore a cui non sa come porre rimedio.
Questo libriccino, nonostante le poco più di cento pagine, accenna varie tematiche importanti.
La famiglia Max è di umili origini e come spesso accade i genitori lo spingono a studiare, laurearsi e trovare un impiego sicuro, anche mettendo da parte, a volte, i propri sogni. E i figli, in un'età già spaesante di per sé, sentono il dovere di ripagare i loro sacrifici percorrendo la strada tracciata.
Altro tema è l'amicizia, duratura e che va al di là di differenze e difficoltà. Max e Luca si conoscono a diciott'anni e le loro vite restano intrecciate per oltre un decennio.
Entrambi insegnano che non si può mai sapere cosa la vita ci riservi. Gli imprevisti portano a inaspettate deviazioni dal cammino e non sempre si riesce a tornare da soli sui propri passi.
Per tutta la lettura si percepisce poi una critica sociale: l'autore mette in scena diversi strati sociali per mostrare la disparità di opportunità che vengono offerte ai giovani a seconda del ceto di appartenenza.
Molto bello che il protagonista rifletta sui cambiamenti del tempo, delle persone e delle situazioni di vita a distanza di vari anni, quando è ormai adulto. I ricordi danno un tono malinconico alla svolta della narrazione. C'è chi è disposto a rinunciare ai sogni d'infanzia e chi, invece, è disposto a tutto pur di realizzarli.
Il libro è molto breve e scorrevole, l'ho letto tutto d'un fiato. L'autore scrive bene e lo stile si è adattato facilmente alla storia, si legge davvero con piacere. Il finale è agrodolce e realistico.
L'unica osservazione che mi permetto, che è più una curiosità e non è dettata dall'autore, riguarda la copertina del libro, a cui non ho trovato un collegamento con il contenuto.
«La luce degli occhi si spegne, anche se sono belli e te li invidiano tutti. Dovrò fare i conti anch'io con il suo addio; è una parte importante della mia vita, probabilmente la più entusiasmante, che finisce qui. D'altronde è così che funziona: a vent'anni siamo tutti compagni. A trenta inizi a essere individualista. A quaranta, passi le serate a contare i contanti.»
_Lisa_
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