Autore: Lucio Magherini
Editore: Scatole parlanti
Genere: Noir
Pagine: 82
Prezzo: 13,00
Il destino di Francesco, rimasto sospeso per anni nel limbo inconsapevole del coma, non si è ancora compiuto. Il risveglio lo riporta inesorabilmente a quella provincia dimenticata da Dio da cui aveva tentato di emanciparsi. I suoi vecchi amici sono ancora lì ad attenderlo, mossi dalla compassione per il prezzo che ha dovuto pagare di fronte alla comune ambizione. Nel trovarsi di nuovo con loro, la sua mente non riuscirà ad arginare il senso di colpa che lo riporta a Luca, l’amico morto in circostanze misteriose. La gita al Casale in cui si sono rifugiati Stefano, il vecchio leader, e la compagna Viola, lo riporterà ai fatti che ne hanno segnato la sorte, seguendo i passi già tracciati da una specie di fantasma interiore che lo condurrà a provare la stessa rabbia e la stessa paura di Luca.
Un noir breve ma così cupo, intenso e misterioso da far venire ansia, angoscia e brividi a fior di pelle. È intenso e capace di provocare diverse emozioni, a volte contrastanti, come la paura che si contrappone alla curiosità. È crudo, inquietante, oscuro e sconvolgente.
“Colpa libera tutti” è una sorta di monologo, di flusso di coscienza che cattura il lettore senza lasciarlo più andare. Un monologo narrato in prima persona dal protagonista che manifesta e comunica il suo dolore, la sua paura, la sua sofferenza ma anche le speranze e, soprattutto, i suoi timori riguardo al passato e al futuro. Una lettura che va assaporata con calma per entrare in contatto con i personaggi, ma anche per lasciarsi gradualmente trasportare dall’aura misteriosa che avvolge l’intera narrazione.
Il lettore si trova di fronte a un protagonista, Francesco, che si sveglia dal coma dopo tanto tempo e sente la necessità di intraprendere un viaggio nel passato verso la consapevolezza di dover ritornare alle sue origini per aggiustare tutto quello che un tempo si è rotto e guarire le crepe del tempo. Un uomo, la voce narrante, con una personalità rimasta stagnante da così tanto tempo da doverla plasmare e modellare una seconda volta, in un mondo che crede di conoscere e con la speranza di realizzare i propri sogni. Un personaggio che deve fare i conti con l’amore in contrasto con un profondo dolore. Il suo destino si è interrotto e, ora, è il momento che si compia. Il suo sarà un lento e faticoso cammino verso la vita, verso tutto quello che si è fermato, verso i rapporti e gli affetti interrotti e le amicizie sospese. Un cammino tortuoso tra ricordi amari, tra passato e presente, tra vita e morte. Un cammino angosciante in cui i sentimenti di Francesco spesso di fondono e confondono con quelli di Luca.
Forse, lentamente, sarei tornato di nuovo a sentire. Per il momento vivevo della mia solitudine, nelle giornate in cui camminavo nel quartiere intorno a casa, tra gli stessi cassonetti su cui avevo pisciato fin da bambino, con la stessa spensieratezza, ma che ora lasciava dietro di sé un vago retrogusto di attesa, come se la beata incoscienza non potesse e non dovesse durare ancora per molto. Avrei potuto trovare qualsiasi cosa a incrociare la mia stessa strada, persino un fremito di vita e il suo impatto sulla confortevole apatia distesa sulle mie macerie sarebbe stato fin troppo e già mi ritraevo nell'aspettarmi il dolore che mi avrebbe dato. Del resto, lo sbiadito ricordo che avevo di me stesso prima dell'incidente era quello di un ragazzo debole, che faceva propria la forza delle idee altrui.
Luca è un personaggio singolare, morto misteriosamente, è una presenza costante, un fantasma che aleggia sopra ogni personaggio, il filo conduttore che unisce e tormenta le coscienze dei sui amici. Un personaggio che conosciamo principalmente attraverso le sue paure e il suo dolore. Uno spettro che ha segnato profondamente la vita di tutti gli altri protagonisti, Mario, Viola e Stefano.
Francesco, Luca, Mario, Viola e Stefano sono gli attori di una storia tetra che sfuma tra i ricordi sbiaditi, tra le partite di calcio, la droga e i sensi di colpa. Rifugiandosi nel passato cercano conforto per il futuro, cercando di alleviare i dolori. Attori di una vita basata su ambizioni, emancipazione, rabbia e scelte spesso errate, che si ritrovano ormai adulti ad affrontare tutto il tormento e la sofferenza. Personaggi in generale ben descritti, perfettamente capaci di coinvolgere il lettore e di manifestare la loro più vera e intima natura.
Ai loro occhi ero soltanto un guscio vuoto, privato di ogni emozione, condannato a una vita inconsapevole a scapito di quella fine che avevo invece meritato. Soltanto Luca avrebbe potuto capirmi, sopravvissuto allo stesso destino nel giorno in cui suo padre era sparito, lasciandolo da solo, con un mese di affitto pagato, nella casa in cui era cresciuto.
“Colpa libera tutti” è una lettura in cui le azioni si perdono tra pensieri, ricordi e sogni. Una storia drammatica, dalle tinte di un giallo, con una sorta di indagine che si svolge quasi silenziosamente, con pochi colpi di scena e senza dialoghi. Un libro che rappresenta una lenta rivelazione dell’animo e delle reminiscenze di Francesco ma anche la giovinezza rovinata, il senso di colpa, l’egoismo, il senso di appartenenza, l’egocentrismo e l’ingenuità verso ciò che non si conosce. Lucio Magherini vuole trasmettere e far rendere conto il lettore di quanto il senso di colpa e l’egoismo possano, con il passare del tempo, logorare e annientare nel profondo l’essere umano, come un fantasma che ormai si è impossessato della sua vittima. Una vittima lentamente divorata da dentro.
Durante la lettura scene tetre verranno descritte dettagliatamente, mescolate alla perfezione alle vicende originali, crude e suggestive. Insieme creano un abbinamento che coinvolge, intriga e vincola il lettore alle parole, incatenandolo alle vicende. Una penna incisiva, scorrevole, con un ritmo serrato, intenso, a tratti, da cardiopalma. Un viaggio avvincente e introspettivo che analizza con meticolosità i sentimenti dei protagonisti che devono soppesare i loro fantasmi interiori e affrontare l’inquieto e tremendo passato. “Colpa libera tutti” è una lettura che consiglio a tutti coloro che cercano una storia breve ma con un grande e celato significato e a chi, come i protagonisti, sta combattendo una lotta intestina con i propri trascorsi. Per finire, ringraziamo ancora tantissimo l'autore per la collaborazione, non vediamo l'ora di parlarvi del suo altro scritto, "L'avanguardia del primo uomo".
In ogni caso anche il mobile, come ogni altra cosa, si era rovinato lungo la strada, e avrebbe continuato a rovinarsi come tutti, chi più, chi meno, fino a che qualcuno non si fosse rotto del tutto, diventando qualcos'altro, come una sedia sfasciata diventava legna buona per il fuoco. Era il cammino di ognuno, diverso da tutti, salvo per il finale.
Il modo in cui Mario aveva sceneggiato i miei bisogni aveva finito per far capitolare una stanca donna, che accompagnava adesso l'ospite alla porta, lasciando intravedere un leggero sorriso dimesso sulle labbra. Durò il tempo che mia madre si concesse al pensiero di qualche ora finalmente da dedicare a se stessa; magari sarebbe andata dal parrucchiere, avrebbe sfogliato una rivista patinata nell'attesa del suo turno, ascoltando gli ultimi pettegolezzi dalle bocche delle signore meno discrete del paese. Mentre ancora in silenzio riempiva la pentola d'acqua per la pasta, l'ansia che sembrava accompagnarla da sempre tornò a prendere il proprio posto nel suo sguardo. Una stronza qualsiasi da sotto al casco di una permanente le avrebbe ricordato che il figlio drogato, tomato a casa dall'ospedale senza nemmeno una rotella a posto, era il suo.
“…Per mia madre ero solo un peso, arrivatole addosso quando ormai si era rassegnata ad aver perso il suo unico figlio, che invece tornava per condannarla a spendere il resto della sua vita nel compatirlo. In quel sabato mattina di settembre inoltrato, mentre finivo di vestirmi, la immaginavo già intenta a stendere la pasta fresca, a frugare nella memoria alla ricerca di uno dei miei piatti preferiti, capace forse di alleviare le mie pene e di farla tornare ai sorrisi passati, di quando ero bambino…”
Nato a Firenze nel 1978. Nel corso degli anni ha scritto numerosi racconti, tra cui Le acque dell’Edron, vincitore della prima edizione del Premio Letterario “Il Borgo Italiano”. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo romanzo Colpa libera tutti (Scatole Parlanti).
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