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venerdì 5 agosto 2022

Recensione "L'armonia delle cose imperfette" - Ilaria De Togni

Titolo
: L'armonia delle cose imperfette
Autore: Ilaria De Togni
Editore: Priuli & Verlucca
Genere: narrativa
Pagine: 192
Prezzo: € 14,50
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Agata scopre che sua madre si è tolta improvvisamente la vita dopo aver ascoltato una musica per pianoforte. Questo evento la spinge a cercare l'autore di quella melodia, suo padre, andato via di casa quando era bambina. La sua strada incrocerà quella di Antonio Faustini, un misterioso pianista che inizia a esercitare su di lei un'oscura fascinazione, finché non ne affiorano le ragioni nascoste e i segreti, che cambieranno ogni cosa, anche tutto quello che Agata credeva di sapere sui suoi genitori. Verità o menzogna, amore o illusione? "L'armonia delle cose imperfette" è la vicenda di un «amore irrisolto» che trova il modo di ripetersi attraverso due generazioni, passando di madre in figlia come un lascito emotivo e del lungo viaggio che si deve compiere per scoprire la verità: unica liberazione possibile dal proprio «karma famigliare». Un mosaico capovolgente in cui le identità dei protagonisti si riflettono una sull'altra nel percorrere uno stesso cammino di sopravvivenza al dolore dell'abbandono e in cui la logica di azione è dettata unicamente dal tempo. Perché il tempo lavora sempre sugli ingranaggi della vita, proprio come la musica di questa storia.


A narrare è Agata, figlia di una madre che non c'è più, si è tolta la vita dopo una serata a teatro dove ha ascoltato la musica di un misterioso pianista. Dopo il suo suicidio, e avendo scoperto che lo spartito di quella fatidica serata apparteneva originariamente al padre, andatosene molti anni prima lasciandole sole, Agata decide di trovare una spiegazione cercando il giovane pianista.
Agata ha i capelli rossi come la madre, un talento per la scrittura e una gran paura di amare. Accomunate dal senso di abbandono e da una bellezza che pare essergli fatale, il loro rapporto era tutt'altro che semplice e convenzionale, ma il legame con la figura materna spinge la protagonista a portare a galla la verità, per quanto doloroso possa essere. 

Un padre pianista talentuoso, una madre pittrice introversa e una figlia che rifugge nell'ambito giornalistico. Una famiglia che sembra essere tormentata dall'inquietudine tipica degli artisti che dedicano la loro anima all'arte. L'autrice disegna in queste pagine l'animo umano con tutte le sue contraddizioni e ambiguità, tra amore e odio, coraggio e vigliaccheria, abbandono e fuga, dedizione e egoismo.
Agata intraprende una ricerca che può essere vista in vari modi, la ricerca del pianista, quella del padre, una ricerca di colpevoli e spiegazioni, o una ricerca un po' di se stessa e di una propria armonia. E questo viaggio passa per Padova, Verona, Napoli e giunge in Francia, sempre seguendo i passi della protagonista e incontrando diversi personaggi, ciascuno con i propri desideri e segreti, colpe o ragioni. Dove la porterà questa ricerca, alla verità, all'illusione, a una verità scomoda?

Questa storia dimostra che chi amiamo ci lascia addosso qualcosa, di positivo o negativo, sia che lo vogliamo o meno, lascia una traccia di sé dentro di noi che non se ne andrà mai. Dimostra quanto si può essere vicini e distanti al tempo stesso, e quanto i silenzi irrisolti possano allontanare. 
Accanto al tema della paura di amare, con l'ambiguo personaggio di Antonio Faustini c'è subito quello dell'amore come oscuro tormento oppure come rimedio al dolore. C'è poi il tema del lutto, dell'abbandono, e quello dell'ossessione, tra musica e colori.
La scrittura di Ilaria De Togni è delicata, la vicenda si sviluppa in punta di piedi, ma sa decisamente arrivare intensa e forte al lettore, senza troppi fronzoli. La lettura è scorrevole e veloce, poetica, profonda e circondata da un alone di incognito e angoscia che mi ha catturato fin nei primi capitoli. Ho dovuto leggere il libro tutto d'un fiato, nell'attesa di mettere le mani su quell'impalpabile sensazione che mi dava, e ne è valsa la pena. Mi è piaciuto molto anche il colpo di scena finale.
Una bellissima lettura, consigliata. 
 
L'editore ci comunica inoltre che da questo romanzo è in corso di realizzazione un film. Ne sono contentissima e non vedo l'ora di poterlo vedere, tanti complimenti all'autrice!

« Chi scompare ridisegna il tempo di coloro che restano, cambiando lo spazio in cui si è convissuto e il peso degli oggetti. Pianoforte e dipinti, abbracci e litigi, tutto nella stessa casa a confondersi, nascita e morte, e poi il giorno dell'abbandono che aveva fermato la nostra vita, racchiuso nello spartito ingiallito di mio padre, stimato pianista compositore, caduto in disgrazia forse per causa nostra, o così aveva cercato di farci credere per giustificare l'abbandono. »


_Lisa_

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