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lunedì 9 maggio 2022

Recensione "Amici per la pelle" - Nazareth Simoncelli

TitoloAmici per la pelle
AutoreNazareth Simoncelli 
Genere: Thriller 
Editore: Porto Seguro Editore

Pagine: 198
Prezzo: € 14,90 cartaceo




Giuda aveva già venduto la sua anima da tempo. Il tradimento era già in atto, i denari versati, il piano ordito.
Dopo oltre 20 anni, alcuni amici d'infanzia di Castione della Presolana (BG), si ritrovano nell'estate del 2007 per festeggiare gli anni dell'adolescenza trascorsi insieme dopo che la vita, gli interessi e il lavoro li hanno sparpagliati per la Lombardia. Una settimana sui monti delle Orobie che si chiuderà con la classica arrampicata sulla Presolana, dove si consumerà un'improvvisa e inquietante tragedia mentre sono in allegra compagnia. Incidente, disattenzione o... Amici per la pelle è un libro in cui scopriamo che a volte ciò che appare non corrisponde alla verità. L'amicizia e l'affetto non sono sempre sinceri e sarà il protagonista a farne le spese. Per fortuna però chi ci ama davvero non si rassegna mai e lotta per ottenere giustizia. L'amore potrà ridare verità a quel che è successo? 


Finalmente è arrivato il momento di parlarvi del romanzo thriller dell’autore Nazareth Simoncelli, che ringraziamo tantissimo per la collaborazione e la disponibilità. “Amici per la pelle” è un libro che già dall’inizio si rivela essere una lettura molto particolare ma, al tempo stesso, molto riflessiva. L’autore, sulle note cupe e misteriose del thriller, ci parla di vari e importanti temi che fanno parte della vita. 

Appena ho iniziate a leggere, sono rimasta molto sorpresa di scoprire chi avrebbe narrato l’intera storia: ovviamente il protagonista che però, in questa vicenda, risulta essere morto. Il lettore si trova fin da subito faccia a faccia con questo particolare narratore e con lui arriverà lentamente alla verità, rispondendo a tutti i dubbi e a tutte le domande. 

La vicenda si svolge a Castione della Presolana, in provincia di Bergamo, nell’estate del 2007. Località scelta dal Club delle Marmotte per una rimpatriata dopo vent'anni di lontananza. Un club di amici che hanno intrapreso strade diverse, ognuno con la propria vita, la propria famiglia, ma anche i propri segreti, scheletri nell’armadio, rancori e invidie. Molte cose sono cambiate dall’ultima volta che si sono visti, ma non il loro legame con quella splendida terra in cui hanno passato i momenti migliori della loro infanzia e dell’adolescenza. Una località meravigliosa, ricca di paesaggi mozzafiato, ma anche piena di insidie e di pericoli. Ed è proprio durante un’arrampicata a 2500 m che succederà il tragico evento che porterà il protagonista a voler ripercorrere il suo passato per comprendere ciò che è successo.  

“Un piccolo gruppo, quello delle marmotte, come tanti che si formano fra coetanei in ogni tempo e luogo, composto da nemmeno una decina di ragazzi coetanei, di fratelli, di amici e compagni di scuola, solidali e in combutta fra loro. Crescevano in un mondo ristretto, fuori da una provincia periferica e distaccata, dove il mondo era costretto dai monti intorno, s situato in un laborioso e turistico paese di montagna: Castione della Presolana.” 

Come vi ho già svelato, il protagonista è morto, lui è la vittima del tragico evento, colui che si trova a dover affrontare la sua vita in un’altra dimensione così vicina alla realtà e a vivere un’esperienza unica e nuova. Avvolge il nastro della sua vita per ripercorrere la spensieratezza del passato, con gli anni scomparsa, per rivivere i momenti eccitanti vissuti con il fratello e con la combriccola di “amici per la pelle”.  Amici che, senza la minima esitazione e con molta trasparenza, ci descrive in ogni loro dettaglio, con pregi e difetti, con vizi e moralità, rivelando al lettore anche il più piccolo segreto. Li spoglia dalle loro maschere presentandoceli per quello che sono, accorgendosi, però, quanto la vita li abbia profondamente cambiati e segnati e che in fondo non li ha mai conosciuti così bene come invece ha sempre creduto. 

Il narratore ha un fratello con il quale ha un rapporto altalenante. Due fratelli che fanno parte dello stesso gruppo di “amici per la pelle” e ne rappresentano il nucleo, così diversi da non sembrare tali, ma che proprio nella loro differenza cercano di trovare la loro fratellanza. Due fratelli che vengono perfettamente descritti e caratterizzati come tutti gli altri personaggi, sembrano vivi e il lettore sente sulla sua pelle qualsiasi loro sensazione. 
Personaggi che vengono messi a nudo con le loro fragilità, le loro bugie e i loro segreti. Dei quali ci racconta le varie strade intraprese, anche quelle pericolose fondate sull’avidità e sull’individualismo. Strade sulle quali si pensa solo a sé stessi, in cui si è pieni di debiti e nelle quali l’esistenza stessa viene ammazzata dall’usura e dagli strozzini. Qui l’autore ci pone una domanda importante: è etico speculare sui bisogni primari delle persone? 

Nazareth Simoncelli ci racconta una storia in cui le sfumature della vita si fanno sentire, sia quelle belle sia quelle brutte. Belle come l’amicizia e l’amore, brutte come l’invidia, l’odio, la vendetta, il tradimento e l’opportunismo. 
L’amicizia così vera e sincera nell’infanzia e nell’adolescenza, così pura e non ancora contaminata dalla corruzione dell’essere adulto. Un’amicizia che con il passare degli anni ha mutato la sua essenza e il suo valore. Nazareth ci vuole quindi mettere in guardia, vuole farci aprire gli occhi difronte alla falsità, vuole farci capire che non possiamo mai conoscere qualcuno fino in fondo. Quante volte ci siamo fidati della persona sbagliata, quante volte siamo stati traditi dalla persona che avrebbe dovuto aiutarci, quante volte abbiamo scoperto di trovarci di fronte una persona diversa da quello che credevamo? Questa è la storia di un uomo che è stato tradito da quelle persone che avrebbero dovuto sostenerlo, apprezzarlo ed amarlo, da quelle persone che considerava i suoi amici per la pelle e che solo ora, con amarezza, in cuor suo, ha capito realmente quanto si è sbagliato.

Quante declinazione ha l’amore? Una bellissima domanda che l’autore pone al lettore, e voi avete una risposta? Nazareth risponde attraverso il personaggio di Artemisia, anche lei un membro del Club del Marmotte. Un personaggio che non desidera altro che provare forti emozioni, che vuole assaporare ogni dimensione dell’amore e il brivido delle passioni giovanili. Ma, al tempo stesso, questa sete di amore è solamente una maschera per nascondere le sue più grandi insicurezze. Artemisia è una donna che desidera sentirsi amata, bella e piacente, è una donna che teme l’avanzare dell’età, come se l’amore potesse in qualche modo soccombere allo scorrere del tempo, mentre in realtà si può amare a qualsiasi età.  
Ora vi pongo io una domanda: avreste il coraggio di tradire vostro fratello, di tradire il vostro stesso sangue? Come si dice, l’invidia è una brutta bestia, è capace di alterare e deteriorare fino in fondo una persona superando, come in questo caso, anche l’amore fraterno e il legame di sangue. Diventa così pesante e vivida da riuscire quasi a toccarla con mano, logorando lentamente chi le dà potere. L’invidia conduce alla vendetta e la vendetta alla tragedia. 

Mi è piaciuto tantissimo poter leggere le descrizioni di ambientazioni che io stessa ho potuto visitare e percorrere, come l’escursione al Rifugio Curò. Così come ho apprezzato tantissimo il poter sentire tutto l’amore che l’autore, come i personaggi, provano verso la loro terra, verso Castione della Presolana e verso la montagna. C’è un punto del libro in cui la narrazione si ferma e in cui il protagonista fa affluire i suoi pensieri e le sue domande. Un punto in cui lui, quasi con una lode e con poesia, si rivolge alla sua amata Presolana, con la quale ha dei conti in sospeso. A cuore aperto le domanda perché lo ha voluto tradire così brutalmente, perché ha voluto punire il suo amore e, nel frattempo, si immagina da bambino quando, con la cartella sottobraccio, era in ritardo per la scuola. E’ un amore infinito quello che provano per Castione e così grande da non poterlo scardinare nemmeno a distanza di anni. Castione, un luogo in cui il tempo è scandito dagli alberi da frutto, dalle amarene, ai lamponi, alle prugne. Un luogo che nel tempo è cambiato molto, da paesello dal quale la gente si allontanava per andare a cercare fortuna, lavoro e possibilità verso Milano, al paesello ricco di turisti che fuggono dal caos delle grandi città per ritrovare un po’ di pace e tranquillità. 
La Presolana, così tranquilla e indisturbata, solitaria domina lo strepitoso paesaggio, un vero e proprio specchio di bellezza. E la montagna è impossibile da non amare, con i suoi giochi di luci e di ombre capaci di far risaltare tutta sua bellezza e l’imponenza delle alte e grigie vette che incutono timore e soggezione a tutti, anche ai più esperti. Così alte e dominanti da farti sentire piccolo piccolo. La montagna è strana, come afferma l’autore, perché la soddisfazione è nella fatica che si prova passo dopo passo e la solidarietà verso gli altri che viene amplificata, tutti aiutano tutti quando si è in difficoltà. 

“Amici per la pelle” è sicuramente un thriller avvincente, a tratti crudo e malinconico. Un romanzo che riuscirà a colpirvi e a sorprendervi fin dall’inizio. E’ una storia che si alterna tra passato e presente, tra bugie e dure verità, dalla spensieratezza dell’infanzia alle bugie, agli inganni e all’egoismo della vita adulta. Un libro che fa riflettere su ciò che abbiamo attorno, sul mondo tossico che ci circonda e che ci corrompe, che tenta in molti modi di portarci sulla cattiva strada. Una vicenda che ci fa percepire quanto il valore dell’amicizia con il tempo possa svanire, assottigliarsi o, addirittura, annullarsi. 
Le descrizioni sono ben curate, dettagliate e intense, soprattutto le parti in cui l’autore si dedica a comunicare i sentimenti, le emozioni e i pensieri dei personaggi e quelle in cui ci cerca di evocare e farci immaginare, riuscendoci perfettamente, la bellezza e la magnificenza dei paesaggi della Presolana. Una narrazione con uno stile di scrittura lineare, ricercato, fluido ed equilibrato. Una lettura che vi consiglio vivamente, soprattutto a chi ama i thriller e la natura con la sua sensazione di libertà e pace. 

Quanto pesano le parole? Niente. Oppure tantissimo.
La maggior parte di quelle che diciamo transitano senza lasciare traccia, poche possono scavare solchi più o meno profondi, magari trincee, oppure alzare muri impenetrabili. Possono essere medicina e veleno allo stesso tempo. 

Dopo un breve smarrimento, proprio i ragazzi avrebbero invece suggellato la sua preghiera ripe tendo convinti e ad alta voce: «Amen e cosi sia Una bella lezione per gli adulti. Loro avevano colto la coerenza nell'uomo che, pur fuori dal proprio ambiente, non aveva rinunciato ai suoi principi. I giovani erano lontani da ogni pregiudizio, spogli di ogni critica velenosa. 

Nazareth Simoncelli 
Nasce a Valbondione (BG) il 6/11/1962 dove ora vive e scrive. Dopo una carriera trentennale in importanti aziende italiane e multinazionali come direttore commerciale & marketing, dà alle stampe Aeternum (romanzo storico fine 1500 pubblicato da Edizioni Creativa) e poi il noir Il Lupo (Corponove, 2020). Ha appena pubblicato una favola poetica sul mondo della disabilità dal titolo La zucca Violina (Corponove, 2021) e con Amici per la pelle ritorna al romanzo.  

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