Autore: Mario Vattani
Editore: Idrovolante edizioni
Genere: narrativa contemporanea
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: 250
Prezzo: 18,00 €
Con Rika si ritorna alle atmosfere cupe, al ritmo incalzante e ai momenti visionari e cinematografici che avevano già caratterizzato i precedenti romanzi di Mario Vattani.
Questo è un libro sul coraggio, sulla determinazione a resistere a tutti i costi, con protagonista una diciassettenne di Tokyo e la sua terribile avventura in Italia, a Roma. Il racconto è basato su un episodio di cronaca realmente accaduto nella Capitale nel 2011 ad una giovanissima turista giapponese. Scopriamo Rika nella sua periferia di Tokyo, poi la seguiamo durante il suo viaggio, e presto ci troviamo a decifrare il suo modo di vedere l’Italia, Roma, gli italiani.
Lo stile è rapido, avvincente, crudo, anche se tra una pagina e l’altra non manca l’ironia. E alla fine, gli occhi di questa ragazza così lontana da noi diventano uno specchio implacabile in cui improvvisamente ci riconosciamo, spogliati da ogni presunzione di cultura, civiltà o superiorità, presi dalle nostre ossessioni, dalle nostre debolezze, senza scuse di fronte al valore tagliente e spietato del coraggio.
La prima cosa a colpirmi è stata la narrazione in prima persona, che in una vicenda già realistica di per sé rende la lettura ancora più inclemente. Inoltre l'autore è stato abilissimo a calarsi nei panni e nei pensieri di una ragazza giapponese di diciassette anni.
La scrittura è davvero scorrevole e fluida, senza fronzoli e sempre accompagnata da un pizzico d'amara ironia.
Ogni parola cattura il lettore che è spinto a prestare la massima attenzione anche ai pensieri casuali o alle riflessioni apparentemente sconnesse della voce narrante, Rika.
Mario Vattani ci racconta alcuni episodi della vita di questa ragazza a Tokyo, una Tokyo a cui non siamo abituati, prima della partenza per l'Italia in viaggio turistico con la madre e la sorella.
Un aspetto che emerge subito, vista anche la giovane età della protagonista, è la visione di sé e del proprio aspetto fisico: il viso con o senza trucco davanti allo specchio, lo sguardo degli altri sul proprio corpo, le molestie. Tema che tra l'altro è assolutamente attuale, visto quanto ultimamente si parla di catcalling e dei pregiudizi che fanno vilmente ricadere la colpa sulla vittima.
Quando poi si passa alla vera e propria violenza, allo stupro, diventa molto difficile parlarne nel modo più delicato e rispettoso possibile.
Un altro aspetto importante è la famiglia: Rika vive con la sorellina e la madre, con la quale però ha un rapporto molto fragile e complicato. La protagonista infatti dà l'idea di essere molto sola, e una volta in Italia, lontana dai luoghi conosciuti e dagli amici, lo è davvero.
Al suo arrivo a Roma è interessante scoprire quali differenze la colpiscono rispetto al suo Paese d'origine, ci permette di vedere le nostre falle con occhio esterno e notare dettagli che altrimenti diamo per scontati.
Insicurezza, fragilità, ma allo stesso tempo forza, dignità, fierezza e coraggio. La fierezza che le ha dato la forza di salvarsi da sola. Ecco ciò che mi ha trasmesso Rika.
Il tono è cupo ma cattura subito l'attenzione e la mantiene senza sforzo fino alla fine, il libro si legge tutto d'un fiato, se non fosse per il nodo allo stomaco che lascia, com'è giusto che sia.
Un libro che fa riflettere, che fa male e fa bene al tempo stesso, coraggioso come la lotta delle protagonista e la sua forma di riscatto.
È una lettura vera, terribilmente reale. Rika è terribilmente umana.
Assolutamente consigliato.
Ringrazio di cuore Idrovolante Edizioni per avermi fatto conoscere questo libro e questo autore, di cui recupererò sicuramente altre opere.
"Adesso ho capito cos'è quella cosa che ha in fondo alle pupille, cos'è quel gancio che mi prende nel torace. È una cosa buia, lontanissima. Come una solitudine."
"Ora riesco a vedere la mia immagine riflessa nel lunghissimo specchio dalla cornice dorata, quello appeso in alto, lungo la parete opposta. Noto soprattutto i miei capelli, talmente gonfi e spettinati da far apparire la mia testa molto più grande di quanto non sia davvero. Il volto non si distingue bene, ma in ogni modo non somiglia al mio, è attraversato da strisce scure, come quello di un selvaggio, o di un demonio delle foreste."
Mario Vattani è nato in Francia nel 1966 e ha completato i suoi studi in Inghilterra. Entrato in carriera diplomatica a ventitré anni, ha lavorato negli Stati Uniti, in Egitto, e soprattutto in Giappone. Ha vissuto molti anni a Tokyo, in veste di diplomatico e ricercatore universitario, e in seguito a Kyoto e Osaka, dove è stato console generale. Appassionato della cultura del Sol Levante nelle sue più diverse forme, parla correntemente il giapponese. I suoi articoli su Giappone e Asia sono apparsi su Il Foglio, Libero e altri quotidiani nazionali.
_Lisa_
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