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mercoledì 26 maggio 2021

Recensione "Amore" - Luigi Candita

Titolo
: Amore
Autore: Luigi Candita 
Editore: Dragonfly Edizioni  
Genere: Silloge 
Pagine: 96
Prezzo: € 12,00




Purtroppo l'amore è come l'odio, è una grave malattia che fa solo soffrire.
Il libro che i lettori si prestano a leggere cita quel sano romanticismo di un tempo che fu. Mentre apri le pagine e inizi a scorrere lo sguardo sulla storia, il suo stile ripercorre quei romanzi aulici, in cui l’amore vince su tutto nonostante i grandi dolori che la vita ci mette in conto. Un’opera, dove poesia e narrazione si prendono sottobraccio e percorrono una preziosa strada che cerca d’insegnare, che accarezza la nobiltà del sentimento più nobile che possa esistere. 



"Amore" è una breve opera in cui l'amore viene analizzato in ogni sua sfumatura e particolarità, in ogni suo profondo dettaglio. Luigi Candita inizia dall'amore famigliare, quello con il quale tutti dovremmo crescere, quello che ci fa sentire al sicuro e protetti. Lo racconta attraverso gli occhi di una bambina, una piccola principessa alla quale è stata portata via la sua regina, la mamma. Ma alla quale è rimasto il suo principe, il padre, che la ama più di qualsiasi altra cosa, la sua unica fonte di felicità e conforto. L'amore verso una madre che le è stata tolta troppo presto ma che, fortunatamente, avrà modo di riabbracciare attraverso quei sogni che non devono essere mai abbandonati ma solo inseguiti. 

Candita prosegue con l'amore di una donna verso il marito defunto che gli appare in una sorta di visione nella quale capisce si essere ancora profondamente innamorata. Una donna che risulta essere l'emblema dell'amore stesso, l'emblema della giustizia e della salvezza, colei a cui è stata affidata la missione di salvare l'umanità e condurla sulla retta via, quella del bene, della misericordia e della pace.
Andando avanti con la lettura ci imbattiamo nei pensieri diretti dell'autore, profondi, vivi, puri e limpidi. Pensieri riflessivi e veri. Pensieri che il lettore deve capire e interpretare, deve fare suoi. Un viaggio nella mente dell'autore, nella sua anima, nel suo cuore e nella sua essenza.

Luigi si presenta come nostro amico, come una spalla su cui piangere e a cui confidare ciò che più ci addolora al fine di ritrovare sollievo e pace.
Secondo lui la vita è dominata dal caos e da domande alle quali non troviamo risposta, interrogativi che ogni giorno ci poniamo e che ci tormentano. Una vita un cui l'amore e l'odio diventano uguali perché in entrambi i casi la sofferenza e il dolore sono al primo posto.
In una vita che pare un deserto arido e spoglio, l'amore è l'unica cosa che permette all'uomo di volare al di là delle cose e ritrovare i colori, quei colori che rappresentano la vita, i sogni e le speranze, creando così un deserto ricco di colori.
L'autore guarda verso il cielo e si pone domande, riflette sulla vita e chiede all'immensa distesa azzurra il perché di tutta questa sofferenza, perché questa cattiveria nel farci separare dalla persona che più amiamo e perché spesso si propende verso il male piuttosto che al bene. Domande di un certo impatto, difronte alle quali il lettore rimane ammutolito e curioso, rendendosi conto che a certe domande è molto difficile dare una risposta concreta e reale. Domande che fanno piombare l'uomo in un baratro dal quale può uscire solo con l'aiuto della persona che più ama.

Luigi Candita, dopo i racconti e i suoi pensieri, dà libero sfogo alla sua anima attraverso delle bellissime poesie. Poesie che trattano sensibili come la vita, la speranza di superare il passato e lottare per il futuro, la giustizia e il silenzio. Una vita che definisce un viavai continuo dove l'uomo nasce, vive e muore, in cui frammenti del nostro passaggio rimangono impressi nel passato solo se avremo la forza di apprendere dal nostro vissuto, perché siamo solo noi a scegliere il futuro e non il destino.
Una vita in cui l'essere umano cerca disperatamente di essere qualcuno che non è. Non c'è cosa più sbagliata di non vivere noi stessi. L'uomo brama qualcosa che non troverà mai e solo all'ultimo capirà quanto la vita e le piccole cose siano preziose, quanto l'amore sia indispensabile. 

L'amore, un arma a doppio taglio, portatrice di felicità ma, al tempo stesso, di paura. Una paura che deriva dell'impossibilità di raggiungere questo sentimento, dalla solitudine che proviamo quando essa è troppo lontana.
Candita ci fa capire quanto spesso le parole valgano meno dei gesti, come una carezza o uno sguardo. Quanto le sensazioni proprie dell'uomo riescano a far percepire la realtà in mille modi e colori diversi e quanto, in un certo senso, ci proteggano dalla crudeltà del mondo. Oltre alle sensazioni ci sono i ricordi, belli e brutti, che permangono nel tempo nella nostra mentre, come macchie di inchiostro indelebili e che ci aiutano a crescere. Ricordi che ci scorrono davanti agli occhi, occhi che, come quelli una donna, permettono di vedere il mondo pieno di colori. Occhi che ci fanno sognare. 
Occhi come quelli delle mamme, creature amorevoli e magiche, creature reali che ci appaiono come angeli che provano gioia ma anche dolore e che ci amano come solo una madre sa fare. 

Un libro carico di emozioni, che va letto con calma e attenzione per coglierne fino all'ultimo significato e, soprattutto, per cogliere tutta la sua essenza. Una lettura capace di commuovere per le diverse strade che l'autore utilizza per parlarci dell'amore, per i vari esempi con il fine di far capire al lettore quanto la vita debba essere apprezzata in ogni suo piccolo e, all'apparenza, insignificante dettaglio.

Ammetto di averci impiegato del tempo per aprire la mente e cogliere tutti gli insegnamenti e pensieri, per vedere attraverso gli occhi dell'autore e comprendere il suo grande cuore. La sua scrittura è dolce e delicata, perfetta per trattare un'argomento così complesso come l'amore e tutte le sue componenti. Una lettura davvero molto piacevole e tenera. 

Ricorda, 
la vita non è altro che un viavai 
se il tuo passato non lascerai 
impresso in questo mondo, 
nessuno mai potrà ricordarsi di te, mai 

Date sfogo al vostro essere per ritrovare in voi quel po' di serenità, a cui tanto agognate. 

Luigi Candita 
Nato a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, il 28 Giugno del 1975 e vissuto con i genitori a Castrovillari, un piccolo paese in provincia di Cosenza, Calabria. Studiò in questa cittadina, fino al conseguimento del diploma di scuola inferiore, 3°media, nel 1990 e qui, in compagnia di un amico a lui caro, scopre il piacere della lettura, recandosi periodicamente nella biblioteca comunale, dove fa “la conoscenza” di svariati scrittori, fino a prediligerne solo alcuni: Edgar Allan Poe, Arthur Conan Doyle e Howard Philip Lovecraft. Nel 1988 comincia la stesura del suo primo romanzo che, a priori, intitola semplicemente: “I Giustizieri Della Notte” non riuscendo però a completarlo; andrà varie volte a modificarlo, tentando sempre di finirlo, ma senza alcun successo, lo completerà solo nel 1992, realizzando una nuova stesura e modificandone definitivamente il titolo: “I Giustizieri -Eroi per gioco-“ e pubblicato poi nel Giugno del 2011 da Edizioni Montag, nella collana “Le Fenici”. 
Nel 1995, lui e la sua famiglia si trasferiscono definitivamente nella loro città d’origine e a cavallo tra il 1990 e il 1995, lavora con suo padre, un commerciante ambulante, poi nel Marzo del 1995 parte militare e lo assolve fino al Marzo del ’96, dopo il quale, continua a lavorare con il padre. Nel 1993 comincia a scrivere poesie e pensieri, volti sia all’amore che all’amicizia e continuerà a scrivere fino ai giorni nostri, senza mai pubblicare. “Questa è la mia migliore raccolta di tutti quegli anni” a detta dello stesso autore.

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