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martedì 23 giugno 2020

Review Party "La Grazia dei Re" - Ken Liu



Avrete notato che in questo periodo ci stiamo impegnando in vari review party,
ebbene oggi è il turno di un'altra pubblicazione mondadori - oscar vault, in vendita dal 19 maggio 2020. 
Sono tutte uscite molto recenti quindi speriamo possano incuriosirvi e magari finire nelle vostre (speriamo interminabili, o siamo solo noi ad esagerare?!) wishlists. 
Come sempre nel banner qui sopra trovate gli altri blog partecipanti, così potete farvi un'idea più chiara leggendo anche altre recensioni. 


La grazia dei ReTitolo: La grazia dei re
Autore: Ken Liu
Editore: Mondadori
Collana: Fantastica
Pagine: 612
Prezzo€ 24,00




Il tirannico Imperatore Mapidéré aveva unito, dopo estenuanti conflitti, tutti gli Stati dell'arcipelago di Dara sotto la sua inattaccabile autorità con sede a Xana. Ora l'Imperatore è in punto di morte e la sua pace, fondata sulla paura e sulla sopraffazione, trema al cospetto dei complotti per la successione. 
Oltre agli intrighi di corte, nei vari Stati Tiro emergono figure ambiziose ad alimentare la nascente ribellione contro il potere imperiale.
Mata Zyndo è una di queste, sanguinario erede di un nobile clan nemico della corona e possente guerriero in cerca di vendetta. Kuni Garu è invece un buono a nulla, un imbroglione dall'animo buono che attente una grande occasione. Il loro destino si incrocerà, nella buona o nella cattiva sorte. E mentre gli dei sceglieranno il loro campione, gli eserciti si schiereranno per terra, acqua e cielo. 
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Intricato, davvero intricato ma, per la sottoscritta, ne è valsa la pena. 
E' certamente un libro da leggere con attenzione, una di quelle letture di cui non devi e non vuoi perderti i dettagli. Tantissimi personaggi (e quindi nomi da ricordare), luoghi e tempi differenti... sì, perché la trama, soprattutto all'inizio, salta anche di anni da un capitolo a quello successivo, oltre a cambiare ambientazione e punto di vista a seconda del personaggio di cui seguiamo le vicende. Eppure la creazione minuziosa di questa realtà mi ha talmente colpita che seguivo attentamente anche gli eventi minori, ciò che accadeva ai personaggi marginali, dettagli che andavano a solo vantaggio della mia immaginazione. 
Kuni è la figura che mi ha maggiormente incuriosita. Un uomo astuto, buono e divertente che tuttavia si atteggia a semplice ubriacone festaiolo. Passa poi a essere un bandito, un capo della ribellione, un duca e altro ancora per merito non solo suo, ma anche della moglie Jia, degli amici più fedeli e, diciamocelo, del fato. 
Mata, della nobile dinastia Zyndu, si comporta in quanto tale, ed è un imbattibile guerriero di dimensioni e abilità impressionanti. Nonostante sembrino poli opposti, Mata e Kuni saranno preziosi alleati, legati da profondo affetto, durante la ribellione contro il trono imperiale. Ma continueranno a essere fratelli quando si troveranno su due differenti schieramenti?
Potrei elencarvi molti altri nomi, ma mi limito a citarvi cos'altro ho apprezzato riguardo la scelta dei personaggi: la visione della figura femminile. Jia, Kikomi, Gin Matozi... non è scontato che in una trama come questa, basata essenzialmente su una guerra per il potere o la liberazione della propria terra, le figure femminili abbiamo ruoli determinanti come quelli di queste donne. E non solo come mogli, amanti o madri, ma anche in quanto leader, alla guida di eserciti di uomini.
Ci sono poi gli dei, che più o meno indirettamente interferiscono nelle faccende mortali, elemento molto tradizionale. Pur giurando di lasciare gli uomini al loro destino, non potranno fare a meno di schierarsi e modellare la strada del loro favorito.
Abbiamo traditori, cospirazioni, inganni e sacrifici in ogni schieramento, chi predilige forza bruta e arroganza e chi invece si affida alla tattica militare o alla furbizia. La tattica di guerra ha appunto un ruolo centrale nella lettura, e ogni tassello, anche se apparentemente insignificante, può risultare nella strategia vincente. 
L'obiettivo è infatti vincere una guerra, iniziata da un'innocua ribellione dopo la morte dell'imperatore Mapidéré e la salita al trono del giovanissimo Erishi, manovrato come un burattino da altre figure. Gli Stati Tiro sono da troppo tempo oppressi dal potere di Xana, e vedono finalmente una possibilità di liberarsi e tornare alla situazione precedente l'Unificazione. Saranno capaci di mettere da parte le divergenze e fare fronte comune contro l'Impero? 
Mi è piaciuta anche la ricorrente simbologia e le metafore floreali, che ritornano in copertina e che sembra contrastare per delicatezza con ciò che avviene nella narrazione.
Non lo definirei come un libro prettamente fantasy, ma ci sono alcuni elementi, seppur limitati, che appartengono a questo genere, come divinità mutaforma, libri magici e meccanismi quasi di cibernetica (ho letto che molti lo collocano nel genere silkpunk che, ammetto, non conoscevo nemmeno!). 
Oltre a ciò l'autore Ken Liu si è ispirato alla storia e la letteratura asiatica, e forse anche questo lo distingue dalla maggior parte dei fantasy contemporanei, che sono invece una rapida successione di eventi straordinari, colpi di scena sovrannaturali e poteri inimmaginabili. La grazia dei re ha uno stile diverso, forse più lento e minuzioso (che per questo particolare personalmente paragonerei, prendetemi con le pinze, al Trono di spade), eppure ho scoperto di apprezzare molto anche questo tipo di narrazione.
Ho già letto molti pareri contrastanti su questo libro. Sicuramente è una lettura molto particolare e non è semplice entrarvi in sintonia, insomma non è per tutti, ma personalmente non posso che attendere il seguito! 
La grazia dei re è infatti il primo volume della trilogia "Dinastia del dente di leone".

«Un grande guerriero non si affida alla sua spada, ma a se stesso. Quando possiedi la vera forza, puoi scagliare un colpo letale anche se tutto ciò che impugni è un filo d'erba.»

«Il mondo era un libro su cui scrivevano gli dei, così come facevano gli scribi con pennello e inchiostro, o con cera e stilo.»

«Il dente di leone è un fiore forte e incompreso. Non può essere sconfitto: appena il giardiniere crede di aver vinto e di averlo sradicato dal proprio giardino, arriva una pioggia e fa rinascere le infiorescenze gialle. Eppure, non è mai arrogante; non sovrasta mai gli altri con il suo colore e la sua fragranza. Immensamente utile, le sue foglie sono deliziose e medicamentose, [...]. Il suo pregio più grande, però, è che è un fiore che vive nel suolo, ma sogna il cielo. Grazie ai suoi semi che volano nel vento, viaggia più lontano e vede più paesi di qualsiasi rosa, tulipano o calendula che tutti riempiono di lodi.»


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