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mercoledì 13 maggio 2020

Recensione "Ecce virgo" - Giuseppina Colonna

Ecce virgo - Giuseppina Colonna - copertinaTitolo: Ecce Virgo
Autore: Giuseppina Colonna
Editore: Armando Curcio Editore
Genere: romanzo

Pagine: 164
Prezzo: € 12,90





« Qui la verità spesso consiste in quello che mi metto in testa la mattina, che accenno dopo un po' passando per il campo dell'amico mio bifolco come me, e che ripeto, arricchendolo di svariati particolari, di sera quando almeno il vino mi consola. »

Siamo nel centro Italia, a San Regiglio. È il 1934 quando la giovanissima Mimmì scompare, e il tenente Rodolfo Maria Riccobono si mette subito in azione per avviare le indagini. 
È invece la professoressa Vittoria Cenci a fare la macabra scoperta del cadavere di Mimmì, esposto quasi fosse un'opera d'arte in una grotta del sito di scavi archeologici dove lavora Vittoria.
I paesani non sembrano collaborativi. Omicidio o suicidio? Possibile che nessuno sappia cosa è successo, che nessuno sospetti niente?  

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Con questo romanzo sono uscita un po' dalla mia piccola bolla, per addentrarmi in un paese di campagna del profondo centro Italia. 
Ecce virgo è una sorta di noir, dall'aspetto poliziesco delle indagini si passa a una fitta rete di ritorsioni e conti in sospeso tra i paesani di San Regiglio. 
Tutto inizia con la scomparsa di una quindicenne, detta Mimmì, poco dopo ritrovata morta, in condizioni alquanto stupefacenti, in un sito di scavi di un'antica villa romana. Non è chiaro chi potesse avercela con lei, sempre che di omicidio si tratti. Un ragazzo respinto? Un'aggressione? Mimmì si era allontanata dalla retta via? L'intraprendente professoressa Vittoria Cenci si era infatti avvicinata alla ragazza, desiderosa di imparare a leggere e scrivere più che di diventare una buona moglie. Povera, giovane e bella, con molta voglia di imparare, ma prigioniera delle consuetudini di chi le sta attorno.
L'autrice ci porta ad immergerci nei pensieri retrogradi, nei pregiudizi radicati dei piccoli paesi, indissolubilmente legati alle loro secolari tradizioni e convenzioni, giuste o meno che siano (non che nelle grandi città non ce ne siano! E ricordo che parliamo degli anni Trenta). 
Guai ai forestieri che vogliono ficcare il naso negli affari locali! 
Come Vittoria, anche il tenente Riccobono dei Reali Carabinieri è ancora un forestiero lì, e neanche ci tiene a creare relazioni coi paesani, nella speranza di un prossimo trasferimento. Sembra essere il classico caso di uno spirito scomodo, inviato con la scusa di ricoprire una carica fondamentale in un luogo sperduto, lontano dalla Roma città. Riccobono è un uomo oppresso dal lavoro e dalle proprie responsabilità, e non desidera altro che andarsene.
La scrittura è piena di ironia e sarcasmo, con anche inserimenti di brevi dialoghi in dialetto locale (non preoccupatevi, è comprensibile anche se, come me, non siete del centro Italia e non lo conoscete).
Tornando alle vicende, le indagini iniziano con interrogatori, rapporti da compilare e teorie da verificare. Perché Mimmì è morta? Chi potrebbe aver fatto una cosa simile? 
I paesani fanno scena muta, tutti chiacchierano ma nessuno è disposto a parlare chiaramente, a portare a galla la verità.
Riccobono cederà alle lusinghe dei piani alti, finendo per perdere di vista l'obiettivo? O scaverà a fondo nella storia di San Regiglio, fino a riesumare gli scheletri nell'armadio dei suoi abitanti?
Devo ammettere che in alcuni punti ho trovato la lettura un po' complicata, che sia per alcuni termini regionali a me prima sconosciuti o per le intricate faccende di paese che ci vengono raccontate per giungere all'epilogo senza perdere il filo logico. 
Nonostante questa mia personalissima difficoltà, sono contenta di aver avuto modo di apprezzare la storia e di conoscere la scrittura di Giuseppina Colonna, che ha saputo trattare i temi di cui vi ho parlato in modo schietto, anche crudo, e pervaso di sarcasmo, senza annoiare mai il lettore. 
Con questo romanzo inoltre l'autrice fa il suo esordio con l'editore A. Curcio, che ringraziamo moltissimo anche questa volta per la collaborazione e la fiducia riposta nel nostro blog.


« C'è da dire, infatti - e Riccobono se n'era accorto a proprie spese - che il paese di provincia, depressa o grassa che sia, non fa differenza, è razzista nel midollo spinale e che dietro la sua facciata di chiesa imbiancata alla meno peggio cela rughe profonde, fatte di fame, certo, di secolari sopraffazioni, de Franza o de Spagna purché se magna, di ignoranza a volte incolpevole, ma comunque di un tipo di gente, certo non tutta, per cui pure Cristo, se vai a vedere, è un bastardo venuto da fuori. »

« San Regiglio a quell'ora è un mastino di pietra che dorme, un tugurio di strame che fuma nel freddo. Non aver paura dei cani randagi  nell'ora mattutina è molto importante perché quelli vagano in branco per ogni viuzza del paese. Sono cani cacciatori, alcuni precipitati in qualche dirupo nella corsa e mal rimarginati, sono bestie che una volta potevano aver avuto il pelo lucente come le ali degli angeli al cospetto della luce di Dio.»


Giuseppina Colonna insegna Lettere e vive in provincia di Roma. 
Tra le sue pubblicazioni A cup of tea with Jane Austen (2013 Il Rubino) e Esopo-Fedro. Le favole (2017 Il Rubino). Ecce virgo rappresenta il suo romanzo di esordio con la Armando Curcio Editore.


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