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domenica 29 marzo 2020

Recensione "Il Pianeta di Ghiaccio" - Andrea Scavongelli

Titolo: Il pianeta di ghiaccio - Il ciclo di Rizor
Autore: Andrea Scavongelli
Editore: Fanucci
Genere: fantascienza

Pagine: 382
Prezzo: € 16,00




« Bianco. 
Bianco gelido e totale, freddo tagliente come una spada affilata: è tutto lì il suo mondo. »

Rickard Hill è un evaso, consumato dai rimorsi e da una furia cieca che invano cerca di tenere a bada. Il pianeta-prigione sul quale si ritrova, Rizor 4, è inospitale e pericoloso almeno quanto lui. Romeo Davis è un abile Volmarix, un letale soldato che finisce immischiato in un disegno più grande di sé, con una missione ancora da compiere. Forze insospettabili e potenti agiscono le une contro le altre, in un'eterna lotta che vede appostati al buio agenti segreti disposti a qualsiasi cosa pur di far prevalere l'umanità nello scontro con le creature aliene che popolano la galassia. 
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Una lettura che mi ha decisamente, e piacevolmente, sorpreso. 
Pur essendo un'amante del fantasy, il terreno della fantascienza per me era quasi inesplorato e non sapevo bene cosa aspettarmi da questa Space Opera. Mi sono invece ritrovata tra le mani una storia coinvolgente, con personaggi ben costruiti e una realtà strutturata fin nel dettaglio. Rickard Hill è il personaggio che più mi ha conquistato, un detenuto logorato dalla prigionia e dai suoi stessi pensieri, che dopo una fuga che ha dell'incredibile viene catapultato nel crudele mondo di Rizor 4, una distesa di ghiaccio popolata da creature alterate. Una natura resa innaturale dall'uomo stesso. E questo non ci fa forse pensare anche al nostro presente reale? 
Rickard si accorgerà di non essere solo nelle lande desolate del pianeta di ghiaccio, e tornerà a essere una pedina nei piani di altri, ma Hill è una variabile incontrollabile, per gli altri come per se stesso. 
Romeo Davis fa parte del corpo speciale dei soldati Volmarix, un guerriero esemplare che tuttavia spera solo di tornare il prima possibile dalla persona che ama e proteggerla. 
Un universo dove le capacità umane sono potenziate dalla tecnologia, dove in azione i sentimenti vengono meno e il condizionamento mentale spinge l'uomo al centro della battaglia, dove ogni mossa è freddamente calcolata. Uno scontro eterno con gli alieni e la conquista continua di nuovi pianeti da rendere abitabili per l'uomo, a qualsiasi prezzo. 
E così, tra i ghiacci di Rizor, in groppa a enormi lupi, a bordo di mezzi interstellari o coperti da una speciale armatura, le forze in gioco si muovono, e contemporaneamente nuovi giocatori inattesi si uniscono silenziosamente alla partita, in attesa dello scontro finale. 
Chi supererà gli ostacoli della natura selvaggia e chi, invece, vi soccomberà?
Nel corso delle vicende si susseguono numerosi altri personaggi, e ciascuno nel suo piccolo svolge un ruolo, ma quelli principali restano fino alla fine, avvicendandosi da un capitolo all'altro dato che molti avvenimenti si svolgono in contemporanea in luoghi diversi.
Lo stile di scrittura è molto scorrevole e ho apprezzato moltissimo le epigrafi o citazioni all'inizio di ogni capitolo, che hanno confermato quanto la realtà in cui si svolge la storia sia stata studiata nel dettaglio. Ottima idea anche le appendici finali, che nutrono ancora per qualche minuto la curiosità del lettore, smorzando il dispiacere di aver terminato la lettura. 
Insomma, sono davvero contenta di aver avuto la possibilità di scoprire questo romanzo, che consiglio anche a chi non è proprio afferrato sui generi ambientati nello spazio (assicuro che nonostante qualche termine tecnico, è tutto comprensibile quindi non fatevi spaventare).  
Potete trovare qualche altra informazione e qualche estratto anche nella segnalazione precedentemente pubblicata: segnalazione-il-pianeta-di-ghiaccio


« Tra le pieghe del paracadute si stagliava una figura enorme e feroce. Due occhi, bianchi e azzurri come ghiaccio e cielo, lo fissavano spavaldamente; le fauci erano contratte in un ringhio feroce e umido di bava. »

« Troppe volte aveva provato disgusto di fronte alla scelleratezza delle decisioni militari prese dagli organi civili.  Aveva deciso di rimanere insensibile, comportandosi sempre come un soldato semplice: obbedienza e servizio. Eppure quella volta tutto sembrava sensato, tutto sembrava avere una logica. 
In campo militare il fine aveva sempre giustificato i mezzi. 
Anche il sacrificio era sembrato logico, in un primo momento. »



Andrea Scavongelli
Nato a Ortona (Chieti) nel 1985, è laureato in Tecniche sanitarie di radiologia medica e lavora presso la UO di Radioterapia dell'ospedale di Chieti. E' un grande appassionato di basket, di musica metale, rock, country e jazz, ma soprattutto è un assiduo lettore di fantasy e fantascienza. Tra i suoi autori preferiti, David Gemmell, Frank Herbert, Dan Simmons e Gene Wolfe. Con Il pianeta di ghiaccio fa il suo esordio nel catalogo Fanucci Editore.

1 commento:

  1. Bellissima recensione, scritta davvero bene. Mi hai incuriosita molto!

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