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martedì 20 agosto 2019

Recensione "Sogni di Bunker Hill" - John Fante

Risultati immagini per Sogni di Bunker Hill" - John FanteTitolo: Sogni di Bunker Hill
Autore: John Fante (traduzione di Francesco Durante)
Editore: Einaudi (super ET)
Genere: romanzo, narrativa     
Pagine: 144

Prezzo: € 11,50



« Ero una persona nuova, un famoso scrittore di Hollywood senza aver nemmeno scritto un rigo. Il futuro era sconfinato.  »

Hollywood, 1934. Il ventunenne Arturo Bandini lascia la famiglia e si immerge nella promettente Los Angeles con il sogno, anzi la presuntuosa certezza, di diventare presto uno scrittore riconosciuto e, possibilmente, ricco. Cambia spesso e volentieri lavoro, si prende diverse cotte per diverse donne, incontra svariati personaggi per poi ritrovarsi di nuovo solo, ma soprattutto scrive, scrive e scrive, aspettando che qualcuno confermi il suo talento. 
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La lettura è stata velocissima e scorrevole, il libro è breve e il linguaggio semplice, sfrontato e comprensibile per tutti, ma devo ammettere che in quanto a contenuti avevo troppe aspettative, forse dovute alla recente riscoperta dell'autore sui social. 
Ho trovato molto interessante il tema degli scrittori a Hollywood negli anni Trenta/Quaranta. 
Il protagonista, infatti, come moltissimi altri cerca impiego e soldi facili scrivendo sceneggiature per il cinema, senza avere alcuna passione per la "settima arte" e senza poi riuscire inizialmente a farsi un nome e una carriera in quel settore. 
Arturo Bandini non è solo un personaggio dei libri di John Fante, è il suo alterego, uno pseudonimo che cela l'autore stesso e le sue esperienze giovanili. 
Bandini è spavaldo, giocoso, pieno di ego e sarcasmo. Passa dall'essere un aiuto cameriere al lavoro di revisore letterario (con il quale resiste ben poco) per poi approdare in un ufficio di scrittori per il cinema, dove fa suo malgrado la parte della bella statuina. Impossibile tralasciare la sua ammirazione per i fondoschiena femminili che incontra, che siano scrittrici, segretarie o spogliarelliste, tutti "colpi di fulmine" terminati prima ancora di iniziare a causa della sua impazienza e impertinenza. 
Bandini si comporta come un infelice adolescente, arrabbiato con il mondo che non riconosce il suo talento e non gli dà occasione per dimostrare il suo valore. Un ragazzo solo, un accanito bugiardo che si crede chissà chi, ma anche uno scrittore che non si arrende al gioco del far fortuna senza averne il merito.     
Il libro, almeno in quest'edizione Einaudi, è diviso in 26 brevi capitoli preceduti dall'introduzione di Gianni Amelio, che ho apprezzato quasi più del libro stesso, e dalla biografia dell'autore. 
Gianni Amelio racconta che « Sogni di Bunker Hill è stato dettato da Fante a sua moglie Joyce nei primi anni Ottanta, quando la sua vista se n'era andata insieme alle due gambe amputate. Sarà stata la durissima condizione presente ad ammorbidire le asprezze della memoria? ».


« Di colpo l'autocommiserazione si era esaurita. c'era ancora vita, c'erano una macchina per scrivere e fogli, e occhi per vederli, e pensieri per mantenerli in vita. »


« Se non Los Angeles, allora cosa? Dove potevo sentirmi ben accetto, dove potevo sedermi tra persone che mi amassero, che si interessassero a me, che fossero fiere di me? Allora mi venne in mente. [...] Così, 'fanculo Los Angeles, 'fanculo le tue palme, e le tue donne con i culi alti, e le tue strade alla moda. »

John Fante nacque a Denver (Colorado) l'8 aprile 1909, figlio di un abruzzese emigrato in America nel 1901, e morì l'8 maggio 1983. 
Einaudi ha pubblicato: Chiedi alla polvere, La confraternita dell'uva, La strada per Los Angeles, Aspetta primavera, Bandini, Dago Red, La grande fame, Le storie di Arturo Bandini, 1933. Un anno terribile, A ovest di Roma, Full of life, Bravo, burro! e Lettere.


                                                                                                                                       

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