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giovedì 7 febbraio 2019

Recensione "America primo amore" - Mario Soldati

Risultati immagini per America primo amoreTitolo: America primo amore
Autore: Mario Soldati
Editore: Sellerio editore Palermo
Genere: diario di viaggio
Prezzo: €14,00
Pagine: 327 

« In questo momento, mentre scrivo, New York esiste. Lontano, lontanissimo: non sembra possibile; ma esiste. »

È il 1929 quando il giovane Mario Soldati si imbarca sul Conte Biancamano, il transatlantico che lo porterà lontano dall'Italia fascista, verso il cosiddetto sogno americano. Ed è proprio durante la traversata che le radio annunciano il famoso crollo di Wall Street. 
Dopo un periodo di insegnamento tramite una borsa di studio, deciso ad ottenere la cittadinanza americana, Soldati tenta disperatamente di integrarsi nella società dei grattacieli e delle possibilità, incontra altri emigranti e italo-americani, sperimenta fino in fondo il brivido della vita newyorkese. Esperienza che risulta, tuttavia, per molti aspetti deludente.  
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America primo amore (When hope was named America), racconta in modo autobiografico la permanenza negli States dell'autore, negli anni trenta, e raccoglie i suoi lucidi reportages come una sorta di diario di viaggio, una serie di episodi significativi all'interno della sua esperienza. 
Racconta l'euforia di un giovane ragazzo italiano pieno di speranze e illusioni, le discriminazioni per l'incapacità di parlare inglese al suo arrivo, le difficoltà e le novità degli Usa, le condizioni di degrado e superficialità delle famiglie italiane emigrate, la mancanza d'identità e di una comunità stabile. Il cinematografo, il terrore-stupore degli imponenti grattacieli, i taxi e il traffico, gli hotel e i ristoranti, gli svaghi e le gite nel weekend, la religiosità americana e la facilità di far fortuna, così come di finire in miseria.
Doppia delusione per il giovane piemontese. Disilluso in amore, quando la relazione con una ragazza che rappresenta il tipico prototipo americano fallisce, e disilluso nei confronti del "sogno" promesso dal nuovo continente, nel quale cadono tanto gli italiani emigranti quanto gli statunitensi stessi. Nonostante la lunga permanenza, gli risulta infatti impossibile integrarsi appieno nel nuovo tessuto sociale e fatica a stabilire una qualsiasi forma di comunicazione con gli altri italo-americani incontrati, che tanto si ostinano a non fare ritorno restando fedeli all'utopia dell' America (sempre parlando degli anni in cui l'autore vi è rimasto), terra di possibilità e meraviglia, ma anche di amarezza e sconforto. 
Aggiungo solamente che, nonostante non si tratti di una storia continua o in ordine cronologico come può essere invece quella di un romanzo, la lettura è scorrevole e piuttosto semplice. Consiglio molto questo libro, sia a chi è interessato da un punto di vista storico all'emigrazione o all'America di quegli anni, sia a chi cerca semplicemente una lettura interessante.

« Possiamo infatti metterci in viaggio. Ma mentre la meta si avvicina e diventa reale, il luogo di partenza si allontana e sostituisce la meta nell'irrealtà dei ricordi; guadagnamo una e perdiamo l'altro. La lontananza è in noi, vera condizione umana. »

« Senza respiro m'ero fermato, gonfio di immota angoscia, come se il cuore non potesse più palpitare. Ero arrivato. New York. Il porto. Voci americane. Occhi azzurri, capelli biondi, ruvide guance rosse, berrettacci, alcool, pipe, gente dura: e New York, l'America, tutta l'America come in fondo è, aspra, selvaggia, dura, avevo sentito in quelle voci. »

« Sono amori che si distruggono da sé. Passioni destinate a contraddirsi: a perdere, presto o tardi, l'oggetto che le soddisfa. »



Mario Soldati: (Torino 1906 - Tellaro 1999) scrittore, saggista, regista e autore televisivo. 
Grazie ad una borsa di studio, dall'Istituto d'arte di Roma si trasferisce a New York per insegnare alla Columbia University, dal 1929 al 1931, quando tornerà in Italia senza essere riuscito a diventare cittadino statunitense.



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