Oggi come tutti i mercoledì vi presentiamo l'autore a cui è stata dedicata questa settimana nella rubrica "Quattro blog per un autore". L'autore è Andrea Venturo con il suo romanzo "Il torto".
Titolo: Il torto - Le cronache di Tharamys
Autrice: Andrea Venturo
Editore: selfpublishing
Genere: Fantasy Pagine: 53 Prezzo ebook: 2,99
Autrice: Andrea Venturo
Editore: selfpublishing
Genere: Fantasy Pagine: 53 Prezzo ebook: 2,99
Sinossi:
Il leggendario mago Flantius Mijosot, detto Colle Ondoso, scomparve tra le Brulle più di quattro secoli fa. Di lui sono rimaste numerose leggende, una quantità incredibile di racconti e una villa, dispersa tra le colline a sud di Nadear la Bianca, ormai caduta in rovina. Fino ad ora. Conrad sta per scoprire cosa ne è stato di lui, suo malgrado. Complici una torta rubata, un'accusa infamante e il desiderio di scoprire la verità di fronte ad un Torto subito. Conrad troverà la verità che cerca e scoprirà che la verità può uccidere, se scritta sulla punta di una daga e chi la impugna non è nemmeno umano. Certo: Conrad è un ragazzino sveglio, sa badare a se stesso, ma il ladro oltre a non essere umano non è nemmeno da solo. Basterà il desiderio di giustizia di un ragazzino di dodici anni a sconfiggere dei ladri pronti a uccidere?
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“LA VITA DIVERTENTE DI UN AUTORE”
Ci sarà sicuramente un aneddoto divertente legato alla stesura del tuo romanzo. Raccontaci un po’ del lato comico legato al tuo libro o magari legato alle tue prime presentazioni davanti a un pubblico.
La mia storia è un po’ diversa. Non faccio presentazioni dal vivo e mi sto organizzando per farle online.
Il Torto, inizialmente, si doveva intitolare “Il tòrto della tòrta”. Quando ho finito di scriverlo mi sono accorto che mancava qualcosa, un motore per tutta la storia che rispondesse a una serie di domande sul passato del protagonista. Cioé: perché trova quel che trova nel sotterraneo (niente spoiler), perché sua madre fa la fine che fa, perché la biblioteca del mago non è mai stata trovata… insomma era una sfida interessante.
Ricordo bene che quella sera pioveva, io me ne stavo appollaiato davanti al PC e devo aver lasciato la finestra aperta.
Cade un fulmine e va via la corrente, ma avevo il gruppo di continuità (all’epoca non avevo il portatile) e il PC rimase acceso per il tempo necessario a salvare tutto. Poi il buio e il rumore di una finestra che si apre e poi sbatte.
Credo di essermi sporcato i pantaloni. Avevo semplicemente lasciato la finestra del corridoio e della cucina socchiuse (per via di quel che avevo cucinato) e la tempesta che nel frattempo si era scatenata (vivevo a meno di 400m dalla spiaggia) era di quelle potenti con mareggiata e palme sdraiate a terra. Vado a chiudere di corsa, cercando di farmi coraggio che nessuno poteva essere entrato in casa . Accendo la luce del cellulare, sento il vento che ulula in cucina ed entro. Qualcosa di bianco mi investe mentre lunghi tentacoli ruvidi mi sfiorano la pelle.
Cade un fulmine e va via la corrente, ma avevo il gruppo di continuità (all’epoca non avevo il portatile) e il PC rimase acceso per il tempo necessario a salvare tutto. Poi il buio e il rumore di una finestra che si apre e poi sbatte.
Credo di essermi sporcato i pantaloni. Avevo semplicemente lasciato la finestra del corridoio e della cucina socchiuse (per via di quel che avevo cucinato) e la tempesta che nel frattempo si era scatenata (vivevo a meno di 400m dalla spiaggia) era di quelle potenti con mareggiata e palme sdraiate a terra. Vado a chiudere di corsa, cercando di farmi coraggio che nessuno poteva essere entrato in casa . Accendo la luce del cellulare, sento il vento che ulula in cucina ed entro. Qualcosa di bianco mi investe mentre lunghi tentacoli ruvidi mi sfiorano la pelle.
Urlo.
Poi mi do del cretino da solo. La tenda della cucina, di quelle fatte a striscioline colorate, sta ondeggiando nel vento e quest’ultimo ha fatto cadere il rotolo di carta assorbente dal ripiano dove NON avevo lasciato tutto in ordine e ora svolazzava e si srotolava.
Torna la luce.
Spengo il cellulare, chiudo la finestra e rifletto sull’idea di un essere fatto di vento rimasto intrappolato dentro un oggetto che tenta di liberarsi… e fa casino.
Torna la luce.
Spengo il cellulare, chiudo la finestra e rifletto sull’idea di un essere fatto di vento rimasto intrappolato dentro un oggetto che tenta di liberarsi… e fa casino.
Riaccendo il PC e mi metto a scrivere, penserò poi a rimettere tutto in ordine.
Il risultato è… be’ ti ho inviato una copia del “Torto” per recensirla, sono curioso di sapere che ne pensi.
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