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mercoledì 7 febbraio 2018

Seconda giornata "Quattro blog per un autore" - Il ragazzo ombra di Laura Costantini

Buongiorno a tutti lettori! 
In questa seconda giornata della rubrica "Quattro blog per un autore" vi presentiamo il romanzo dell'autrice Laura Costantini. 


Titolo: Il ragazzo ombra 
Autrice: Laura Costantini                                                                         
Editore: goWare                                                          
Genere: romanzo                                                                                   Pagine: 230                                                                                              Prezzo: 11.04





Sinossi:
Robert Stuart Moncliff è un romanziere e un ritrattista affermato. Nell’autunno del 1901 chiuso nel castello di famiglia, su una scogliera scozzese, rilegge il diario degli ultimi vent’anni.
Un’assenza pesa su di lui: la persona più importante della sua vita. Un tredicenne dagli incredibili occhi d’oro apparso come un’ombra, sotto la luna piena nell’aprile del 1881.
Nella lettura Robert rivive la gioia passata, unica cura per superare il giudizio della società vittoriana che ora lo condanna.
Il ragazzo ombra è il primo episodio della serie Diario vittoriano. 





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                                        “LA VITA DIVERTENTE DI UN AUTORE”

Ci sarà sicuramente un aneddoto divertente legato alla stesura del tuo romanzo. Raccontaci un po’ del lato comico legato al tuo libro o magari legato alle tue prime presentazioni davanti a un pubblico.


Riveliamolo al mondo: ce n’è uno in ogni presentazione. Chi? Il “tipo strano”. Di presentazioni ne ho presenziate, come autrice o come relatrice, un numero considerevole e l’ho sempre beccato. Sempre. Egli – o ella – arriva con l’aria di chi è esattamente nel luogo dove vuole essere. Di solito ha dei libri sotto il braccio, un taccuino, alle volte una ventiquattrore. Il messaggio che vuole trasmettere è “sono un addetto ai lavori”. E l’autore, abituato a vedersi circondato da facce note – leggi amici e parenti – lo guarda con un misto di stupore e venerazione convincendosi di avere a che fare con un raro esemplare di una razza praticamente estinta: il lettore che frequenta le presentazioni. Per cui lo saluta, lo riverisce, lo invita a sedersi, lo blandisce. E invece… Invece egli – o ella – è lì perché il più vicino centro di igiene mentale a quell’ora è chiuso e pensa, non del tutto a torto, che una libreria piena di gente cicalecciante sia più o meno la stessa cosa. Quando ho presentato “Il ragazzo ombra” a Milano, nella libreria Cultora, il “tipo strano” si è manifestato sotto forma di anziano signore azzimato. Si guardava intorno con un vago disgusto per l’assembramento che percepiva come non autorizzato. E lui, era evidente, era un amante dell’ordine e della disciplina. Comincia la presentazione e la relatrice, Federica Soprani, scrittrice di grande valore che vi invito a scoprire, introduce il periodo storico in cui si svolge il romanzo. Epoca vittoriana, 1881, Calcutta e tutta l’India sono sotto il dominio britannico. Vittoria è Imperatrice delle Indie e i bianchi fanno il bello e il cattivo tempo. Periodo coloniale, soprusi e discriminazione all’ordine del giorno. Soprattutto per chi, come il ragazzo ombra, ha la sfortuna di essere un mezzo sangue, orfano, alle prese con un contesto sociale che definire crudele è un eufemismo. L’anziano signore alza la mano come un bravo scolaretto, ma gli occhi dardeggiano. Federica lo invita a intervenire e lui, in piedi come un generale che diriga le truppe, parte lancia in resta con un pistolotto in difesa della grande opera di civilizzazione svolta dall’Impero britannico in quelle terre selvagge e dedite a rituali osceni e credenze pagane. Vuoi mettere le infrastrutture? Vogliamo parlare delle strade, delle fognature, dell’ordine e della pulizia che i britannici hanno saputo concedere a quei popoli ingrati? Parla buoni dieci minuti e non ci stupiremmo se dal taschino spuntassero lo scudo sabaudo e il fascio littorio. Federica ha l’aria di chi stia per proferire il cosmico quesito: ma che caz…pita dici? Ma non lo fa. L’anziano termina la perorazione e, ovviamente ignorando la possibilità di acquistare quel volume denso di convinzioni da centro sociale, gira i tacchi ed esce. Attimo di silenzio. Gioco di sguardi. Poi risata generale e si riprende. Poteva andare peggio, sapete? Poteva aspettare la fine della presentazione, arpionare l’incauta autrice – io – e costringermi a subire la versione extended play delle sue monarchiche e ariane convinzioni.
Per questo, nella foto che allego, ridiamo tutti come pazzi. Siamo felici, soprattutto io, dello scampato pericolo.











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