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sabato 16 settembre 2017

Recensione "La casa in collina" - Cesare Pavese

Titolo: La casa in collina                                                                                 Autore: Cesare Pavese                                                                                 Editore: Einaudi (collana super ET)                                                               Genere: romanzo                                                                                           Pagine: 172                                                                                                     Prezzo: € 8,92

« Non chiedevo la pace del mondo, chiedevo la mia. »

Torino. Seconda guerra mondiale. Corrado, rifugiatosi in collina per sfuggire alla miseria che devasta la città, è un professore, un uomo indifferente e cinico nei confronti di ciò che avviene tutt'intorno a lui. Si intrattiene spesso con un gruppo di persone che cantano e discutono in un'osteria poco lontano, tra le quali riconosce Cate, una donna che una volta amava, con la quale lui stesso ha troncato ogni rapporto per sfuggire a qualsiasi dovere. Cate ora ha un figlio, Dino, nel quale rivede, in parte, se stesso e la propria infanzia. Corrado sospetta e teme di esserne il padre. Con l'armistizio del '43 si crea una situazione di stallo, dopo la quale il caos regna sovrano. Cate e altri amici del gruppo vengono catturati dai tedeschi, Corrado è costretto a lasciare la sua amata collina e si rifugia presso un collegio a Chieri, dove verrà portato anche Dino, ormai considerato orfano. Dino ha tuttavia ereditato lo spirito e i valori della madre e di coloro con cui è cresciuto, decide così di scappare e tornare in città per unirsi alla lotta partigiana. Corrado, di nuovo solo, decide invece di tornare al suo paese d'origine, dai genitori, ma il viaggio da fuggiasco sarà lungo e difficoltoso.
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I bombardamenti, gli allarmi, la paura e la miseria portate della guerra visti dall'alto di una collina torinese. Da un lato, un uomo che sceglie la solitudine e l'indifferenza per paura di assumersi delle responsabilità. Corrado ricerca disperatamente la serenità, una vita tranquilla, anche a costo di girovagare ogni monotono giorno per i campi con il suo cane Belbo, privandosi della compagnia altrui. Dall'altro lato, la convinzione di agire per il meglio con impegno civile e storico, la lotta per il proprio paese e per il futuro dei propri figli, arrivando a sacrificare la propria vita in nome di questi ideali comuni. Nel viaggio in solitudine verso casa, Corrado ha modo di vedere coi propri occhi gli effetti devastanti e sanguinolenti della guerra, della ribellione, di ogni sparo che rimbomba nei boschi, e rimpiange di essersi lasciato alle spalle la possibilità di una famiglia.
Lascio un paio di estratti: « Ci si sente umiliati perché si capisce -si tocca con gli occhi- che al posto del morto potremmo essere noi: non ci sarebbe differenza, e se viviamo lo dobbiamo al cadavere imbrattato. Per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione. »
« -I cattivi pensieri notturni, -le dissi, -diventano fiori. Non c'è nome che basti. Anche la scienza a un certo punto si ferma. »
« -Ce l'avresti il coraggio? -disse una voce di ragazza. -Per lui, ballerebbe, con la casa che brucia. »
« Ora che ho visto cos'è la guerra civile, so che tutti, se un giorno finisse, dovrebbero chiedersi: "E dei caduti che facciamo? Perché sono morti?" Io non saprei cosa rispondere. Non adesso almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, soltanto per loro la guerra è finita davvero. »

Cesare Pavese
(Santo Stefano Belbo, 9 settembre 1908 – Torino, 27 agosto 1950) Scrittore, poeta, traduttore, saggista e critico letterario italiano. E' l'autore di molti romanzi e racconti (tra cui Paesi tuoi, La bella estate, La luna e i falò e tanti altri), poesie, saggi, lettere e diari.





2 commenti:

  1. Pavese a parte che, non ha bisogno di commenti. Le frasi che hai lasciato catturamo subito l'attenzione. La storia sembra avvincente ed imteressante, in particolar modo perchè tratta temi che a noi Italiani dovrebbero stare a cuore e incuriosire e far riflettere. Non l'ho mai letto ma anche su questo, potrei farci un bel pensiero, anche in vista della maturitá :)

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    1. concordo pienamente, può sembrare un libro storico e quindi "noioso", ma il modo in cui l'autore tratta le tematiche fa ricredere, inoltre può essere utile per gli studi:)

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