Titolo: Una donna Autrice: Sibilla Aleramo Editore: Feltrinelli Genere: romanzo autobiografico Pagine: 172 Prezzo: € 7,23
« Immaginavo, per la sequela di casi tragici che s'era abbattuta sulla mia vita breve, di possedere ormai la visione intera del mondo: un carcere strano... Tutto erano, la gioia e il dolore, lo sforzo e la ribellione: unica nobiltà la rassegnazione. » Una Sibilla Aleramo bambina, che ammira la forza e l'autorità paterna, sdegnando invece la sottomissione e l'atteggiamento schivo della madre. Una Sibilla ragazzina, che si trasferisce con la famiglia e si impegna a collaborare attivamente nella fabbrica del padre, suscitando dicerie e critiche tra la gente del paese; pregiudizi che aumentano quando, a seguito della sempre crescente tensione con il marito, la madre tenta il suicidio, fallendo ma cadendo successivamente in una terribile demenza. Una Sibilla donna, che perde la sua libertà, tristemente sposata con un uomo aggressivo ed egoista. Infine una madre, che ama suo figlio e ricerca l'indipendenza, senza poter avere entrambe le cose. Una scelta che una donna non dovrebbe mai trovarsi costretta a fare, qualcosa a cui una madre non dovrebbe mai rinunciare.
Uno dei primi scritti femministi in Italia, pubblicato agli inizi del 1900. L'autrice si racconta, partendo dall'infanzia fino all'età adulta, in forma di romanzo. L'opera evidenzia la condizione femminile di sottomissione alle decisioni del padre o del marito, ma anche la forza e la determinazione celate dietro la riservatezza e i falsi sorrisi di ogni moglie e ogni madre. L'Aleramo, che da fanciulla non comprende l'atteggiamento passivo della madre, etichettandola come debole e divinizzando la figura paterna, si trova poi, una volta entrata forzatamente nel mondo adulto, a rimpiangere quel mancato rapporto femminile. Il racconto tratta poi il tema della violenza sulle donne, causata magari da un semplice sguardo inopportuno, dalla gelosia, dall'uomo che ha paura della donna indipendente e teme ciò che essa potrebbe realizzare contando sulle sue sole forze, una volta libera da ogni restrizione della società. L'autrice-protagonista è appassionata dalla letteratura e riuscirà a farla divenire il suo mestiere, ottenendo così una vita indipendente, ma a quale prezzo?
« Immaginavo, per la sequela di casi tragici che s'era abbattuta sulla mia vita breve, di possedere ormai la visione intera del mondo: un carcere strano... Tutto erano, la gioia e il dolore, lo sforzo e la ribellione: unica nobiltà la rassegnazione. » Una Sibilla Aleramo bambina, che ammira la forza e l'autorità paterna, sdegnando invece la sottomissione e l'atteggiamento schivo della madre. Una Sibilla ragazzina, che si trasferisce con la famiglia e si impegna a collaborare attivamente nella fabbrica del padre, suscitando dicerie e critiche tra la gente del paese; pregiudizi che aumentano quando, a seguito della sempre crescente tensione con il marito, la madre tenta il suicidio, fallendo ma cadendo successivamente in una terribile demenza. Una Sibilla donna, che perde la sua libertà, tristemente sposata con un uomo aggressivo ed egoista. Infine una madre, che ama suo figlio e ricerca l'indipendenza, senza poter avere entrambe le cose. Una scelta che una donna non dovrebbe mai trovarsi costretta a fare, qualcosa a cui una madre non dovrebbe mai rinunciare.
Uno dei primi scritti femministi in Italia, pubblicato agli inizi del 1900. L'autrice si racconta, partendo dall'infanzia fino all'età adulta, in forma di romanzo. L'opera evidenzia la condizione femminile di sottomissione alle decisioni del padre o del marito, ma anche la forza e la determinazione celate dietro la riservatezza e i falsi sorrisi di ogni moglie e ogni madre. L'Aleramo, che da fanciulla non comprende l'atteggiamento passivo della madre, etichettandola come debole e divinizzando la figura paterna, si trova poi, una volta entrata forzatamente nel mondo adulto, a rimpiangere quel mancato rapporto femminile. Il racconto tratta poi il tema della violenza sulle donne, causata magari da un semplice sguardo inopportuno, dalla gelosia, dall'uomo che ha paura della donna indipendente e teme ciò che essa potrebbe realizzare contando sulle sue sole forze, una volta libera da ogni restrizione della società. L'autrice-protagonista è appassionata dalla letteratura e riuscirà a farla divenire il suo mestiere, ottenendo così una vita indipendente, ma a quale prezzo?
Lascio un estratto: « E l'uomo, l'uomo pure ignorava se stesso: senza il suo complemento, solo nella vita ad evolvere, a godere, a combattere, avendo stupidamente rinnegato il sorriso spontaneo e cosciente che poteva dargli il senso profondo di tutta la bellezza dell'universo, egli restava debole o feroce, imperfetto sempre.
Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio (Alessandria, 14 agosto 1876 – Roma, 13 gennaio 1960), è stata una scrittrice e poetessa italiana. Il suo impegno femminista non si limitò alla scrittura ma si concretizzò nella partecipazione a manifestazioni per il diritto di voto e per la lotta contro la prostituzione. Una donna fu pubblicato nel 1906 è la vicenda della sua stessa vita, dall'infanzia fino alla sofferta decisione di lasciare il marito e soprattutto il figlio, in nome dell'affermazione di una vita libera e consapevole e contro la costrizione e l'umiliazione dell'esistenza che un'ipocrita ideologia del sacrificio intende imporre alle donne. (biografia dell'autrice tratta da Wikipedia)
Una donna è anche uno sceneggiato televisivo (una miniserie) trasmesso dalla Rai nel 1977, con Giuliana De Sio e Biagio Pelligra, diretto da Gianni Bongioanni e tratto dall'omonimo romanzo.
Molto interessante. Complimenti! 😊
RispondiEliminaNon ho mai letto questo libro, però mi hai incuriosita 😍
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