Visualizzazioni totali

mercoledì 29 dicembre 2021

Recensione "Chicago Blues" - A. Fabbri, M. Migiani

Titolo: Chicago Blues
Autore: Angelo Fabbri, Marilena Migiani 
Editore: WM edizioni 
Genere: narrativa
Pagine: 366
Prezzo: 15,00 €




Primo romanzo edito da WM Edizioni, con la prefazione del bluesman Mario Donatone: “Blues è la vera ispirazione di fondo di questo romanzo, con il suo realismo, le sue esistenze incompiute, i suoi densi sottintesi psicologici che raccontano più di ogni altra cosa i rapporti umani. Blues sono le conversazioni, sobrie e pungenti, tra i vari personaggi, il loro ambiguo incedere tra sogno e realtà (con qualche concessione all’incubo)”.
Il blues comincia a penetrare in questa storia in sottofondo e accompagna poi tutta la vicenda attraverso personaggi veri o inventati, ma mutuati dalla realtà storica, come Ruth Evangeline Tyson, “the devil’s wife”, chitarrista donna, nera e storpia, che incarna molti dei cliché del blues dell’epoca e del blues a venire: in particolare si vedano i legami, più o meno ostentati, con il diavolo.
Tutti i capitoli sono scanditi da frammenti di brani dell’epoca, e qua e là appaiono sulla scena, in modalità e congiunture totalmente letterarie, icone del blues storico degli anni ‘30, come Bessie Smith e Leadbelly.


Chicago Blues è un racconto corale ambientato negli anni '30, tra proibizionismo, musicisti, pugili e gangster della grande metropoli. Come ci ricorda Mario Donatone nella brillante prefazione, Chicago è la città del blues e del jazz, meta di lavoratori e musicisti, soprattutto afroamericani e italiani, immigrati in cerca di fortuna. 

Le vicende ruotano attorno ad alcuni personaggi principali, in particolare una coppia di fratelli di una famiglia italoamericana. Micky è un giovane aspirante pugile, determinato, impulsivo e speranzoso, che si ritrova ad allenarsi in una palestra indebitata con la mafia e a finire sul libro paga di quest'ultima. Tina Sanpaoli è la sorella maggiore di Micky, una giovane donna fiera e combattiva, con l'aria ribelle e libera nonostante le disavventure subite. Di Tina mi ha colpito soprattutto la sua voglia di rivalsa, la forza di non arrendersi alla cruda realtà e di continuare a credere in un futuro migliore, restando fedele a sé stessa. 
Oltre ai due fratelli, entrano in scena molti altri tra cui Padre Murray, fortemente legato alla famiglia Sanpaoli, Paddy O'relly, astuto immigrato irlandese amico del prete, Vito Lo Cascio e Jack Randazzo, rispettivamente il boss di una delle bande mafiose della città e il suo immancabile braccio destro. 

I momenti di musica fanno da sfondo a ogni episodio, e il ritmo segue l'andamento degli eventi. Soprattutto la musica suonata dai neroamericani al Blues Serenade, locale gestito dalla mafia, diventa subito uno dei protagonisti della lettura. Mi è piaciuto moltissimo l'inserimento di strofe di canzoni nel libro, con l'indicazione dei brani e dei cantanti nelle note. 
A dare un carattere febbrile e appassionante al mondo musicale ci pensa anche Ruth Tyson, chitarrista deforme definita come la moglie del diavolo. Questo e altri aspetti della società e della cultura di quegli anni sono riportati in modo piuttosto realistico dai due autori, pur mantenendo uno stile narrativo. 

Abbiamo la precarietà di una metropoli industrializzata, abbiamo il sangue versato tra gang mafiose rivali, il proibizionismo e il contrabbando, la polizia e i politici spesso conniventi coi delinquenti, lo sfruttamento dei lavoratori nelle fabbriche, le tensioni sociali, accenni a realtà come quella del Ku Klux Klan e anche amori inaspettati. 
Ci viene mostrato bene come la mafia muove le sue pedine, come i dissidenti e le voci scomode vengono messi a tacere, come la strada possa diventare una polveriera e i quartieri la scacchiera dei boss. Vediamo come la mafia riesce a mettere mano nelle fabbriche, nella politica, nei sindacati, nella polizia, e fin nelle vite private, a tutti i livelli, fino a spezzare una famiglia, tra segreti e violenza.     

Si nota subito l'inevitabile linguaggio schietto, "da strada", ovviamente da calare nel contesto, che non rende comunque la narrazione meno elegante e curata. La lettura è scorrevole, rapida, ben scritta, ricca di spunti e ricca di blues. 
Un libro interessante e piacevolissimo, che non posso che consigliarvi. Un ottimo inizio per la WM edizioni, che ringraziamo per questa bella lettura e a cui auguriamo di proseguire così! 

«Il locale era deserto, le luci spente, mentre il sassofonista pareggiava i suoi conti con la vita sferrando nella violenza dell'assolo un micidiale colpo basso.»

"Non so leggere né scrivere ma so suonare, ho avuto un buon maestro, il più grande di tutti: Satana. Mi ha insegnato ad arpeggiare la chitarra col coltello laddove le mie dita non arrivavano. [...] Io vivo in un posto dove il denaro e la fama nulla contano, ma solo l'istinto di sopravvivenza. È il gusto della sfida che rende potenti. Immortali."


Angelo Fabbri e Marilena Migiani s’incontrano per la prima volta sul web, scoprendo nella diversità della loro scrittura, evocativa quella di Marilena, cinematografica quella di Angelo, armonie piuttosto che discordanze. Stili diversi ma compensativi, che non si sovrappongono ma si completano. Da qui è nato il progetto di Chicago Blues, romanzo al confine tra fantasia e realtà, ambientato nella Chicago degli anni ’30: un racconto in bianco e nero, sentimentale e crudele, col sottofondo emotivo di una colonna sonora blues.

_Lisa_

Nessun commento:

Posta un commento