
Autore: Malia Delrai
Editore: Delrai
Genere: erotico
Prezzo: € 19,90
Pagine: 447« Tuttavia poi reagì, eccome! Gli strinse le gambe attorno al bacino, stritolandolo e affondò i denti nella sua gola, proprio vicino al pomo d'Adamo. "Stronza" bisbigliò, ma non ricordava di essere mai stato più eccitato da una donna. »
Una realtà difficile, un mondo crudele e doloroso che ha come costante la morte. Ivan, un assassino professionista, un uomo coraggioso e spietato che lavora per la mafia russa di San Pietroburgo, la Tambovskaja. Il suo sangue da criminale non gli permette di tirarsi indietro, ma di portare a termine ogni piano malefico che il leader della Tambovskaja, Roman Nevskij, elabora. Non ha mai fallito, tutti i suoi bersagli sono stati uccisi e i suoi compiti portati a termine. Ma cosa succede quando la figlia del suo prossimo obiettivo, Ania, gli punta una pistola al fianco? Come reagirà Ivan alla particolare proposta della ragazza? Sarà in grado di non cedere ai suoi istinti da assassino ma soprattutto da uomo?

Un libro particolare, ricco di quella crudeltà tipica delle organizzazioni mafiose, ma anche di carnalità. Il sesso, in Ivan, è privo di amore, privo di sentimenti e razionalità, al contrario, viene inteso come soddisfacimento dei piaceri umani, come voglia di godere del corpo altrui. La razionalità non è contemplata, l'obiettivo è il massimo piacere. Ania è una donna fatale, il suo fascino è un'arma pericolosa, capace di disarmare il killer più temuto. Ania ha uno strano effetto su Ivan, il suo corpo, la sua tenacia, la sua sensualità lo mettono con le spalle al muro, incapace di resistere e di frenare i suoi desideri. Quei desideri che anche Ania ha sempre avuto. Ivan rappresenta per lei quasi un Dio, è innamorata, lo sogna e lo desidera da tutta la vita. Nonostante abbia venduto il suo corpo svariate volte, Ivan è sempre stato il suo obiettivo. Dall'incontro con Ania Ivan è spiazzato, il loro sentirsi uguali li avvicina, il loro essere assassini e persone logorate da una vita troppo pesante li fa sentire simili. Il sesso inizia ad avere un motivo più profondo, qualcosa che gli permette di legarsi sempre di più. Ivan pian piano cambia, si lascia trasportare dal fascino di Ania, letale ed infinito. Nonostante i sui piccoli cedimenti al flusso di emozioni, Ivan rimane ancorato alla sua personalità, al suo carattere dominate.
Posso affermare con sincerità che questo è un libro ben scritto. Nonostante non sia molto il mio genere, la lettura è stata molto piacevole e scorrevole. È il primo libro che leggo di questa autrice e sono rimasta molto soddisfatta dalle sue abilità narrative e, soprattutto, dalla sua capacità di non snaturare la vera personalità dei personaggi durante i loro cambiamenti. La sua ironia mi ha colpito molto, il fatto di utilizzare parole non auliche ma comuni mi ha fatto apprezzare ancora di più la storia, il gergo comune mi ha permesso di entrare ancora di più nel racconto. Vorrei complimentarmi con l'autrice per le abilità dimostrate nel suo libro.
Soprattutto vorrei ringraziare Il Taccuino ufficio stampa per questa opportunità.
« "Sei già morta" bofonchiò, la voce roca.
"E tu eccitato" rispose lei.
Dio, lo era! Eccome se lo era. Costantemente, in modo deprimente e frustrante.
"Le erezioni non uccidono" le fece presente.
"Non sai quanti ne sono morti pensandolo" lo sfidò. »
« Le gambe gli cedettero e dovette inginocchiarsi sul pavimento che sentì freddo. Il respiro si fece affrettato. La sensazione di morte gli fece venire la pelle d'oca: era bellissima, dannazione. La fine lo era sempre. Non desiderava altro da qualche tempo e alla fine era successo: la vita o la morte non gli sembravano che due facce della stessa medaglia e non era in grado di capire quale fosse adatta a uno come lui, perché non c'era più un punto fermo, non c'era più niente. Ironico: il tatuaggio di Santa Muerte sul braccio sinistro sembrava fissarlo, per ricordargli la crudeltà con cui gli faceva pagare ogni scelta. Una vera stronza, pensò. »
Un libro particolare, ricco di quella crudeltà tipica delle organizzazioni mafiose, ma anche di carnalità. Il sesso, in Ivan, è privo di amore, privo di sentimenti e razionalità, al contrario, viene inteso come soddisfacimento dei piaceri umani, come voglia di godere del corpo altrui. La razionalità non è contemplata, l'obiettivo è il massimo piacere. Ania è una donna fatale, il suo fascino è un'arma pericolosa, capace di disarmare il killer più temuto. Ania ha uno strano effetto su Ivan, il suo corpo, la sua tenacia, la sua sensualità lo mettono con le spalle al muro, incapace di resistere e di frenare i suoi desideri. Quei desideri che anche Ania ha sempre avuto. Ivan rappresenta per lei quasi un Dio, è innamorata, lo sogna e lo desidera da tutta la vita. Nonostante abbia venduto il suo corpo svariate volte, Ivan è sempre stato il suo obiettivo. Dall'incontro con Ania Ivan è spiazzato, il loro sentirsi uguali li avvicina, il loro essere assassini e persone logorate da una vita troppo pesante li fa sentire simili. Il sesso inizia ad avere un motivo più profondo, qualcosa che gli permette di legarsi sempre di più. Ivan pian piano cambia, si lascia trasportare dal fascino di Ania, letale ed infinito. Nonostante i sui piccoli cedimenti al flusso di emozioni, Ivan rimane ancorato alla sua personalità, al suo carattere dominate.
Posso affermare con sincerità che questo è un libro ben scritto. Nonostante non sia molto il mio genere, la lettura è stata molto piacevole e scorrevole. È il primo libro che leggo di questa autrice e sono rimasta molto soddisfatta dalle sue abilità narrative e, soprattutto, dalla sua capacità di non snaturare la vera personalità dei personaggi durante i loro cambiamenti. La sua ironia mi ha colpito molto, il fatto di utilizzare parole non auliche ma comuni mi ha fatto apprezzare ancora di più la storia, il gergo comune mi ha permesso di entrare ancora di più nel racconto. Vorrei complimentarmi con l'autrice per le abilità dimostrate nel suo libro.
Soprattutto vorrei ringraziare Il Taccuino ufficio stampa per questa opportunità.
« "Sei già morta" bofonchiò, la voce roca.
"E tu eccitato" rispose lei.
Dio, lo era! Eccome se lo era. Costantemente, in modo deprimente e frustrante.
"Le erezioni non uccidono" le fece presente.
"Non sai quanti ne sono morti pensandolo" lo sfidò. »
« Le gambe gli cedettero e dovette inginocchiarsi sul pavimento che sentì freddo. Il respiro si fece affrettato. La sensazione di morte gli fece venire la pelle d'oca: era bellissima, dannazione. La fine lo era sempre. Non desiderava altro da qualche tempo e alla fine era successo: la vita o la morte non gli sembravano che due facce della stessa medaglia e non era in grado di capire quale fosse adatta a uno come lui, perché non c'era più un punto fermo, non c'era più niente. Ironico: il tatuaggio di Santa Muerte sul braccio sinistro sembrava fissarlo, per ricordargli la crudeltà con cui gli faceva pagare ogni scelta. Una vera stronza, pensò. »
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