Autore: Mariano Fontaine
Editore: Prospettiva Editrice
Pagine: 186
Prezzo: 14,00 (cartaceo)
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"Le facce della menzogna" è un thriller attuale dalle marcate connotazioni noir. Alienato, oscuro, estremamente pulp con rappresentazioni reali direttamente derivate dalla crime investigation, si districa attraverso molteplici vicende disturbanti nella loro tangibile crudezza. Ambientato nel contesto suburbano della Boston contemporanea, racconta la storia dell'evaso Dave, psicopatico dalla personalità multipla che vaga per la città come un feroce predatore a caccia di vittime innocenti. Sulle sue tracce, Jonathan Smith, duro agente FBI accompagnato dalla sua inseparabile GLOCK 19 Parabellum da 9mm. L'intreccio narrativo si sviluppa psicotico in un contesto suburbano fatto di stazioni ferroviarie abbandonate, decadenti casermoni industriali popolati da homeless, locali a luci rosse, pusher, gang armate e prostituzione dilagante, in un irrefrenabile vortice di sesso, violenza e disagio sociale. Caratteristica predominante di ogni pagina è la sensazione di estrema disarmonia generale, come se un fato ineluttabile e crudele fosse pronto ad inghiottire persino il lettore, oltre ai protagonisti.
Un libro avvincente, crudo e vero. Un libro che rende perfettamente l'idea di degrado dei sobborghi di Boston e che fa capire quanto in basso può cadere l'uomo.
Abbiamo due protagonisti importanti, due uomini cresciuti in modo differente e che rappresentano due personalità opposte. Il primo è l'agente Smith, fiero e sicuro di sé, amante della giustizia e bravissimo nel suo lavoro. Ama sua figlia più di ogni altra cosa e sua moglie, prima che il destino li separasse per qualche ragione misteriosa. A causa di ciò Smith vive in uno stato di perenne angoscia e, tra una Marlboro e un'alta, cerca di far splendere il suo unico raggio di sole, la figlia.
Dall'altra parte abbiamo Dave, detto anche Diz "Il mentore". Un personaggio dalle mille sfaccettature, di luci e ombre, più ombre che luci direi. Un uomo spaventato e pericoloso. Un bambino che ha subito soprusi da un padre alcolizzato e una madre destinata alla stessa brutta sorte. Un bambino così fragile e impotente che si è trasformato in un mostro. Un passato misterioso che scopriremo lentamente. Un personaggio che ha sempre avuto il bisogno di andare oltre a tutti gli schemi sociale, un anarchico con problemi di droga e non solo.
Una lettura che tratta svariati temi sociali, sia odierni che passati. Come prima cosa l'autore critica il sistema carcerario americano, li accusa di arricchirsi con la morte di tutte quelle persone, anche innocenti, sulla sedia elettrica. Critica il sistema sociale, così sbagliato e primitivo da provocare un alto tasso di criminalità. Ci parla di questi sobborghi, come Roxbury, ormai ridotti al nulla, in cui le principali attività sono la prostituzione e lo spaccio. Luoghi in cui l'uomo ha perso e dimenticato la propria dignità, in cui la vita non ha più valore. Inoltre, l'autore ci insegna una cosa bellissima: è sbagliato avere giudizi e pregiudizi senza conoscere i veri fatti. E' sbagliato giudicare un senza tetto per strada senza conoscere la sua storia e senza sapere perché si trova lì. Spesso proviamo distacco, paura, anche disgusto per la loro condizione, ma non sappiamo nulla di loro. Questo libro, in un capitoletto, raccoglie alcune testimonianze proprio di queste persone che hanno perso tutto a causa dell'ingiustizia di un sistema corrotto, basato ancora sul razzismo, sul denaro e sul potere. Un sistema che ha lasciato per strada lavoratori e migranti. E come se tutto questo non bastasse, ai problemi già esistenti si aggiungono quelli creati dalle varie gang, gruppi di ragazzi che non hanno la minima intenzione di seguire la le legge ma che, al contrario, le leggi le fanno loro. Ci parla anche di disturbi della personalità dovuti a traumi o all'uso prolungato di droghe, ma non voglio dirvi molto su questo argomento perché è un tema che va affrontato insieme ad un protagonista, scoprirete voi quale. Affronta anche la tematica della violenza sui minori e sulle donne, persone fragili su cui un marito violento scarica la sua frustrazione e la sua rabbia, spesso rivolta al sistema. Ci parla di tutta quella violenza senza motivo di esistere che cambia nel profondo la persona che la subisce, portando spesso a conseguenze irreversibili.
La scrittura è molto fluida e veloce, accompagnata da un linguaggio quotidiano, realistico e concreto. I personaggi sono costruiti perfettamente, ben caratterizzati e coerenti. Le descrizioni si incentrano principalmente sulla sfera sociale, l'autore vuole proprio farci arrivare il messaggio e ci è riuscito. La narrazione si alterna di capitolo in capitolo tra i personaggi e rende tutto ancora più intrigante. Una lettura molto piacevole che vi consiglio.
Quando tornai mi prese a bastonate come in cane pulcioso. Avevo undici anni e tanta, tantissima rabbia in corpo. Allo stesso tempo, però, mi ritenevo colpevole. E continuavo a subire, rassegnato. La mia volontà era diventata un ricorso sbiadito.
Le prime volte che mi rifugiavo in questo turpe luogo fuori dal mondo civile, pensavo di dovermelo guadagnare a son di ceffoni e coltellate, invece successe il contrario, fui accolto in maniera assai ospitale.

Classe 1970, si definisce un “agitatore culturale per necessità esistenziale”. Descrizione azzeccata per un ex commerciante di musica pesante, ma anche ex “divulgatore di fumetti”. Inoltre ex “fanzinaro”, ex chitarrista, ex organizzatore di concerti, ex discografico, ex tuta blu metalmeccanica ed ex attivista sindacale (quando fare sindacato era, dice lui, un’arte). Forgiato da tali esperienze di vita, decide di dedicare la sua anima, oramai irrimediabilmente corrotta, all’altra sua grande passione: la scrittura.
Nel 2014 esordisce infatti per Mondo Studio Edizioni con Non siamo rockstar. Racconta gioie e dolori di una band che, nonostante titanici sforzi, resterà confinata nel mondo dell’underground.
Nel 2019 concede il bis pubblicando per Albatros il libro Ultimo live a Bowling Green, romanzo psycho-thriller-rock. Libro ambientato negli States agli albori degli anni ’90, i cui protagonisti sono i Nationfire, altro gruppo di spiantati idealisti del music business. Le facce della menzogna è il primo thriller psicologico di Mariano Fontaine e si augura che possa veramente piacere. Lui assicura di averci messo tutto se stesso nel realizzarlo. Precisa, però, che tutto ciò non sarebbe mai potuto avvenire senza l’aiuto del suo grande amico di sempre, Mr. Cristiano Mastrangeli, consigliere ed editor di gran classe.
Altro da aggiungere? Ama la sua Stefy, sua figlia Giulia, mom, daddy and sister. Respira a pieni polmoni musica provocatoria, si nutre voracemente di fumetti Bonelli, odia falsità e luoghi comuni, crede nella giustizia sociale, detesta il razzismo e suoi derivati.
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